Inghilterra, Londra, 20 aprile, 1928

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Egregio Newt Scamander,

La sua fama arriva fino a qui in Romania, signore. Le scrivo per chiedere umilmente il suo intervento. Faccio parte di un team che salva e alleva draghi. Sfortunatamente ci è sfuggito uno spinato che ha attaccato un villaggio di... Come li chiamate voi? Babbani, mi pare. Adesso il ministero rumeno vuole non solo farci chiudere, ma per altro abbattere tutte queste magnifiche creature.

La prego, senza il suo aiuto, moriranno.

Alexander Balan

«Ipocriti carrieristi!» Ringhiò Newt. «L'ho sempre detto e sempre lo dirò.»

«Con chi ce l'hai?» Chiese Tina sollevando lo sguardo dal piatto ancora integro della sua colazione.

«Con il ministero rumeno.» Il magizoologo sospirò, poi si accorse che Tina non aveva ancora toccato cibo. «È così terribile da non poterla neanche mangiare?»

«Come?» Le indicò il piatto con un cenno del capo e lei arrossì. «Oh, no, Newt, è solo che ho un po' di mal di stomaco.»

«Perché non ti prendi un paio di giorni di malattia?»

«Sai benissimo che non posso.» Sbuffò Tina, massaggiandosi il ventre. «Siamo sicuri di aver individuato la posizione di Grindelwald. Ci manca davvero poco ormai. Theseus ha bisogno di me.»

«Va bene, ma non sforzarti troppo.» Si raccomandò Newt alzandosi e mettendo il suo piatto nel lavandino, dove la magia cominciò subito a lavarlo. «E se stai ancora male, prenditi un po' di tempo per guarire. Promesso?»

«Sì, promesso.» La ringraziò dandole un bacio sulla guancia.

Poi però sospirò pesantemente. «Devo partire, Tina.»

«Che cosa?» Chiese lei, il mal di stomaco già dimenticato. «Ma... Non posso seguirti e...»

«Non ti chiederei neanche di farlo.» Quando vide il suo sguardo ferito, si inginocchiò di fronte a lei e le prese le mani tra le sue. «Ascoltami, ti prego, non prendertela a male. Lo sai benissimo che l'unica cosa che vorrei è stare con te ogni momento della nostra vita, ma Tina... I draghi non sono come tutte le altre creature che ci sono nel mio seminterrato o nella mia valigia.» Gli si spezzò il cuore quando le prime lacrime le bagnarono le guance. «Loro... Tina, questo drago ha ucciso delle persone! Non saresti al sicuro lì con me e neanche io. Sarei troppo occupato a preoccuparmi per te, invece di stare attento alle mosse del drago. Ti prego, cerca di capirmi.»

«Quindi mi lascerai qui da sola?» Adesso stava piangendo.

«No, no, questo mai.» Le accarezzò una guancia. «Chiederò a mio fratello se può ospitarti.»

«Quanto starai via?»

«Spero di riuscire a cavarmela in un mese.»

«Un mese!» Il mal di stomaco peggiorò tutto in una volta.

Si alzò e andò verso la cucina, dove c'era una finestra aperta, si appoggiò ai banconi con le mani e respirò a pieni polmoni, tentando di calmarsi. Ma perché stava piangendo? Le aveva dato una buona ragione. Se fosse andata con lui e gli fosse accaduto qualcosa perché era preoccupato per lei, non se lo sarebbe mai perdonata. E non l'avrebbe lasciata sola completamente. Quindi perché era così disperata?

«Tina...» Mormorò Newt abbracciandola da dietro e poggiando il mento sulla sua spalla. «Per favore, non posso partire sapendoti arrabbiata con me ed infelice.»

Voleva dirgli che aveva compreso, che sapeva che lo faceva solo per la sua sicurezza e anche per la propria, ma in quel momento il dolore divenne insopportabile. Si scostò da lui e corse in bagno. Non aveva idea di che cosa potesse rimettere visto che non aveva mangiato nulla. Quando si svuotò completamente lo stomaco si risciacquò la bocca con un po' di acqua e respirò profondamente un paio di volte.

«Tina?» Newt bussò timidamente alla porta. «Posso entrare?»

«Sì, Newt.» Disse esasperata... Senza sapere perché fosse esasperata adesso.

«Tu stai male, dico a Theseus di darti un paio di giorni liberi.»

«No!» Lo stomaco le lanciò una fitta improvvisa, al movimento veloce. «No, ti prego. Durante la tua assenza avrò bisogno di lavorare.»

Non era sicuro. «Non fino a sfinirti, chiaro?»

A quanto pareva la poteva capire in fin dei conti. «Va bene.»

Si avvicinò a lei e poggiò la fronte alla sua. «Promesso?»

«Promesso.» Lo guardò con le lacrime agli occhi. «E tu prometti di tornare sano e salvo e in fretta da me?»

«Certo.» Sorrise e le asciugò le lacrime dolcemente. «Non ti libererai così facilmente di me!»

Tina sorrise, poi la baciò e fu certa che avrebbe mantenuto la promessa ad ogni costo.

Un porto sicuro, tra le tue braccia!Where stories live. Discover now