Inghilterra, Londra, 24 giugno, 1928

7 0 0
                                    


«Mi sento una vera idiota!» Sbottò Tina, bevendo il tè che le aveva preparato Diana. «Ma non riesco a dirglielo! Ho paura che mi lasci sola, che mi abbandoni, che...»

«Tina, cara, stai dicendo stupidaggini.» La bloccò la madre di Newt con una risata dolce.

«Sì, lo so, ed è per questo che mi sento stupida.» La porta del seminterrato si aprì e Newt entrò in salotto con i capelli più in disordine del solito. «Hai perso la battaglia?»

Il magizoologo si chinò su di lei e le baciò la guancia. «Quale battaglia?»

«Quella col pettine.»

Newt scoppiò a ridere. «Quella non l'ho mai vinta.»

«Sì, ma oggi l'hai persa peggio del solito.» Commentò Diana divertita da quello scambio di battute. «Sei un vero disastro, Newton Scamander.»

«Grazie, mamma.»

«Di nulla, tesoro.»

«Vieni qui, magizoologo.» Tina ebbe pietà di lui e si alzò per raggiungerlo e provare a mettergli leggermente in ordine quella zazzera che aveva in testa il meglio possibile. «Non puoi accompagnare tua madre all'asta in queste condizioni.» Alla fine si decise ad usare la bacchetta. «Ecco, molto meglio!»

«Decisamente meglio.» Concordò con una risata Diana alzandosi e prendendo il figlio sotto braccio. «Bene, Tina, noi ci vediamo questa sera.»

«Mi raccomando, fate un buon prezzo ai francesi.» Scherzò Tina alzando gli occhi al cielo.

Newt si chinò su di lei e le sussurrò all'orecchio. «Solo per te gli faremo il prezzo più alto che abbiano mai pagato.»

«Grazie.» Ridacchiò Tina e Newt la baciò. «Ci vediamo dopo.»

Un porto sicuro, tra le tue braccia!Where stories live. Discover now