Inghilterra, Londra, 5 febbraio, 1928

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Newt era nuovamente sull'orlo della pazzia, solo che questa volta per motivi completamente diversi. Il desiderio di baciare Tina lo stava consumando, ma ogni volta che ci provava, qualcuno li interrompeva. Sembrava che il destino stesse tentando di tenerli separati ed era una cosa che lui non sopportava più. L'unico sollievo era dormire fra le sue braccia, ogni notte. Ma anche quello lo avrebbe presto fatto impazzire: un altro tipo di desiderio si insinuava nella sua mente prima che riuscisse ad addormentarsi e ogni volta era sempre più forte. Si faceva altamente schifo per quello, ma non poteva farci nulla. Era quasi del tutto certo che se l'avesse baciata, forse, un po' di sollievo l'avrebbe ottenuto... O forse avrebbe peggiorato la situazione. La verità era che desiderava scoprirlo con tutto il suo cuore, ma ogni volta veniva interrotto da qualcosa.

Fu Jacob a dargli una bella idea. «Perché non la porti fuori a cena?» Lo guardò incuriosito e lui si strinse nelle spalle. «Sareste finalmente da soli e niente e nessuno potrebbe interrompervi.»

Newt rifletté sull'idea di Jacob. «Sai una cosa? Hai proprio ragione. Bella idea, amico!»

L'uomo sollevò gli occhi dal lavoro che stava facendo per il ministero e gli sorrise. «Quando vuoi, Newt.»

Quando Tina tornò a casa, le si avvicinò «Tina, posso chiederti di seguirmi nel seminterrato? Voglio farti vedere una cosa.»

L'Auror gli rivolse un sorriso che quasi distrusse in mille pezzi il suo autocontrollo. «Certo.»

I due scesero le scale mano nella mano. Tina gli stava raccontando del suo lavoro come Auror di Theseus e lo rimproverava per aver pensato mai male di suo fratello: secondo lei non esisteva capo migliore di lui. Newt non poteva farne a meno: era geloso di come parlava di suo fratello. Anche se sapeva che non aveva alcun diritto di esserlo o alcun motivo per esserlo se era per quello. Theseus stava ancora soffrendo come un cane per Leta, anche se ormai lo nascondeva davvero bene. Alle volte aveva ancora degli incubi e neanche il suo rimedio poteva fermarli.

Quando arrivarono di fronte alla sua scrivania, Tina si voltò verso di lui e gli sorrise nuovamente. «Che mi devi far vedere?»

Era così bella che le parole gli sfuggirono di bocca. «Sei davvero bellissima, Tina.»

In risposta, Tina abbassò lo sguardo, le guance rosse. «Newt, in questo momento sono tante cose, ma bellissima non è fra quelle.»

«Invece lo è.» Si riscosse e parlò prima che lei potesse ribattere. «Vorresti venire a cena con me, questa sera?» Aveva parlato talmente velocemente, che Tina aveva uno sguardo confuso in volto, così ripeté più lentamente. «Vorresti venire a cena... Con me? Questa sera?» Sembrava stupita dalla richiesta e subito aggiunse. «Ma se non vuoi... Va bene! Insomma... Facciamo quello che vuoi... Ecco, io... Mi piacerebbe, ma...»

«Newt.» Lo interruppe lei con una risata, avvicinandosi e avviluppando le sue braccia intorno al suo collo. «Mi piacerebbe tanto cenare con te.»

Il magizoologo sospirò di sollievo e la strinse in un abbraccio. «Facciamo per le otto?»

«Facciamo per le otto.» Ripeté con un sospiro di sollievo, nascondendo il volto nel suo petto.

Tina si guardò allo specchio per l'ultima volta: aveva indossato l'abito che le aveva comprato Newt. Per Tolliver non se lo sarebbe mai messo, ma per il magizoologo... Chissà perché, ma si sentiva in dovere di dimostrare a Newt che aveva ragione, che lei era davvero bella. Nessuno le aveva mai detto che era bellissima all'infuori del mago inglese. Al di più le avevano detto che non era poi così male, ma non erano mai andati oltre. Nemmeno Tolliver ora che ci pensava glielo aveva mai detto. Non che lo avesse desiderato, ma con Newt era tutta un'altra storia. Voleva davvero essere bella per lui, perché sapeva benissimo che se lo avesse perso, non avrebbe più trovato qualcuno al suo livello. Era terrorizzata dall'idea che un giorno Newt si svegliasse e si accorgesse che lei non meritava una persona come lei. Lui era un famoso magizoologo, conosciuto in tutto il mondo, miglior duellante dell'intera Inghilterra a detta di Theseus, secondo forse solo a Silente, scrittore bestseller, figlio di una delle più importanti famiglie di stregoni in tutto il mondo e uomo dai solidi valori morali. Lei? Chi era Propertina Goldstein? La primogenita di due sconosciuti eroi, che avevano perso la vita facendo il loro lavoro di Auror, figlia di ebrei e di religione ebraica, era terribilmente insulsa rispetto a Newt e ciò la terrorizzava. Eppure quando lui la guardava, con quegli occhi così gentili, pieni d'amore e desiderio... Per lei! Non capiva come fosse accaduto, ma ringraziava ogni volta per la fortuna che aveva avuto.

Un porto sicuro, tra le tue braccia!Where stories live. Discover now