Inghilterra, Hogwarts, 10 gennaio, 1928

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«E poi ha anche il coraggio di parlarle così!» Ruggì Newt colpendo il manichino con un Avada Kedavra devastante. «Cosa diavolo crede che sia? Un oggetto?» Né colpì un altro con ancora più forza. «Lo detesto! Lo detesto e lo detesto ancora!» Ogni volta che lo disse, abbatté un Avada Kedavra su un povero omino di legno, distruggendolo.

Quando non né rimase neanche uno, Silente mormorò ironico. «È una fortuna che il nostro amico Auror non sia qui o temo che avresti usato lui al posto dei manichini.» Si beccò una terribile occhiataccia di Newt, che però lo fece ridere. «Stavo scherzando, Newt...» Poi gli si avvicinò e gli poggiò una mano sulla spalla. «Senti, ragazzo, ti conosco molto bene e so che, sotto quella tua scorza da timido che ti sei creato, nascondi una personalità passionale, coraggiosa e terribilmente potente. Sei sempre riuscito a controllare le tue emozioni, non farti sopraffare adesso.»

«Lei ha mai amato qualcuno?» Chiese a bruciapelo il mago. «Perché se non ha mai amato non può capire quello che sto provando.»

Silente stava per rispondergli, ma poi la porta si spalancò e il professore sorrise. «Signorina Goldstein.» Newt si voltò di scatto e fece per smaterializzarsi, ma Silente glielo impedì con un incantesimo anti-smaterializzazione. «È bello rivederla, come sta andando il suo nuovo lavoro al ministero della magia britannica? La trattano bene, spero.»

«Meglio di quanto io meriti, Silente.» Abbassò lo sguardo imbarazzata. «Posso parlare con Newt per un secondo?»

«Come no!» Esclamò il professore. «Vi lascio soli.» Si rivolse al suo ex-allievo. «Grazie per l'aiuto con Fanny. Non credevo che le mancasse così tanto un po' di aria aperta. La lascerò libera più spesso.»

Fece un cenno di saluto ad entrambi, poi se né andò chiudendosi le porte dell'aula alle spalle. «Tina, che cosa vuoi?»

Non l'aveva mai sentito parlare con una tale disperazione nella voce. «Newt... Io...» Si riscosse. «Mi serve un abito per sta sera e tu conosci Londra: mi porteresti a fare compere?»

La guardò stupito. «Perché ti serve un abito?»

«Perché...» Dubitava che fosse una buona idea dirgli dell'appuntamento, ma non poteva mentirgli. «Achilles mi porterà fuori questa sera e vuole che io indossi un abito da sera.» Poi aggiunse, vedendo il suo volto farsi ancora più scuro. «Io detesto gli abiti, ma mi ha chiesto questo favore.»

«Ho capito.» La zittì Newt, mentre si voltava a prendere il suo giaccone. «Conosco il posto giusto.»

Un porto sicuro, tra le tue braccia!Where stories live. Discover now