Inghilterra, Londra, 6 febbraio, 1928

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Tina entrò nell'ufficio di Theseus. «Mi hai fatta chiamare?»

L'Auror le sorrise. «Sì, entra pure e chiudi la porta, per favore.» Ubbidì e si sedette sulla sedia di fronte al suo capo. «Come è andata la serata con Newt?»

Tina arrossì. «Bene.»

«Sono felice per entrambi.»

«Mi hai fatta chiamare per dirmi questo?»

«Riguarda in parte voi due, in realtà.» Theseus si appoggiò allo schienale della sedia. «Io, Jacob e Nagini abbiamo deciso di comune accordo di lasciare la casa di Newt.»

«Che cosa?» Esclamò Tina. «E dove andrete?»

«Da me.» Rispose stringendosi nelle spalle l'Auror. «Nagini tornerà ogni giorno per le lezioni di magia con Newt, mentre io e Jacob... Porremo cenare insieme ogni venerdì. Mi piacerebbe mantenere i contatti con il mio fratellino tanto per cambiare.» Poi le fece l'occhiolino. «E così voi avrete un po' di meritata privacy.»

Tina avvampò e le seguenti parole le sfuggirono senza motivo. «Servirà a ben poco visto che non vuole toccarmi.»

Si pentì immediatamente di quello che aveva detto, ma ormai l'attenzione di Theseus era su di lei. «In che senso?»

«Beh, ecco, lui...» Arrossì come un peperone, ma sapeva che non l'avrebbe lasciata andare finché non gli avrebbe detto tutto. «Credo che abbia paura di distruggere la mia reputazione nel peggiore dei modi.» Poi aggiunse fra i denti. «Come se me né importasse davvero qualcosa.»

«Non credo sia la questione della reputazione.» Era pensieroso, ma non sembrava molto stupito dalla notizia. «Credo sia più una questione di rispetto nei tuoi confronti. Ha paura che tu penseresti male di lui se si lasciasse andare fino a quel punto.»

«Ma non penserei mai male di lui per amarmi.»

«Ovvio che no...» Si massaggiò gli occhi. «Gli parlerò io. Non temere.»

«Grazie, Theseus.»

Jacob l'aveva lasciato un po' interdetto con la questione di lasciare la loro casa. Diceva che volevano lasciare un po' di tranquillità a lui e a Tina. Non che gli dispiacesse l'idea, ma né era anche terrorizzato. E poi... Theseus era davvero pronto a tornare a casa sua? La sua consolazione era che insieme a lui ci sarebbero stati Jacob e Nagini, che gli avrebbero tenuto compagnia. Però comunque era preoccupato.

Bunty concluse il suo giro di controllo, poi salutò Newt. Fortunatamente non sembrava che serbasse in qualche modo rancore. Anzi, adesso gli raccontava di un ragazzo che aveva conosciuto al ministero. Da come né parlava sembrava una persona e Bunty si meritava un po' di felicità. Il magizoologo le disse che una volta doveva invitarlo a cena. Gli sarebbe piaciuto conoscerlo e sicuramente anche a Tina avrebbe fatto piacere. Bunty era stata tanto felice e aveva accettato senza pensarci due volte.

Adesso era da solo con le sue creature. Già che c'era si mise a lavorare sulla seconda edizione del suo manoscritto. Aveva in mente di aggiungerci un capitolo tutto dedicato ai Maledictus, per Nagini, uno sugli Obscuriali, per Credence e uno sui Legilimens naturali. L'idea non gli dispiaceva. Avrebbe messo insieme umani e creature magiche, così da dimostrare, almeno sulla carta, che si poteva convivere. Anche se con le creature continuava ad essere molto più semplice.

«Newt?» Si voltò e fece giusto in tempo a veder l'ombra di suo fratello che era già stretto in un abbraccio. «Ho sentito di Tina. Sono felice per voi due.»

«Sei sicuro di voler tornare a casa tua?» Chiese ovviamente preoccupato per il fratello.

«Non sarò da solo, Newt.» Gli ricordò. «Jacob e Nagini saranno sempre al mio fianco. Non li sbatterò fuori di casa, promesso.» Poi sembrò ricordarsi di qualcos'altro. «Ah, Newt, Tina mi ha detto che avete parlato e che sei preoccupato di... Perdere il controllo.» Stava per obiettare, ma Theseus gli poggiò le mani sulle spalle. «Sono orgoglioso di te, Newt. Non avrei mai creduto che tu fossi in grado di parlare di un argomento così delicato senza morire di vergogna.»

