Inghilterra, Londra, 28 luglio, 1928

5 0 0
                                    


«Tina!» Theseus la strinse in un abbraccio. «Che fai qui di domenica mattina?»

«Volevo parlarti di una cosa, posso entrare?»

«Come no.»

La fece accomodare in salotto e le versò del tè. Jacob e Nagini erano fuori a fare due passi, mentre Theseus era rimasto a casa per lavorare su un caso. I due rimasero tranquilli per un po', a guardare fuori dalla finestra. La verità era che Tina non aveva idea di come parlare della questione al suo futuro fratello.

«Theseus...» Prese coraggio e chiese. «In che rapporti sei con tuo padre?»

L'Auror bloccò la penna, lentamente abbassò il foglio e la guardò. «Perché?»

«Perché Newt non né vuole parlare e vostra madre non è stata molto gentile.» Sbuffò Tina, appoggiandosi allo schienale. «Voglio la versione del fratello maggiore.»

«Tina...» Mormorò Theseus e già il tono non le piacque. «Mio padre...»

«È un po' particolare.» Concluse Tina. «Sì, questa l'ho già sentita. Ma andiamo, almeno uno dei due fratelli dovrà avere un minimo di rapporto con lui.»

«Quello sarei io.» Mormorò l'Auror. «E Newt mi detesta per questo. C'è un motivo se Newt ha chiamato noi Auror ipocriti carrieristi. In quella categoria non rientravi tu, ma di certo ci rientravo io.»

«Tu non sei...»

«Invece sì.» Sospirò Theseus. «Se sono dove sono oggi, è perché ho fatto il bravo figlio di papà, ascoltando quello che mi diceva e facendo tutto ciò che mi ordinava di fare, anche quando era immorale.» Sembrava perso in ricordi dolorosi. «Tutto ciò che ho fatto, l'ho fatto per raggiungere la vetta. Tra i due, il più coraggioso, il vero eroe, non sono io, è Newt. Lui ha sempre avuto il coraggio di sfidare nostro padre, di fare quello che voleva davvero. E mio padre diventa un nemico pericoloso quando viene sfidato, soprattutto se a sfidarlo sono i suoi figli.» Rise mestamente. «E poi chiamano me eroe di guerra. Newt, la guerra, l'ha combattuta in casa.»

«Però tu con tuo padre ci parli, giusto?» Theseus annuì, ma aveva lo sguardo triste. «Credi che sarebbe una così cattiva idea fare una cena di famiglia?»

«Una pessima idea!» Poi vide lo sguardo severo che Tina gli lanciò e sospirò esasperato. «Ma se davvero vuoi conoscere mio padre... È un tuo diritto.» Sollevò un dito. «Ad una condizione.» Tina inarcò un sopracciglio. «Faremo passare l'idea per mia.»

«Perché mai?»

«Perché Newt non deve sapere che la sua futura moglie ha istinti suicidi.» Sorrise mestamente Theseus.

Tina sollevò gli occhi al cielo. «Che drammatico! Siete entrambi drammatici. Ma accetterò a patto che la cosa non faccia scoppiare un putiferio, in quel caso, mi prenderò la colpa.»

«Mi sembra accettabile come compromesso.» Si strinsero la mano, ma Theseus aveva l'aria di uno che aveva appena condannato a morte un innocente, mentre Tina, stranamente, non si sentiva preoccupata, anzi, era curiosa di conoscere questo mostro terribile e vedere se fosse in grado di affrontarlo.

«Assolutamente no!» Ruggì Newt alzandosi di scatto. «Tu non stai bene, Theseus! Hai la più pallida idea di che cosa potrebbe accadere? Mio padre deve stare alla larga da Tina. Se lo vedo a meno di un chilometro da lei...»

«Newt, ha il diritto di conoscerlo.»

«Sì, e io ho il diritto di ammazzarlo se si avvicina troppo.»

«No, non è vero.» Sbottò Theseus alzando a sua volta la voce. «Ricordati che stai parlando ad un Auror.»

«E tu ricordami perché sei diventato un Auror, invece di fare l'insegnante di pozioni ad Hogwarts.»

Un porto sicuro, tra le tue braccia!Where stories live. Discover now