Inghilterra, Derbyshire, 22 gennaio, 1929

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Dopo cinque ore di sonno profondo, Nicholas si svegliò con la pancia vuota e cominciò a piangere. Di solito mangiava ogni tre ore, ma il lento e costante movimento dei suoi genitori lo aveva davvero fatto rilassare e dormire più profondamente. Tina aveva avuto ragione.

Newt ridacchiò e rotolò di lato, per lasciare che sua moglie gli riempisse il pancino. «Quando comincerà a camminare, sarà un vero problema.» Avvolse suo figlio e Tina con un braccio, poggiando il mento sulla sua spalla. «Quanta fame ha il nostro draghetto?»

«Parecchia a giudicare da come ciuccia.» Ridacchiò la madre, accarezzandogli la testa. «Ha resistito di più oggi.»

«È stata una buona idea.» Quando Tina gli rivolse uno sguardo confuso, Newt chiarì. «Tenerlo qui con noi. Avevi ragione sul fatto che adori essere cullato.»

Quando lo riappoggiò sul letto, aveva uno sguardo pensieroso. «Newt?»

«Dimmi.»

«Ci porterai lo stesso in Italia?» Chiese incerta Tina, guardandolo con occhi imploranti. «Anche se ho perso la scommessa?»

«Ma certo che vi porto in Italia.» Scoppiò a ridere. «Sai benissimo quanto io ami viaggiare. L'ho fatto per tanti anni da solo, ma adesso...» Le accarezzò una guancia. «Non ho più alcuna intenzione di separarmi da voi.»

«Guai a te!» Lo rimproverò giocosamente Tina, avvolgendogli il collo con le braccia. «E comunque non ti lascerei più andare da solo.» Poi sorrise e lo baciò. «Dove eravamo rimasti?»

«Non sei stanca?» Chiese preoccupato il magizoologo. «Riposa un po'.»

«Neanche morta!» Gli afferrò le spalle e lo incollò al materasso. «Ho passato il più terribile mese e mezzo della mia vita, beh, dopo quello in Romania, bisogna farsi perdonare, signor Scamander.»

Lo baciò ed immediatamente sentì le sue mani risalirle lungo la spina dorsale. Le sue, invece, accarezzarono leggere il petto e l'addome, per poi tornare in su, verso l'attaccatura dei capelli. Non aveva il controllo adatto a mantenere quel gioco in atto per molto, infatti dopo neanche un minuto si stufò e fuse i loro corpi. Sentì le sue braccia stringerla con più forza e i suoi muscoli irrigidirsi.

Lentamente si rilassò, i suoi muscoli delle spalle che rilasciavano la tensione sotto le sue dita. «Teenie...» Il suo respiro le solleticò il collo. «Ti amo alla follia...»

«Ssh.»

Lo zittì baciandolo, poi ci furono solo loro due per molte ore a seguire.

Un porto sicuro, tra le tue braccia!Where stories live. Discover now