Inghilterra, Londra, 22 giugno, 1928

5 0 0
                                    


Era nel giardino sul retro a farsi una passeggiata. Aveva bisogno di stare un po' da sola. Era calata la sera, ma non faceva troppo freddo. Si era messa una giacca leggera e si teneva stretto il ventre per non prendere freddo, ma l'aria era piacevole. Quella giornata era stata un vero inferno! Theseus era incredibilmente nervoso e irrequieto: erano sempre più vicini allo scoprire dove si trovasse Grindelwald. Tina era certa che l'unica cosa che volesse, fosse vendetta per la morte di Leta, ma fin tanto che fossero riusciti a sconfiggere quel pazzoide a lei andava bene così.

Immersa nei suoi pensieri non si accorse minimamente di una sagoma che oscurò la luce della luna appena sorta o gli zoccoli di un Ippogrifo atterrare nel giardino ad una decina di metri da lei. Non notò neanche il sorriso che fece chi lo montava.

Ma una cosa la sentì e fu la sua voce. «Tina!»

Fu a malapena sussurrato, ma probabilmente l'avrebbe sentito anche se lo avesse solo pensato. Si voltò di scatto verso l'origine del suono e incrociò gli occhi verdi smeraldo di Newt. Si era allontanato di qualche passo da Vento del Nord e ciò le permise di correre tra le sue braccia. Affondò il volto nel suo petto e pianse a dirotto. Strinse tra le mani i baveri della sua giacca e tra i singhiozzi inspirò il suo profumo: muschio e un accenno di un'acqua di colonia. Mercy Lewis, quanto le era mancato? Sentiva di stare per crollare in terra, ma fortunatamente Newt la sollevò tra le braccia e se la tenne stretta a sé. Si accorse che anche lui stava piangendo, quando qualcosa le picchiettò il collo.

Lentamente si calmò e riuscì a scostarsi per guardarlo negli occhi, quei suoi magnifici occhi verde smeraldo, in cui lei si poteva tranquillamente perdere per ore. Lentamente si chinò su di lei e la baciò. Tina pianse di felicità nel sentire nuovamente le sue labbra muoversi sulle sue. Gli strinse le braccia intorno al collo e approfondì il bacio. Involontariamente inarcò la schiena e sentì le mani di Newt stringersi in pugni in risposta.

Si staccò anche se non con poco rimpianto. «Tina...» La voce poco più forte di un sussurro. «Mi sei mancata! Le ultime settimane sono state insopportabili. Non ce la facevo più!»

«Oh, Newt! Non dirlo a me! Mi sei mancato terribilmente. Ti amo!» Mormorò Tina fra i singhiozzi.

In risposta le sue braccia la strinsero convulsamente. «Ti prego dimmi che possiamo entrare, fare i dovuti saluti e poi andarcene a casa.»

«Guai a te se ti trattieni troppo!» Disse nascondendo il volto nella sua spalla e continuando in un sussurro. «Ho terribilmente bisogno di te.»

«Non dire così.» Gemette Newt, chiaramente combattendo per mantenere l'autocontrollo. «Non più di dieci minuti! Un secondo di più e non risponderò delle mie azioni.»

Fortunatamente tutti gli altri sembrarono comprendere il loro desiderio di stare un po' da soli, perché non ritennero necessario trattenerlo per più di un abbraccio stritolatore a testa. Newt diede il giorno dopo libero a Nagini e guardò Theseus affinché facesse lo stesso anche per Tina. L'Auror non ebbe problemi a concederlo. Lo avrebbe ringraziato venerdì, adesso voleva solo andare a casa e passare la notte fra le braccia di Tina o sarebbe impazzito diversamente.

I pochi secondi che gli ci vollero per smaterializzarli a casa loro furono un vero inferno. Aveva sopportato abbastanza a lungo la distanza. Non ce la faceva più. Se Tina pensava di essere l'unica ad avere bisogno dell'altro si sbagliava di grosso. Non era passata notte in cui Newt non rivivesse tutte le giornate e le notti insieme. Era diventata quasi una tortura dormire. I sogni erano magnifici, ma non facevano altro che aumentare la pesante realtà di separazione. Se in ballo non ci fosse stata la vita di così tante creature non avrebbe mai accettato, ma non poteva lasciare morire più di diecimila draghi innocenti. Ma ora come ora non voleva più pensarci. Era finita, adesso era a casa e Tina era diventata ancora più bella. Non controllò neanche le creature, sapeva che erano state in buone mani con Tina e comunque non sarebbe stato abbastanza concentrato per dare loro l'attenzione che meritavano. Forse l'indomani mattina.

Fu un'impresa riuscire a controllarsi per non strapparle letteralmente i vestiti di dosso. Cercava di contenersi baciandola e stringendola a sé, ma non era abbastanza. Il suo corpo sapeva di che cosa aveva bisogno e non sarebbero bastati due o tre baci per soddisfarlo. Fortunatamente non era l'unico in quella situazione. Se né accorse quando uno dei bottoni della sua camicia rimase impigliato e Tina decise per il metodo più veloce ed efficace: gliela lacerò in due. Newt riuscì persino a sorridere a quel gesto, ma anche il suo di autocontrollo stava cedendo velocemente.

Tanto che i loro corpi si fusero ancora prima di toccare il materasso. Tina gli affondò le unghie nella schiena e lui dovette stringere le mani intorno alla testiera del letto per non fare altrettanto. A quel punto il controllo venne più semplice, perché erano tornati insieme, completi.

«Teenie...» Mormorò col fiato corto, mentre i loro corpi si muovevano in perfetta sincronia, lentamente, con dolcezza, senza fretta. «Mi sei mancata terribilmente.»

Tina scoppiò in lacrime, ma sapeva che non era perché le stava facendo del male. «Non farmi più questo, Newt.»

E soffrire un'altra volta in questo modo? «Mai più!»

«Promesso?»

«Promesso.»

Un porto sicuro, tra le tue braccia!Where stories live. Discover now