Inghilterra, Londra, 21 novembre, 1927

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Il consiglio della magia britannico lo aveva convocato. Proprio quello che gli serviva dopo una notte insonne. Per lo meno non aveva avuto altri incubi su Parigi, però a quelli si erano sostituiti altri tipi di brutti sogni. Lo facevano sempre svegliare nel cuore della notte con il cuore a mille, solo che non per la paura o per la tristezza, ma per la rabbia. Sognava di Achilles e Tina e più sognava e più si infuriava. Era terribile: non aveva mai provato una rabbia così. Non voleva più provarla. Doveva trovare il modo di liberarsene.

Sicuramente il fatto che il ministro della magia volesse vederlo non lo rendeva meno nervoso. Già c'era di mezzo il suo permesso di viaggio e adesso c'era anche la questione di Grindelwald. Non volveva rivivere quei momenti. Erano stati tragici persino per lui. Sperava almeno che suo fratello fosse stato risparmiato. Anche se era abbastanza improbabile visto che era il capo degli Auror inglesi.

Si sedette nella sala di attesa. Pickett, nella sua tasca, stava ancora sonnecchiando. Quando la porta si spalancò di getto, l'Asticello mise fuori la testa, spaventato. Theseus uscì infuriato dalla stanza. Newt si alzò immediatamente e gli andò incontro.

«Theseus!» Lo bloccò prima che potesse superarlo. «Che è successo?»

«Che avevi ragione tu, ecco cosa!» Si voltò verso la sala del consiglio e gridò. «Che sono tutti degli ipocriti carrieristi!»

Newt lo tirò via prima che potesse dire qualcosa di peggiore. «Theseus, smettila!» Il fratello cercò di divincolarsi, ma il magizoologo tirò fuori un po' di forze e lo appese al muro. «Adesso basta!»

Lo sguardo severo e risoluto di Newt lo calmarono. Dopo qualche secondo scoppiò a piangere e il fratello lo strinse a sé. Non sapeva cosa fosse successo in quell'aula, ma l'avrebbe fatta pagare cara a chiunque avesse ridotto Theseus in quelle condizioni. Non aveva mai avuto paura del ministero della magia. Potevano contare quanto volevano nella società, ma per lui sarebbero rimasti degli ignobili carrieristi ipocriti, il cui unico intento era rovinare la società magica per riempirsi le tasche.

«Signor Newton Scamander.» Lo chiamò Travers. «Tocca a lei.»

Newt fece sedere Theseus su una sedia e gli ordinò. «Aspettami qui, devo parlarti.» Poi entrò e con un gesto della mano richiuse la porta in faccia a Travers. «Che avete fatto a mio fratello?»

«Come si permette...»

«Maledizione, rispondetemi!» Ruggì Newt, infuriato.

Probabilmente a vederlo così si ricordarono di quanto pericolosi fossero gli Scamander, perché il ministro della magia in persona sbiancò e parlò. «Abbiamo deciso di proibire alla salma di Leta Lestrange di essere seppellita qui in Inghilterra.»

Fu il turno di Newt di sbiancare. «Perché?»

«Perché era una traditrice!» Sbottò Travers, asciugandosi il naso dal sangue. «Ha ucciso suo fratello e ha fatto finta di niente, diventando anche un'Auror rispettata.»

«Era solo una bambina!» Sbottò Newt. «Voi siete matti! Ha dato la sua vita per combattere Grindelwald.»

«È stata una sua decisione.»

«Ma solo per essersi opposta a lui dovrebbe essere ricompensata!» Gridò Newt, battendo le mani sul tavolo. «Voi non siete altro che degli ignobili codardi! Parlate di guerra quando non sapete neanche cosa significhi. Parlate di perdite, quando non avete mai perso nessuno.» Indicò la porta da cui era entrato. «Mio fratello ha perso l'amore della sua vita, io ho perso un'amica! Solo il giorno in cui Grindelwald vi toglierà ciò che di più caro avete, solo allora potrete parlare! Fino ad allora, avvicinatevi ancora a mio fratello e io giuro che in un modo o nell'altro vi farò arrestare tutti quanti e vi farò sbattere ad Azkaban!»

Un porto sicuro, tra le tue braccia!Where stories live. Discover now