Inghilterra, Londra, 27 gennaio 1928

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Venne svegliato da Dugal che gli tirava la camicia. Newt, ancora mezzo addormentato, cercò di mandarlo via e borbottando qualcosa si voltò. Il Demiguise però non si arrese e lo scosse più forte: doveva essere importante o non si sarebbe comportato così. Il cervello del magizoologo cominciò ad elaborare questo pensiero, quindi si voltò e si alzò.

Si stropicciò gli occhi e si stiracchiò. «D'accordo, Dugal, che succede?»

Il Demiguise lo prese per mano e lo portò di fronte alla stanza delle ragazze. Era aperta: Nagini stava dormendo sonoramente, mentre il letto di Tina era vuoto. Per un secondo andò in panico, poi però Dugal lo tirò verso le scale e quindi tirò un sospiro di sollievo. Dugal sapeva dove fosse. Seguì il suo Demiguise giù nel seminterrato, ma non la vide da nessuna parte. Finché Dugal non gli indicò la sua valigia. Era scesa dallo Zowou? Newt aprì piano la valigia e scese i primi gradini.

Sorrise a Dugal. «Bravo Dugal, ora va a dormire, d'accordo?»

Il Demiguise si allontanò verso il suo habitat e si accoccolò nel suo nido, prima di cadere, nel giro di qualche secondo, in un sonno profondo. Newt ridacchiò piano e scese le scale, chiudendo la botola dietro di sé. Uscì dal suo studio e intravide immediatamente Tina. Era raggomitolata contro lo Zowou che le si era attorcigliata addosso, per proteggerla. Il magizoologo sospirò pesantemente, ma non poté fare a meno di sorridere: i suoi animali si erano già affezionati alla loro nuova amica. E per lo Zowou significava tanto, visto che ancora non le piaceva stare con le altre creature. Si sarebbe abituata prima o poi. Con i draghi bisognava essere un po' più pazienti.

Newt tornò nello studio e fece apparire un materasso e delle coperte. Se Tina si sentiva più al sicuro lì sotto, non c'era motivo di riportarla di sopra. Tornò dallo Zowou che si svegliò non appena sentì avvicinarsi qualcuno. Sfregò il muso contro Newt e fece le fusa quando il magizoologo le diede dei grattini sotto il mento. Lei adorava le coccole, ecco perché Dugal era l'unico da cui si faceva avvicinare, il Demiguise era sempre felice di farle due carezze... E poi i Demiguise erano babysitter naturali, probabilmente doveva aver intuito che lo Zowou fosse un cucciolo e si stava prendendo cura di lei.

«Yu, devo prenderla.» Le sussurrò all'orecchio. «La proteggerò io adesso, okay?» Lo Zowou sembrò ponderare le sue parole con attenzione, poi la liberò. «Grazie, amica mia.» Le diede altri grattini sotto il mento, facendole fare le fusa. «Domani doppia razione di carne perché ti sei comportata bene.»

Prese in braccio Tina, attento a non svegliarla e la portò verso il letto che aveva creato per lei. La sdraiò e le rimboccò le coperte. Con la coda dell'occhio notò lo Zowou allungare il collo per assicurarsi che la sua amica umana stesse bene. Newt sorrise e fece un segno di saluto alla creatura che apprezzò con un piccolo ruggito.

Newt a quel punto si alzò, per tornare nella sua stanza, ma Tina gli afferrò il braccio. «Newt...» Mormorò più addormentata che sveglia.

«Tina, è tutto a posto, torna a dormire.»

«Non andartene.» Replicò lei aggrappandosi al suo braccio con entrambe le mani. «Resta qui con me.»

Non era un'ottima idea: non voleva rovinarle la reputazione, eppure... Come poteva dirle di no quando gliel'aveva chiesto con un tono talmente supplichevole e dolce? Esalò lentamente, poi sollevò le coperte e si sdraiò accanto a Tina che immediatamente si fece più vicina: poggiò la testa sulla sua spalla e gli avviluppò un braccio con le sue braccia, poi cadde in un sonno profondo e tranquillo, un sorriso appena accennato sulle labbra. Per la barba di Merlino, era davvero bellissima. Per la prima volta sentì montare dentro di sé una nuova emozione, tanto forte e tanto esplosiva quanto quelle che aveva provato negli ultimi tempi nei confronti di Tina, ma forse questa lo terrorizzava più delle altre. Aveva persino paura a darle un nome, eppure sapeva benissimo cosa fosse: desiderio. La desiderava come non aveva mai desiderato niente in tutta la sua vita. E ciò non fece altro che convincerlo della cattiva decisione che aveva appena preso. Il cuore gli batteva all'impazzata e se avesse continuato a guardarla il suo autocontrollo sarebbe andato in pezzi, quindi scostò lo sguardo e chiuse gli occhi, concentrandosi sul respiro e sul battito cardiaco e lentamente si calmò e prese sonno.

Un porto sicuro, tra le tue braccia!Where stories live. Discover now