Inghilterra, Derbyshire, 5 gennaio, 1930

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«Non posso farlo!» Ripeté per l'ennesima volta Tina. «Non senza Newt...» Si piegò in due dal dolore, quando l'ennesima contrazione arrivò. «Ho bisogno di lui... Vi prego.»

«Tina, calma.» Ordinò Diana al suo fianco, mentre le asciugava la fronte, imperlata di sudore freddo. «Theseus lo ha avvertito, sono certa che starà arrivando.»

«Tina, ascoltami.» La voce di James era chiara, ma in qualche modo lontana. «Hanno fretta di nascere questi due, quindi dobbiamo cominciare.»

«No!» Esclamò Tina, sollevandosi a sedere e supplicando il medico con gli occhi. «Aspettiamo Newt... Non posso farlo senza di lui.»

«Sì, che puoi, Tina!»

«No, Diana!» La zittì con uno sguardo disperato. «Non ce l'avrei neanche fatta con Nicholas, se non ci fosse stato tuo figlio. Ho bisogno di Newt.»

«Tina!» La porta si spalancò di scatto e suo marito fu subito al suo fianco, che la stringeva tra le braccia. «Amore mio, perdonami, non avrei mai dovuto lasciarti da sola oggi.»

Sentendosi improvvisamente avvolta dalla calma e dalla sicurezza, scoppiò in lacrime, stringendosi al suo petto. «Non posso farlo senza di te, Newt.»

«Sono qui.» La rassicurò, stringendola con forza. «Sarò sempre qui.»

«Okay, Tina.» Adesso riuscì a concentrarsi su James. «Sei pronta? Ricordi? Farà male, ma tu fa quello che ti dico e tutto andrà per il meglio, okay?» Poi si rivolse a Newt. «Giusto in tempo, ragazzo. Iniziavo a temere di dovermi scontrare con la cocciutaggine tipica degli Scamander.»

Newt riuscì a ridere, anche se sentiva che era un fascio di nervi. «Mia moglie, da quel punto di vista, si è subito adattata.»

«Ma se tu sei peggio di me?» Era grata per la distrazione.

«Ti amo.»

«Non te la caverai così!»

Lo fece ridere, ma sospirò di sollievo quando sentì le sue braccia avvolgerla e appoggiarsela al petto. «Sei pronta?»

«Se tu sei qui, sono pronta a tutto.»

Newt non era pronto, però, alle ore che seguirono. Si ricordava di quanto difficile fosse stato con Nicholas, ma con i suoi gemelli fu peggio di una tortura. Vederla soffrire in quel modo... Sarebbe stato meno doloroso una maledizione Cruciatus. E nonostante James fosse certo che non mancasse molto, la fine sembrava non arrivare mai. Tina andò avanti, cocciuta, fin oltre il calar della sera. Lentamente, verso sera, le sue forze diminuirono. Newt mormorò un incantesimo curativo per ridarle energie, come aveva fatto con Nico e sua moglie sembrò riprendersi leggermente.

Finalmente, dopo quella che sembrò un'eternità, James esclamò. «Tina! Vedo la testa, forza!»

La sentì stringere convulsamente la sua mano, ma non ci fece minimamente caso. Newt si chiese per l'ennesima volta con che razza di coraggio alcuni uomini parlassero di come le donne non sapessero sopportare il dolore. Il magizoologo non era certo che, se fosse stato al posto di sua moglie, sarebbe riuscito a sopportare una tale tortura per così tanto tempo. E invece loro lo facevano e anche più di una volta.

Finalmente alle otto e trenta esatte, ci fu un primo pianto squillante. «È una femmina.» Li informò James. «Ma sta arrivando anche il secondo, pronta?» Tina si limitò ad annuire, sfinita. «Okay, dai, un ultimo sforzo.» Diana fasciò la bimba, poi, dopo neanche una ventina di secondi, che però a Newt sembrarono ore, un secondo pianto squarciò il silenzio della casa. «Ed un maschietto.»

Tina gli crollò addosso e Newt la strinse convulsamente tra le braccia. «Tina... Sei stata magnifica.»

«Davvero.» Rise James, fasciando il piccolo. «Chi vuole il maschio e chi la femmina?»

«Newt voleva due femmine.» Rise Diana, consegnandogli la neonata infuriata tra le braccia. «Quindi, adesso tocca a lui calmarla.»

Non appena, però, la bimba fu fra le sue braccia, si acquietò immediatamente, riconoscendo probabilmente la sua voce. «Ehilà, ciao, benvenuta...» Guardò Tina, che nel frattempo riceveva in braccio il neonato che immediatamente si calmò, riconoscendo il battito del cuore della madre. «Come la vuoi chiamare?»

«Zoe?» Lo chiese quasi supplicante.

Il nome di sua madre: Newt sorrise e guardò sua figlia negli occhi. «Ciao, Zoe, benvenuta.»

«E lui?» Questa volta toccava a lui scegliere un nome. «Come lo vuoi chiamare?»

«Che né dici di... Cesare?»

«Zoe e Cesare Scamander.» Ripeté Tina, prima di sorridere al suo bambino. «Mi sembrano nomi perfetti.»

Un porto sicuro, tra le tue braccia!Where stories live. Discover now