«Si tratta di Tina, Theseus.» Mormorò Newt, che comunque non amava quella conversazione neanche un po'. «Ho paura di renderla infelice... Se perdo il controllo potrei farle male e non me lo perdonerei mai.»

«Newt, ascoltami.» Aveva il tono serio, ma aveva un sorriso gentile sulla labbra. «So che tutto questo è nuovo per te, ma ti garantisco che non c'è nulla di meglio che stare con la donna che ami. Il vostro legame diventerà più solido, più vero, più profondo. Quando entrambi sarete pronti, non provare a controllarti o farai solo peggio. Fidati di me, Newt.»

Ovvio che si fidava: sapeva di cosa stava parlando. Theseus parlava nel sonno e così aveva scoperto che Leta era incinta quando era morta, ecco perché volevano sposarsi il più velocemente possibile. Theseus quindi non aveva affrontato solo la fine di Leta, ma anche la morte di un figlio. Adesso, se provava a mettersi nei suoi panni, a pensare che al posto di Leta ci fosse stata Tina... Si sentiva morire. Non sarebbe mai riuscito a sopportarlo. Prima si sarebbe vendicato su Grindelwald e poi si sarebbe tolto la vita. Come Theseus facesse ancora a sorridere era un vero mistero. Ma per quanto riguardava la vita, suo fratello maggiore né sapeva molto più di lui.

«Mi fido, Theseus.» Quelle parole fecero sospirare di sollievo il maggiore e di nuovo si ritrovò stretto in un abbraccio stritolatore. «Mi fiderò sempre di te, fratello.»

Quella sera salutarono Theseus, Jacob e Nagini. Venerdì si sarebbero rivisti, ma a Tina sarebbe comunque mancata la compagnia della Maledictus. Avevano creato tutti insieme e Theseus si era fatto promettere da entrambi di ricordarsi che ogni venerdì avrebbero cenato insieme e aveva fatto giurare a Tina che lo avrebbe anche trascinato per un orecchio a costo di farlo venire. Newt aveva borbottato che se cominciavano così avrebbe annullato tutto in partenza, ma bastò una gomitata nelle costole da parte di Tina per fargli cambiare idea. Poi Theseus e gli altri si smaterializzarono, lasciandoli da soli sull'uscio di casa.

Newt chiese a Tina se si potesse occupare delle creature da sola, mentre lui sistemava le camere. L'Auror fu più che felice di fare l'ultimo giro di controllo, onorata della fiducia che Newt riponeva in lei. Nessuna delle creature aveva problemi e la maggior parte stavano già dormendo. Anche lo Zowou stava dormendo sonoramente. Si accertò di averli controllati tutti, poi tornò di sopra. Nella stanza di Newt c'era la luce del bagno accesa. Tina si cambiò nel suo pigiama e si accoccolò sotto le coperte in attesa che Newt la raggiungesse. Il magizoologo uscì e sembrò stupito di trovarla già lì.

«Sono tutti a dormire.» Lo rassicurò Tina. «Noi siamo le uniche creature sveglie.»

Newt sorrise e la raggiunse, aprendo un braccio affinché lei si accoccolasse stretta a lui. «Grazie, Tina.» Le accarezzò la schiena soprappensiero. «Mi mancherà avere tutta la comitiva per casa.»

«Anche a me.» Mormorò Tina prima di sollevarsi a guardarlo dritto negli occhi. «Ma l'idea di averti tutto per me non mi dispiace affatto.»

Newt le sorrise e il braccio che aveva avvolto sulla sua schiena la strinse di più. «Decisamente!»

Si chinò per baciarla e Tina si sciolse subito nella dolcezza del bacio. Newt le poggiò la mano libera sulla guancia. L'altra si sollevò sull'attaccatura dei capelli, facendola rabbrividire. Tina accarezzò il petto di Newt e afferrò la sua spalla, tentando di tirarlo più vicino.

Ma prima che potesse farlo, Newt si staccò e appoggiò la fronte sulla sua, respirando profondamente. «Teenie... Mi farai diventare pazzo.»

Quando la chiamava così Tolliver, c'era sempre una nota di sarcasmo, invece Newt lo faceva con dolcezza e con tanto amore che ci voleva autocontrollo per non chiedergli di chiamarla sempre così. Invece sorrise, gli diede un ultimo bacio e si accoccolò contro di lui. Nel giro di pochi minuti si erano addormentati tutti e due.

Un porto sicuro, tra le tue braccia!Where stories live. Discover now