Capitolo 1383

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Em: figurati,mi hai fatto già un grande favore accompagnandomi a casa.

C: da fuori é molto bella complimenti,immagino lo sia anche dentro.

Em: per una pigrona come me é fin troppo grande.

Si mette a ridere per la mia battuta ed io faccio lo stesso,anche se si capisce che lo facciamo per non sembrare ancora più nervosi di quanto non sia già evidente.

C: ci vediamo lunedì.

Em: come lunedì?

C: domani avete il tema di italiano ricordi?

Mi ero completamente dimenticata che la professoressa aveva chiesto a Colin di scambiarsi un'ora per poterci lasciare due ore per il tema.

Em: me lo ricordavo,ho solo scelto di accantonare l'idea.

C: sei tremenda. Allora buonanotte.

Em: buonanotte.

Siamo uno girato verso l'altra,impegnati a guardarci negli occhi: se potessi non me ne andrei mai e resterei a parlare con lui per tutta la notte. Agendo d'istinto,con un movimento rapido mi avvicino e gli lascio un piccolo bacio sulla guancia,staccandomi subito.

Em: scusa...io...volevo solo salutarti e ringraziarti.

C: tranquilla.

Vedo che é palesemente rimasto stupito dal mio gesto,ma quando abbasso lo sguardo noto la sua mano destra appoggiata sul mio ginocchio. Deve aver seguito il mio sguardo perché,appena la nota anche lui,toglie la mano.

C: corri dentro per non bagnarti.

Em: sì...ciao.

Esco dalla macchina,aprendo il cancelletto e correndo verso la porta,girandomi nel momento in cui sento la macchina partire e sfrecciare via. Ho il cuore che mi batte all'impazzata e i pochi passi che ho fatto di corsa non sono la causa. Rimango riparata davanti alla porta,cercando di riprendere fiato,ma pochi secondi dopo la vedo aprirsi.

A: Em! Stavo per mettermi in macchina. Vieni dentro che c'é troppo vento.

Mi fa entrare prendendomi lo zaino e togliendomi la giacca,mettendo tutto sul divano. Io sono ancora con la testa altrove per poter realizzare quello che mi succede intorno.

A: ho visto una macchina fermarsi. Chi era?

Em: ehm... vedendo che non smetteva,il mio professore mi ha offerto un passaggio a casa.

La prima cosa che avrei voluto fare,sarebbe stato mentirgli,ma oltre a capirlo non avrei trovato una scusa valida davanti agli occhi di Alex per giustificare il fatto che fossi scesa da una macchina.

A: ah ok. Scusa,ma mi sono perso a studiare: ho pensato che avresti aspettato che si calmasse la pioggia.

Em: tranquillo Alex. Non ha voluto lasciarmi là siccome ero sotto la sua responsabilità.

A: mi sono accorto che era passata più di mezz'ora e non vedendoti arrivare,stavo per partire.

Em: Alex non sono morta.

A: lo so,lo so.

Una delle cose che erano cambiate nel nostro rapporto era che Alex era diventato molto più premuroso e protettivo nei miei confronti,anche se non eccessivamente come papà.

Em: mamma e papà hanno chiamato?

A: sì,papà voleva sapere a che ora saresti tornata.

Em: tornano domani?

A: domani pomeriggio e Gaia la portano qua i nonni sempre domani pomeriggio.

Em: bene. Ti spiace se vado a farmi una doccia,così poi ti aiuto a preparare?

A: no,vai tranquilla: ti sarai presa un bel freddo.

Prendo tutte le mie cose e vado di sopra in camera mia,andando poi a farmi una doccia calda. Avevo dato un bacio,se pur sulla guancia,a Colin. Al mio professore. E il fatto era che anche lui,a modo suo,aveva fatto un gesto verso di me oltre che tutte le moltissime parole che mi diceva sempre. Tra tutte le cose che mi sarei aspettata che capitassero,non mi sarei mai immaginata queste.

Biondo ed Emma - Ricordati di ... 7Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora