Inghilterra, Derbyshire, 5 dicembre, 1929

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«È tutto pronto?» Chiese per l'ennesima volta Tina. «Sicuro che non manchi niente?»

«Sì, Tina.» Rise esasperato Newt. «Ho controllato dieci volte, non manca niente, vedrai che si divertiranno tutti.» La vide prendere un respiro profondo e non riuscì a fare a meno che provare un moto d'affetto e se la strinse al petto. «Ehi, amore mio, tranquilla: fa un anno, non dodici.»

«Lo so...» La sentì sospirare di sollievo tra le sue braccia. «Meno male che ci sei tu, Newt.»

Il magizoologo le baciò la fronte dolcemente, poi la lasciò andare per scendere nel suo scantinato a dare l'ultimo pasto alle sue creature. Lo faceva sempre prima di una festa importante, così che loro poi potessero andare a dormire e non dessero troppo fastidio. Controllò altre dieci volte la gabbia degli Snasi, poi tornò di sopra. Non riusciva a credere che fosse già passato un anno dalla nascita di Nicholas. Il bimbo era cresciuto molto in fretta ed era anche un chiacchierone. James diceva che aveva un vocabolario incredibile per la sua età. Forse era sovrastimolato, ma il medico diceva che andava bene così e che non c'erano problemi.

Quando tornò di sopra, non notò né Tina, né Nico. Sapeva dove si erano cacciati. Conoscendo sua moglie si erano rintanati entrambi nella loro stanza, per gli ultimi controlli. Newt rise esasperato e salì le scale per entrare in camera loro. Notò immediatamente Tina cercare di far stare fermo un Nico sull'orlo di una crisi di rabbia, tentando di mettergli un papillon.

«Non lo vuole.» Le ripeté per l'ennesima volta Newt. «Non farlo arrabbiare proprio il giorno del suo compleanno.»

«Oh, è peggio di te!» Sbottò Tina, lasciandolo tranquillo. «Il che è dire tanto.»

«Sei peggio del tuo papà?» Chiese dolcemente Newt, sollevando Nico sopra la sua testa. «Chi è il principino del papà?»

«Io!» Rise Nicholas contento.

«Tu? Sicuro?»

«Tì!»

«Ma sicuro, sicuro, sicuro?»

«Tì!» Rise nuovamente suo figlio.

Newt sorrise e se lo strinse a sé. «E chi altro potrebbe essere?» Poi accarezzò il ventre di Tina. «Ma di chi sono questi fratellini?»

«Mei.» Si indicò con la mano.

«Tuoi? No, loro sono miei.» Replicò il magizoologo.

«No.»

«No? Come no?»

«Mei.»

«Bravo, amore mio.» Gli diede un bacio sulla fronte. «Sei proprio un bravo principino.»

Il campanello squillò e Tina entrò immediatamente in tensione. «Oh! Sono qui! Ora che si fa?»

«Come che si fa?» Rise il magizoologo. «Ora scendiamo e accogliamo i nostri ospiti per celebrare con la nostra famiglia il primo anno di vita del nostro Nico.»

Era un fascio di nervi, ma con Newt al suo fianco, a rassicurarla, le ci volle poco per riprendere la confidenza classica di un Auror. Avevano invitato giusto la famiglia più stretta: Theseus, Diana, Nagini, Jacob, Rachel, Clair, Estella ed Ed. Newt avrebbe voluto che ci fosse anche Silente, ma il suo professore era impegnato ad Hogwarts: stava cercando di creare la pozione con tutte le sue forze, ma sfortunatamente proseguiva a rilento. Come anche le loro indagini, comunque.

Theseus raccontò loro del suo lavoro alla scuola di magia. Sembrava davvero entusiasta, nonostante l'atteggiamento reticente di suo padre. Gli studenti adoravano sentire le sue storie e poi riuscivano a concentrarsi meglio sulla lezione.

Gli Auror americani ammisero di essere trattati mille volte meglio dal Ministero Britannico che non dal MACUSA. Madama Picquery tendeva a far turni inumani per una paga da fame. Invece lì le ore di lavoro erano direttamente proporzionali ai soldi che rientravano in tasca. Per di più erano felici di lavorare al comando di Tina. Stavano dando ripetizioni ai loro colleghi inglesi e forse, con un po' di fortuna, in un paio di mesi si sarebbero trasformati davvero nella squadra di élite.

Nico fu il principe indiscusso della festa. Si comportava già come un buon padrone di casa, chiacchierando con tutti, facendo sapere a chiunque lo ascoltasse che i tellini mei, ovvero che i gemelli erano suoi e non del suo papà o della sua mamma. Era tanto felice e Tina sentì tutta la paura per quella sera scomparire. La consolò anche il fatto che Newt le fu tutto il tempo accanto, le dita intrecciate alle sue. Come avrebbe mai potuto fare senza di lui? Si passò una mano sul ventre quando i piccoli cominciarono a fare i dannati, ma non appena suo marito se né accorse, le accarezzò dolcemente la pancia: come accadeva sempre, appena sentirono il tocco gentile e amorevole del padre, si calmarono.

«Hai un talento naturale.» Rise Ed. «Come fai?»

«Questo non lo so.» Rispose Newt, continuando le sue attenzioni al suo ventre. «So solo che funzionava anche con Nico.» Guardò suo figlio con un sorriso. «Vero, Nicholas?»

«Tì!»

«Cos'eri nella pancia della mamma tu?»

«Avolo.»

«Un diavolo?»

«Tì.»

«Ma eri il nostro diavolo?»

«Tì.» Gattonò verso suo padre e si arrampicò sulle sue gambe. «Papà.»

«Dimmi, amore.»

«Accio.»

«Vuoi un abbraccio?»

«Tì.»

«Oh!» Mormorò Diana, con le lacrime agli occhi. «Come sono orgogliosa del mio bambino.»

«Mamma!» Sbottò ridendo Newt. «Non sono un bambino.»

«Non stavo parlando di te.» Rimbrottò sua madre. «Ma di mio nipote.»

«Ah, beh, allora scusa.»

Tina aveva scoperto che Newt era un intrattenitore nato. Oltre al fatto che conosceva un sacco di aneddoti e praticamente tre quarti del pianeta, sapeva essere gentile, carismatico e accogliente. Era un ottimo padrone di casa. Tina era davvero fortunata ad averlo con sé al suo fianco. E sarebbe sempre stata grata a lui per questo.

Un porto sicuro, tra le tue braccia!Where stories live. Discover now