Italia, Firenze, 15 luglio, 1929

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Quando si svegliò, la prima cosa che percepì fu il terribile dolore ad ogni muscolo del corpo. Lentamente i ricordi riaffiorarono: un vampiro, l'aveva morso ad un braccio. Il dolore si attenuò, anche se molto lentamente. Del periodo che era stato incosciente ricordava davvero poco, ma qualcosa di chiaro c'era: il profumo di Tina. Gli era sempre stata accanto. Provò a tirarsi a sedere, ma immediatamente i muscoli dell'addome protestarono e Newt dovette lasciarsi ricadere sul materasso. Il braccio gli lanciò una fitta che gli tolse il respiro per qualche secondo. Ci mise un po', ma alla fine si riprese.

La porta si aprì, ma non era Tina, era Giovanni. «Siano lodati gli Dei!» Mormorò, prima di avvicinarlo. «Come ti senti?»

«Uno schifo.» Sussurrò Newt. «Ma almeno sono vivo.»

«Queste sono le parole giuste, Newton.» Ridacchiò il dominatore. «Ti riprenderai completamente.»

«Tina...» Quando provò a mettersi seduto, nuovamente venne bloccato dal dolore. «Nico... Come stanno?»

«Nicholas è inconsolabile, ma credo che sia perché Tina è preoccupata a morte.» Gli poggiò una mano sulla spalla. «Sei fortunato, ragazzo. Ti sei trovato una donna d'oro.»

«Credi che non lo sappia? Sono l'uomo più fortunato che esista.» Mormorò Newt e questa volta, aiutato da Giovanni, riuscì a mettersi seduto. «Grazie per avermi salvato la vita... Di nuovo.»

«Sei un buon amico, Newton e decisamente un buon padre di famiglia, meritavi di essere salvato.» Commentò Giovanni, prima di voltare leggermente il capo verso la porta. «Sta arrivando Tina. Vi lascio soli.»

Non fece quasi in tempo a finire la frase che la porta si aprì e Tina sbirciò dentro. Gli occhi le si riempirono immediatamente di lacrime e in un batter d'occhio se la ritrovò fra le braccia. Non riusciva a muovere il braccio ferito senza che pugnali di dolore gli lacerassero il corpo, ma l'altro era abbastanza forte da stringerla stretta a lui. Giovanni sgattaiolò fuori e chiuse la porta.

«Tina...» Chiuse gli occhi e respirò il suo profumo. «Tranquilla, sto bene.»

«No, non stai bene!» Sbraitò Tina, il volto nascosto nella sua spalla. «Mi hai fatto prendere un colpo! Ho avuto il terrore di perderti.»

«Ora siamo pari.»

«Pari?» Sapeva che se non fosse stato ferito, gli avrebbe tirato un pugno in pancia. «E perché dovremo essere pari?»

«Perché tu mi hai fatto morire di paura quando sei stata rapita da Grindelwald e io quando per poco non sono diventato la cena di un vampiro.» Le accarezzò una guancia con il braccio sano. «Siamo pari.»

«Sì, ma non farlo più!» Pianse Tina, affondando il volto nel suo palmo. «Promesso?»

«Beh, non credo che una persona sana di mente si metterebbe in quella situazione di proposito.» Gli lanciò un'altra occhiataccia e Newt, nonostante il dolore, ridacchiò. «Promesso, promesso.» Sollevò occhi supplicanti su di lei. «Posso vedere Nicholas?»

«Certo!» Quello sembrò calmarla. «Gli manca tanto il suo papà.»

Uscì dalla stanza e quando tornò aveva in braccio un Nico sull'orlo di una crisi di pianto. «Amore... Vieni da papà.» Glielo poggiò in grembo e Newt lo strinse a sé con il braccio sano. «Mi dispiace averti fatto preoccupare, piccolo. Papà ti ama tanto.» Nicholas si calmò, abbracciato dal calore del padre. «Ma che bravo il mio bambino.»

«Devi ringraziare anche Dugal.» Sussurrò Tina, accarezzando la testolina di Nico. «È lui che mi ha avvertito che gli Snasi erano tutti chiusi nel loro scenario.»

«Quando riuscirò ad alzarmi, lo ringrazierò.» Diede un bacio alla fronte di suo figlio. «È meglio che le creature non mi vedano così: rimangono selvatici e potrebbero tentare di ribellarsi sul più debole.»

«Va bene, come vuoi.» Gli accarezzò una guancia. «Possiamo dormire qui con te?»

«Direi di sì.» Ridacchiò il magizoologo. «Solo, aiutami a distendermi...» Tina ubbidì e Newt sospirò di sollievo quando gli si sdraiò accanto, Nicholas che già era addormentato. «Mi dispiace... Non dovrei essere così bisognoso e tu non dovresti farmi da infermiera.»

«Non dire idiozie.» Sussurrò stancamente Tina, stringendosi al suo petto. «Ricordi? In salute e in malattia. Tu mi hai accudita quando stavo male, lascia che faccia altrettanto.»

«Ti amo...» Si corresse. «Vi amo con tutto il cuore.»

«Anche noi, Newt.»

Un porto sicuro, tra le tue braccia!Where stories live. Discover now