Inghilterra, Londra, 13 dicembre, 1927

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Mancava terribilmente poco a Natale. Newt non aveva convito Theseus a fermarsi a casa sua per un po' di tempo, ma almeno era riuscito a convincerlo a venire ogni sera a cena. Per lo meno poteva tenerlo d'occhio. La situazione non migliorava affatto e Newt aveva chiesto aiuto a Jacob. Anche il suo amico Babbano aveva perso l'amore della sua vita, anche se Queenie era ovviamente ancora viva, ma si era unita a Grindelwald, probabilmente era anche peggio di morire. Fortunatamente Jacob accettò immediatamente di provare a parlargli.

La sera Jacob raggiunse Theseus sul divano. L'Auror stava osservando le fiamme con sguardo vuoto e lontano. Newt era preoccupato a morte, ma si fidava del suo amico che sicuramente capiva il dolore del fratello meglio di lui. Il magizoologo aveva concluso di mettere a posto le stoviglie. Nagini si era seduta sulla poltrona vicino al fuoco a leggere il libro, mentre Tina... Tina non si vedeva da nessuna parte. Newt salì le scale fino alla stanza che aveva creato per le ragazze e bussò piano alla porta. Non ricevette risposta e così la aprì di un solo spiraglio e sbirciò dentro, ma non c'era nessuno. Era uscita senza dire niente a nessuno? Poi gli venne in mente che forse era nel seminterrato.

Tornò in soggiorno e ciò che vide lo fece sospirare di sollievo: Theseus aveva smesso di osservare il fuoco e stava guardando Jacob, con una luce più vivace negli occhi, mentre il Babbano gli raccontava della sua attività di pasticcere e di come le sue pastine a forma di creature erano andate a ruba. Newt era talmente grato a Jacob che gli avrebbe volentieri dato un bacio in fronte.

Con un sorriso scese nello scantinato. Trovò Tina assorta a leggere una lettera. Newt sentì il cuore sprofondare, ma si avvicinò comunque. In quei giorni la situazione si era leggermente calmata, a parte per suo fratello. Tina sorrideva più spesso e si perdeva meno nei suoi pensieri. Le aveva dato qualcosa per calmare il sonno e per farla riposare un po' e da allora era rinata.

Aveva fatto lo stesso con Theseus, ma con Jacob faceva più fatica perché era un Babbano. C'erano delle erbe che non funzionavano molto bene con i Babbani. Rischiava di sortire l'effetto contrario.

Newt, per non spaventarla, la chiamò piano. «Tina?»

Lei si voltò di scatto. «Newt.»

Il magizoologo arrossì. «Volevo solo assicurarmi che tu stessi bene.» Abbassò lo sguardo. «Ti lascio sola.»

«Newt, no.» Si alzò e lo raggiunse. «Scusa, avrei dovuto chiederti il permesso prima di scendere, è casa tua d'altronde.»

«No, no, sentiti libera di girare. Sei ospite, non prigioniera.» Mormorò piano Newt. «Immagino tu volessi un po' di privacy... Ora ti lascio sola. Scusa ancora per l'interruzione.»

«Ma...»

Ormai però era già a metà delle scale. Possibile che fosse... Geloso? Ma no, davvero assurdo! Non poteva essere... Eppure, si comportava così solo quando lei riceveva lettere da Achilles. Per altro l'ultima era abbastanza strana. Conteneva solo un paio di parole.

Adorata Tina,

Resisti!

Tuo,

Achilles Tolliver

Che avrà voluto dire?

Tina decise di non rispondere questa volta. Erano usciti una decina di volte ed Achilles era una brava persona, deciso, forte, un Auror, ma... Non era Newt, molto semplicemente. Aveva cominciato ad uscire con lui per dimenticarsi del magizoologo, ma ogni volta che facevano qualcosa insieme, finiva sempre per comparare Achilles a Newt. Cominciava a chiedersi se non fosse innamorata di Newt. Poco dopo essersi separati, dopo la sua prima visita a New York, ci aveva pensato più di una volta, viste anche le continue lettere che le spediva il magizoologo inglese. Ma poi era uscito quell'articolo e lei si era infuriata. Adesso cominciava a capire che era stata un'idiota, anche perché aveva continuato a scriverle, ma lei, per ripicca, non le aveva mai lette. Si sentiva in colpa adesso.

Risalì le scale e trovò Jacob e Theseus a chiacchierare amabilmente, tanto per una volta. Nagini stava per finire il libro di Newt e il magizoologo era seduto da solo, al tavolo, lo sguardo cupo poggiato sulla tazza di tè. Tina si avvicinò e si sedette di fianco a lui, poggiando la testa sulla sua spalla. Il magizoologo si irrigidì, ma dopo qualche secondo le avvolse le spalle con un braccio.

«Va tutto bene, Newt?»

«Sì, certo.»

«E perché sei qui da solo?»

«Stavo pensando.»

«Vuoi parlarne?»

Le sorrise, ma era triste, sconsolato. «No, Tina, non voglio parlarne.» Prima che potesse replicare si alzò. «Sono molto stanco. Vado a dormire.»

Theseus, benedetto lui, si alzò a sua volta. «Possiamo parlare?»

Newt si strinse nelle spalle e presero le scale. Tina si sedette vicino a Jacob che le sorrise: sembrava molto più sereno e tranquillo. Forse Newt gli aveva fatto lo stesso discorso che aveva fatto a lei, rassicurandolo. Si fidavano entrambi di Newt e sapevano che era un uomo di parola.

Newt aprì la porta della sua stanza e trascinò i piedi fino al letto. Agitò la bacchetta e la sua camicia volò sulla sedia della scrivania. Si lasciò cadere sul materasso e sospirò profondamente. Era terribilmente stanco: se non aveva incubi su Grindelwald e Parigi, né aveva su Tina e Achilles. Era un vero tormento!

Sentì Theseus entrare e chiudere la porta. «Jacob mi ha detto del problema che hai con la signorina Goldstein.»

Newt sbuffò. Non voleva fare questa conversazione con suo fratello, ma almeno non stavano discutendo su Leta.

«Non ho alcun problema con Tina.»

«Sei innamorato di lei, Newt?»

«Non lo so, okay?» Sbottò il magizoologo, alzandosi di scatto e cominciando a camminare avanti e indietro per la stanza. «Io... So solo che non sopporto l'idea di lei insieme ad un altro.»

«Quella si chiama gelosia.» Commentò ridacchiando Theseus. «E tu, mio caro fratellino, non sei innamorato di Tina, la ami alla follia.»

«Non esageriamo.» Brontolò Newt, sedendosi nuovamente.

L'Auror gli si sedette accanto e gli avvolse le spalle con un braccio. «Newt, è vero che ti svegli infuriato perché hai sognato di loro?» Gli bastò il suo arrossire per avere la risposta. «Sì, sei pazzo di lei.»

«E che devo fare?»

«Cerca di capire se questa cosa con Tolliver è seria e se non lo è dille quello che provi.»

«E se lo è?»

«Da come ti guarda, non credo proprio.»

Gli diede delle pacche sulle spalle e uscì dalla stanza, lasciando Newt da solo con i suoi pensieri.

Un porto sicuro, tra le tue braccia!Where stories live. Discover now