Oceano Indiano, Maldive, 24 novembre, 1928

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Newt sistemò le ombre del disegno. Era la prima volta che provava a disegnare una persona... E comunque si trattava di Tina. Se voleva farle un quadro, tanto per farle un altro regalo, doveva venirgli perfetto lo schizzo. L'aveva beccata nella posizione giusta al momento giusto: sospesa sull'acqua, con il pancione che veniva cullato dalle onde leggere e il sole che le baciava la pelle. Newt era talmente concentrato che per la prima volta, a vederla così, non venne sommerso da ondate di amore e desiderio quasi dolorose.

«Che stai combinando?» Chiese la voce di Tina.

«Una sorpresa.»

«Un'altra?»

«Sì.»

Si sollevò e lo guardò incuriosita. «Stai disegnando? Che cosa?»

«Vedrai.»

«Oh, e dai, dimmelo!»

«No.»

«Newton Fido Artemis Scamander!» Lo rimproverò con le mani sulla vita e tentando di nascondere il sorriso, senza riuscirci. «Adesso vieni qui e mi mostri qualsiasi cosa tu stia disegnando.»

«Assolutamente no!» Rise il magizoologo, chiudendo il taccuino, alzandosi e raggiungendola in acqua. «Dovrai attendere ancora un po'.» La baciò dolcemente. «Come ti senti?»

Non aveva più avuto altri incubi, ma Newt era preoccupato, soprattutto perché negli ultimi mesi era stata molto sotto stress. Ma adesso che la stringeva fra le braccia sentiva il bimbo che si muoveva neanche avesse un diavolo per capello, quindi sapeva che stava bene. Il magizoologo non riusciva neanche ad immaginarsi il terrore che doveva aver provato Tina nel sogno. Il solo pensiero che potesse accadere qualsiasi cosa a suo figlio o a sua moglie era in grado di lacerargli l'anima. D'istinto le baciò la fronte e Tina sospirò di sollievo, affondando il volto nel suo petto.

«Newt, non ti starai arrovellando, vero?»

«Un po'.» Sorrise Newt.

«Ah, che cocciuto!» Ridacchiò Tina, sollevando gli occhi su di lui e baciandolo. «Sto bene, d'accordo.» Nascose nuovamente il volto nella sua spalla. «Mi dispiace averti preoccupato tanto.»

«Sei sicura di stare bene?»

«Lo senti, giusto?»

Newt rise e poggiò le mani sul suo ventre. «Ovviamente.»

«Quindi?»

«Quindi state bene.» Concluse con un sorriso. «Scusa se sono così protettivo.»

«Credo di poterti sopportare.» Scherzò Tina, avvolgendogli il collo con le braccia. «Se in cambio sarò debitamente distratta.»

«Conosco un bel modo per distrarti.» Mormorò Newt baciandole il collo, le mani che si fermavano sull'attaccatura dei capelli.

«Immagino.» Sospirò Tina, mentre le sue mani gli risalivano la schiena.

La attirò più vicina a sé e la baciò. Ma perché finiva sempre per avere un bisogno disperato di lei? L'unica cosa buona era che la cosa valesse anche al contrario. Newt non si sarebbe mai imposto su Tina. Gli sfuggì un gemito quando le sue dita affondarono nei suoi capelli.

«Teenie... Per la barba di Merlino...» La prese in braccio e si smaterializzò.

Non aveva la concentrazione adatta neanche per arrivare all'ombra del palmeto, dove c'erano i due lettini che aveva creato per loro. Invece si smaterializzarono sul bagnasciuga, dove le onde lambivano i loro corpi già fusi in uno solo. Newt, questa volta, trovò molto difficile mantenere un ritmo lento e tranquillo, senza però sapere il perché. Per questo ad un certo punto, le avvolse la schiena con le braccia e si voltò, dando a lei il controllo. Tina aumentò subito la velocità e il mago sospirò di sollievo, mentre le baciava il ventre, tentando di calmare il piccolo. Quando Tina gli affondò le dita nei capelli, Newt strinse i pugni, tentando di controllare il desiderio che quel semplice gesto gli provocava, ma riuscì poco nel suo intento. Dopo neanche mezz'oretta riprese lui il controllo, ma almeno riuscì a ripescare un po' di autocontrollo, abbastanza per mantenere un ritmo lento e tranquillo, che sapeva era il modo migliore per alleviare lo stress di sua moglie e del loro figlio.

Un porto sicuro, tra le tue braccia!Where stories live. Discover now