Inghilterra, Londra, 23 giugno, 1928

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Passarono molte ore prima che crollassero sfiniti, ma quando Newt fece per spostarsi di lato, Tina lo bloccò. «No, resta!»

«Non ti sto schiacciando?» Chiese preoccupato.

«No...» Maledetti ormoni sballati: stava di nuovo piangendo. «Mi sei mancato!»

«Teenie...» La chiamava così solo quando erano da soli e in certi momenti. «Dammi due ore...» Mormorò baciandola con passione. «E poi ti prometto che mi farò perdonare per tutto il tempo che abbiamo passato separati.»

Mantenne la sua promessa e non solo una volta. Praticamente non chiusero occhio, ma Tina si guardò bene dal lamentarsi. Riuscì ad addormentarsi sfinita e completamente soddisfatta solo alle prime luci dell'alba e anche se era stremata, non si era mai sfinita in questo modo per migliore motivo.

Quando Newt si svegliò il sole era già alto. Comprese immediatamente di essere da solo, perché aveva il fianco freddo. Si voltò di schiena e tentò di allontanare la stanchezza per schiarirsi le idee. Fu quando la ragione tornò a fargli visita che comprese che la situazione non gli piaceva affatto.

Si sollevò di scatto. «Tina?» Nessuna risposta: riprovò più forte. «Tina?»

La porta del bagno si aprì e Tina mise fuori la testa sorridendogli. «Ben svegliato.»

«Non ti ho fatto dare la giornata libera per startene lontana da me.» Brontolò Newt, lasciandosi ricadere sul materasso.

«Mi dispiace.» Rise dolcemente l'Auror per poi sdraiarsi accanto a lui. «Ma qualcuno doveva pur pensare alle tue creature. Sei mancato tanto a tutti loro, non vedono l'ora di vederti e quel tuo nuovo Spinato è magnifico.»

«Non ti sarai avvicinata a Spina, vero?» Chiese più addormentato che sveglio il magizoologo, poggiando il capo sul suo ventre e lasciando che lei gli accarezzasse i capelli. «È pericoloso.»

«C'erano Dugal e Yu con me, non mi avrebbe mai fatto del male.» Replicò Tina che involontariamente si era irrigidita quando il mago le aveva poggiato il capo sulla pancia.

La cosa non passò inosservata e Newt sollevò gli occhi su di lei. «Va tutto bene?»

«Sì, sì, non preoccuparti.» Non né era molto convinto, ma Tina gli spinse dolcemente la testa, finché non si riappoggiò al suo ventre.

«Come mai eri sveglia così presto?»

«Presto? Erano le dieci di mattina.» Rise Tina.

«Sì, beh, era presto dato che ci siamo addormentati che erano le quattro.» Borbottò Newt, baciandole l'addome tramite il tessuto della sua camicia che si era messa addosso.

La cosa la fece nuovamente irrigidire, ma questa volta attese che rispondesse. «Ho... Ho avuto i miei soliti problemi di stomaco.»

«Soliti problemi...» Questa volta si drizzò per guardarla negli occhi. «Nelle tue lettere non mi hai detto niente.»

«Newt, eri a chilometri di distanza e lavoravi con dei draghi, non volevo farti preoccupare.» Spiegò Tina, baciandolo dolcemente.

«Non pensare di distrarmi con i baci, signorina Goldstein.» Mormorò Newt scostandosi e guardandola seriamente. «Sei andata da un medico?»

«Non mi serve un medico.»

«Tina...»

«Newt, fidati di me, okay?»

Era preoccupato per lei, ma non sembrava che fosse malata in alcun modo e poi Newt si fidava ciecamente di Tina. «Va bene, mi fiderò, ma se vedo che peggiori ti ci porto io dal medico.»

«E come pensi di fare?»

«Sono un duellante migliore di te, ricordi?»

«Ah, quindi proverai ad uccidermi per portarmi dal medico?» Chiese con ironia Tina, mentre gli affondava le dita nei capelli per portarlo più vicino a sé. «Perché non mi pare un buon piano.»

«Sai a me quale pare un buon piano?» Mormorò, mentre faceva risalire una mano lungo tutta la gamba, il fianco, fino a raggiungere la base del collo e baciarla. «Raccontarti una storia.»

Tina si morse un labbro quando le sue labbra le sfiorarono la pelle del collo. «Una storia?»

«La storia di un uomo e di quanto quest'uomo amasse la donna al suo fianco più di ogni altra cosa al mondo.» Quando fuse i loro corpi, strinse la spalliera del letto così forte che gli si sbiancarono le nocche. «E di come lei lo faccia diventare completamente matto anche solo con uno sguardo.»

«Credo di averla già sentita questa storia.» Mormorò Tina, mentre affondava le unghie nelle sue spalle e inarcava la schiena. «Ma adoro sentirla raccontare.»

Poi calò il silenzio.

Un porto sicuro, tra le tue braccia!Where stories live. Discover now