Scozia, Loch Ness, 3 marzo, 1928

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Tina si svegliò da sola, ma Newt aveva avuto la buona idea di lasciarle un biglietto volante che la seguiva ovunque lei guardasse. L'Auror si stiracchiò e abbracciò il cuscino del magizoologo, desiderando tornare a dormire, poi si ricordò di che giorno fosse e si drizzò, afferrando di scatto il foglio. Lo aprì, temendo che dentro ci fosse scritto che era andato a liberare il Kelpie da solo, invece no.

Mia amata Tina,

Perdonami per averti lasciata, ma volevo dare l'ultima dose di medicamento al Kelpie prima di liberarlo nel suo lago. Non ho dimenticato la promessa che ti ho fatto: ti aspetterò. Se ti svegli tanto tardi, troverai anche la colazione pronta. Non sarò un genio ai fornelli, ma credo di riuscire a fare due uova strapazzate senza far andare a fuoco l'intero cottage.

Ricordati che ti amo,

Newt

Tina sorrise e accarezzò le parole dell'ultima riga. Si alzò e rabbrividì quando sentì l'aria fredda sulla pelle. Si ricordò improvvisamente di essere nuda e si ricoprì all'istante. Perché si sentiva così timida tutto all'improvviso? Newt neanche era nella stanza, Mercy Lewis! Però aveva tanto freddo a raccogliere i suoi vestiti così. Se lo avesse chiamato e fosse stato nella valigia, probabilmente avrebbe sprecato solo fiato, ma poi un buon profumo di bacon fritto le raggiunse le narici. Era solo nella stanza affianco.

Tentar non nuoce. «Newt!»

Non dovette attendere tanto, prima che la porta si aprisse e il volto del magizoologo le sorridesse dall'uscio. «Buon giorno, bella addormentata.» Il mago entrò e si chinò su di lei per baciarla. «Dormito bene?» Chiese sedendosi di fianco a lei.

Istintivamente Tina si nascose tra le sue braccia. «Divinamente.» Lo guardò. «Bravo che ti sei ricordato della promessa.»

«A me suonava più come una minaccia, per quello me né sono ricordato.»

Tina scoppiò a ridere, poi si ricordò del motivo per cui l'aveva fatto venire. «Ehm, Newt, mi passeresti i miei vestiti, per favore?»

Newt inarcò le sopracciglia, poi si guardò intorno e rise. «Ma certo.» Le recuperò una camicia e dei pantaloni dall'armadio e glieli portò. «Non sei abituata molto alle temperature scozzesi, vero?»

«Già.» Mormorò leggermente imbarazzata. «Grazie, Newt.»

«Non c'è problema.» La rassicurò lui. «Vado a vedere il bacon, prima di incendiare davvero il cottage.»

Tina rise, poi si vestì in fretta e lo raggiunse. Aveva già servito in tavola e si era seduto a leggere degli appunti di ieri sera. L'Auror era affamata, più del solito, quindi si divorò tutto in poco tempo, facendo ridere persino Newt.

Il magizoologo si era svegliato di buon ora per dare l'ultima dose di medicamento al Kelpie. Si era ricordato della mezza minaccia... Beh, togliamo la mezza, era una minaccia vera e propria, di aspettarla per liberare il Kelpie. Si sentiva rigenerato. Come se in realtà non avesse dormito per mesi e mesi. Forse perché in parte era così. Era sfinito dall'arduo compito di mantenere l'autocontrollo con Tina in giro. A fine giornata era stremato. Finalmente avrebbe potuto lasciar perdere quell'inutile dovere. Si sarebbe anche sentito in colpa, se Tina non gli avesse fatto tutto il discorso prima. Forse un leggero senso di colpa lo aveva, ma era molto debole. Adesso che la guardava si zittì pure quello: Tina sembrava davvero raggiante, felice. Aveva timore di farle del male e di renderla infelice e invece la rendeva triste con il suo atteggiamento da gentiluomo freddo e distaccato. Come se lui potesse essere davvero distaccato da lei. Involontariamente sollevò una mano e le accarezzò una guancia. Tina sollevò lo sguardo dal suo piatto e gli sorrise.

«Scusa.» Mormorò imbarazzato abbassandola.

«Ti stavi scervellando, vero?»

«Come fai a...»

«Ti conosco, Newt.» Rise lei, per poi diventare seria. «Non riguarderà quello che è successo questa notte, vero?»

«No... Cioè, in parte.» Si grattò la nuca. «È un po' complicato. Stavo sì pensando a questa notte, ma non in senso negativo... Quello che intendo dire è che stavo rimuginando sul fatto che ti rendessi infelice non concedendoti quello di cui avevi bisogno che in parole povere significa che non ti capivo. E mi dispiace per questo.»

Tina scoppiò a ridere, facendogli sollevare lo sguardo di scatto. «Newt, credo tu sia l'unico che non abbia paura a provare a comprendere la testa di una donna.» Gli sistemò la zazzera di capelli che gli ricadeva sulla fronte e gli sorrise dolcemente. «Il vero problema, secondo me, è stata la mancanza di dialogo. Dobbiamo parlarci, qualsiasi cosa sia, okay?»

«Mi sembra un'ottima idea.»

«Davvero?»

«Davvero.»

Poi fu il momento, sempre tanto temuto da Newt, di liberare il Kelpie nel suo habitat naturale. Quelle creature avevano una reputazione terribile, anche se non la meritavano. Nel corso dei secoli avevano imparato a non avvicinarsi più alla superficie per cacciare e se né rimanevano tranquilli nelle profondità del lago di Loch Ness. Il Kelpie che Newt aveva salvato era stato ferito da un Babbano pescatore che lo aveva scambiato per un terribile mostro e lo aveva arpionato. Erano stati gli Auror scozzesi ad avvertirlo, visto che uno di loro conosceva la sua fama di magizoologo. Una vera fortuna, di solito venivano abbattuti quando c'erano di questi incidenti.

Newt e Tina si inerpicarono su una scogliera a strapiombo sulle acque scure del lago di Loch Ness. Il mago poggiò a terra la valigia e bussò tre volte, per poi aprirla: cominciò a tremare praticamente all'istante e poi ecco che il Kelpie saltò fuori con un potente nitrito. Si gettò nelle acque e si immerse subito. Lo persero immediatamente di vista. Non si accorse di stare piangendo finché Tina non gli asciugò le guance con una carezza e poi lo strinse in un abbraccio.

Un porto sicuro, tra le tue braccia!Where stories live. Discover now