Inghilterra, Londra 25 agosto, 1928

5 0 0
                                    


«Per la barba di Merlino, ma perché hanno fatto questi affari così complicati?» Chiese esasperato, dopo l'ultimo tentativo fallito di allacciarsi decentemente la cravatta. «Non capisco perché non potevo vestirmi come sempre? Devo pure rendermi ridicolo!»

«Con chi ce l'hai?» Ridacchiò Tina entrando nella stanza.

«Con la cravatta!» Poi la notò e rimase senza fiato. «Tina... Sei bellissima!»

«Non è vero, Newt.» Rise lei avvicinandosi e allacciandogli la cravatta in meno di due secondi. «Sembro una palla! Non mi guarderebbe neanche l'uomo più solo di tutto il mondo.»

Il magizoologo sollevò gli occhi al cielo. «Ancora con questa storia...» Le avvolse la vita con le braccia e la attirò a sé, baciandola con passione. «Appena torniamo ti faccio vedere io quanto neanche l'uomo più solo di tutto il mondo ti guarderebbe.» Le agganciò una ciocca di capelli dietro l'orecchio. «Dì ancora una volta che ti vedi come una palla e io giuro che mando tutto al diavolo e ti tengo rinchiusa in questa stanza finché non accetterai, anche per sfinimento, che sei la donna più bella che esista.»

Tina rise dolcemente e lo baciò. «Proposta allettante, molto allettante, signor Scamander, anche se forse dopo potrei accusarti di rapimento.»

«Potresti provarci.» Scherzò Newt, baciandola nuovamente. «D'altronde io e te abbiamo un trascorso con gli arresti, giusto?» Poi divenne improvvisamente serio. «Tu sei consapevole che sto scherzando, che non mi imporrei mai su di te, vero?»

«Ma è ovvio!» Rise nuovamente l'Auror, abbracciandolo. «Bene, sei pronto?»

«No.»

«Perfetto, andiamo.»

«Ho detto no!» Si lamentò Newt.

«Dai!» Prima che potesse fermarla si era già lanciata giù per le scale.

Il mago rise e la seguì: forse con Tina al suo fianco avrebbe potuto superare la serata. Forse era meno socialmente imbarazzante di qualche mese fa, ma ancora non gli piaceva l'idea di entrare in una sala piena di gente che sicuramente lo avrebbero guardato male e avrebbero trovato qualsiasi cosa pur di giudicarlo male. Eppure Tina era così felice: sapeva che ci teneva, quindi avrebbe fatto buon viso a cattivo gioco, ma solo per lei. Appena si fosse stancata, sarebbero tornati dritti dritti a casa.

La serata si sarebbe tenuta in una delle più grandi sale del Ministero. Di solito veniva utilizzata per chissà quale raccolta fondi ipocrita di gente ricca sfondata che non faceva altro che vantarsi dei soldi che possedeva, disgustare chi non li aveva e fare finta di essere brave persone solo perché partecipavano a certi eventi. Newt odiava andare a quei tipi di eventi, anche se era stato più volte invitato. I soldi ce li aveva per rientrare nel circolo e aveva anche un nome importante, Theseus partecipava spesso, ma lui... Newt viveva in una modestissima casetta a Londra. Ora che ci pensava, presto sarebbe diventata troppo piccola ed era piena zeppa di scale che per un neonato potevano diventare un ostacolo. Forse era ora di trasferirsi. Ci avrebbe pensato più tardi.

Adesso erano davanti alle porte principali. C'erano due Auror a fare da guardia. Erano della squadra di Theseus, li aveva visti spesso. Erano i migliori tra i peggiori. Figli di papà, ma per lo meno non erano così altezzosi.

Entrambi sorrisero, ma non a lui, a Tina. «Tina!»

«George, William.» Li salutò cordialmente l'Auror. «Oggi siete di turno?»

«Eh, sì, quando il capo ordina, noi ubbidiamo.» Rise uno dei due. «Tu sei l'unica che può permettersi di controbattere.»

«Dovreste temerlo meno.» Replicò Tina. «Non è poi così cattivo. Gli piace abbaiare, ma non morde.»

Un porto sicuro, tra le tue braccia!Where stories live. Discover now