Italia, Firenze, 25 giugno, 1929

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Tina e Giovanni erano tornati al cottage: Nicholas non poteva rimanere da solo per troppo tempo. Stava ancora dormendo tranquillamente nel suo lettino. Dugal lo aveva controllato tutto il tempo, ma le creature cominciavano a capire che c'era qualcosa che non andava. Newt non era andato a dar loro da mangiare quella sera ed era strano. Avevano comunque accettato il cibo da Tina, ma si vedeva che erano preoccupati per il loro padrone.

Erano quasi le una quando la porta si spalancò e il demone di Giovanni entrò nel cottage. «L'ho trovato. È vivo... Per ora.»

Tina scoppiò a piangere, mentre Giovanni prese in mano la situazione. «Sul divano, fammi vedere in che condizioni è questa volta.» Azazel ubbidì e poggiò con molta attenzione il magizoologo sul divano. «Piano!» Non appena Newt toccò il materasso, lanciò un grido di dolore. «Ti ho detto di far piano!»

«Più piano di così.» Si lamentò il demone. «Lo ha morso al braccio sinistro.» Poi gli passò qualcosa. «E ho trovato questa sul cadavere del vampiro. Non si bruciava.»

«La sua bacchetta.» Giovanni indicò Tina con un cenno del capo. «Dalla a lei.»

Azazel ubbidì e Tina se la strinse al petto. «Grazie.»

Il demone dovette avere pietà di lei, perché mormorò. «È forte, si riprenderà.»

«Invece di blaterare promesse che non sei sicuro di poter mantenere, perché non vieni a darmi una mano?» Sbottò il dominatore. «La situazione è grave. Mi serve aconito, argento liquido e una buona dose di fortuna.»

«La fortuna non saprei dove trovarla.» Commentò Azazel, avvicinandosi a Giovanni. «Per quanto riguarda l'aconito e l'argento, mi metto subito al lavoro.»

«Tina.» La chiamò Giovanni. «Vieni qui, parlagli, lo aiuterà a continuare a combattere per sopravvivere.»

Ubbidì e accorse al fianco di suo marito, prendendogli una mano e stringendogliela. «Newt, sono qui, vicino a te.» Non le rispose, ma sentì la pressione sulla sua mano aumentare leggermente. «Risponde.»

«Per ora.» Concordò Giovanni. «Ma dobbiamo muoverci in fretta. Portiamolo a letto, starà più comodo. Sicuramente conosci un incantesimo adatto.»

Tina tirò fuori la sua bacchetta. «Levi corpus.» Newt si sollevò lentamente e lo poggiarono con molta delicatezza sul letto. «Va bene?»

«Sì, ottimo lavoro.» Mormorò Giovanni. «Ti direi di andarti a riposare, ma...»

«Ma?»

«Quelli come me non sono in grado di mentire o di dire le mezze verità, quindi...» L'occhiata che le lanciò era seria e preoccupata. «Potrebbe non superare la notte. Il morso è profondo e la quantità di veleno che ha in corpo è quasi dieci volte di più rispetto a quando lo salvai da piccolo.»

A quelle parole, Tina crollò in ginocchio, di fronte al dominatore, in lacrime. «Ti prego... Ti scongiuro... Non posso vivere senza di lui. Newt è stato il primo a trattarmi con rispetto, a combattere per me, ad amarmi per quello che sono. Ti prego... Ti prego.»

«Tina, alzati.» Mormorò Giovanni, aiutandola a tornare sui suoi piedi. «Ho detto che potrebbe non superare la notte, non che è condannato. Stagli accanto, fagli sentire la tua presenza, sicuramente lo aiuterà a resistere fino al ritorno di Azazel, poi si vedrà se l'antidoto riuscirà a fare effetto, d'accordo?» Tina annuì e il dominatore le poggiò una mano sulla spalla. «Ascoltami: Newt è il mago più potente che io conosca. Ho capito subito che aveva un enorme potenziale, fin da quando lo salvai da piccolo. Alcuni demoni lo temono e se è sopravvissuto all'attacco di un vampiro antico, hanno ragione a farlo. Abbi fiducia in tuo marito e fagli sentire la tua presenza, perché l'amore è la cura più potente contro ogni ferita.»

Un porto sicuro, tra le tue braccia!Where stories live. Discover now