Inghilterra, Londra, 1 gennaio, 1928

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«Dieci!» Cominciò il conto alla rovescia Newt. «Nove! Otto! Sette! Sei!» Si unirono Theseus, Jacob. «Cinque! Quattro! Tre!» Alla fine arrivarono anche Nagini e Tina. «Due! Uno!» E poi erano finalmente entrati nel 1928. «Buon anno nuovo!»

Theseus abbracciò Jacob e Nagini insieme, Tina affondò il volto nel petto di Newt che la strinse a sé con forza. Potesse vivere sempre così, non lasciarlo mai, sarebbe stata la persona più felice del mondo. Ma dovettero separarsi quando Theseus decise di caricare il fratellino e stringerlo nella morsa letale del suo abbraccio, mentre Jacob e Nagini si avventavano su di lei. Erano tutti così felici di essere sopravvissuti ad un altro anno. Essere sopravvissuti a Parigi. Avevano perso tanto, era vero, ma adesso erano insieme e niente li avrebbe mai separati.

I ragazzi accompagnarono le ragazze alle loro stanze. Erano tutti stanchi e volevano tutti andare a dormire. Nagini ringraziò ancora una volta Newt per la bacchetta, per le lezioni e per il magnifico libro che aveva scritto. Abbracciò Jacob, stampandogli un bacio sulla guancia e si strinse a Theseus che era diventato un altro suo eroe quando il magizoologo le aveva raccontato che il maggiore aveva sempre combattuto per i diritti dei Maledictus, insieme con Newt.

Tina ringraziò ancora una volta tutti loro per tutto ciò che facevano per loro: per averli accolti in casa, per averli accolti nel loro Stato, per averli accolti al Ministero. Gli americani non si sarebbero dimostrati così accoglienti, né era più che certa. Eppure loro sembravano perfettamente apposto con questa cosa. Theseus era felice di avere un Auror tanto capace da legarlo alla sedia e di arrestare suo fratello minore nella sua squadra e il settore relazioni con i Babbani del ministero non aveva mai avuto un componente talmente valido come Jacob.

Newt aprì la bocca per dire qualcosa, ma poi sembrò ripensarci. Sorrise e arrossì leggermente, poi le accarezzò gentilmente la guancia. «Buona notte.»

I ragazzi le salutarono e si diressero alla loro stanza: Jacob fischiettando una canzoncina e Theseus che prendeva tra le braccia il fratellino prendendolo in giro per qualcosa. Poteva dirlo da come Newt avvampò all'istante sentendo le parole del fratello. Tina sorrise e le ragazze entrarono in stanza chiudendosi la porta alle spalle. Tina ci si appoggiò contro e sfiorò il punto ancora caldo sulla sua guancia. Stava sorridendo come una scema, ma non le importava più di tanto.

«Ti piace, eh?» Chiese Nagini, cambiandosi nel suo pigiamone e sgusciando sotto le coperte. «Siete tanto carini insieme.»

«Oh, Nagini, io e Newt siamo solo amici.» Replicò Tina con una risata nervosa.

La Maledictus inarcò le sopracciglia, ovviamente non credendo un secondo alle parole dell'Auror. «Ovvio, è per questo che state sempre appiccicati?»

«Noi non stiamo sempre...»

«Invece sì...» Nagini prese un espressione sognante. «E siete troppo carini quando lo fate.»

Tina rise e sollevò gli occhi al cielo. «D'accordo, Nagini, come vuoi. Ora a dormire, che domani ho dei magnifici e complicati incantesimi da insegnarti.»

«Evviva!» Esclamò tutta contenta la Maledictus, poggiando il volto sul cuscino e praticamente cadendo in un sonno profondo all'istante.

Tina ridacchiò e si sdraiò anche lei. Doveva scrivere una lettera ad Achilles, dirgli che lei non poteva continuare la loro relazione, perché non era innamorata di lui. Neanche le piaceva, non in quel modo comunque. Newt, invece, era tutto per lei. Quando stava nel suo abbraccio, si sentiva talmente al sicuro che neanche Grindelwald le avrebbe fatto paura. Se c'era qualcuno di cui lei era certa di potersi fidare, quel qualcuno era proprio Newt. E questo niente e nessuno avrebbe potuto contestarlo.

Un porto sicuro, tra le tue braccia!Where stories live. Discover now