Capitolo 1371

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Em: beh non é il primo a dire che la storia ha un corso ciclico e credo sia una teoria più che valida. Chiaramente credo che cambino i mezzi con cui gli avvenimenti si realizzano.

C: in che senso?

Em: parlando del mondo occidentale,non ci saranno più guerre come quelle passate,ma tutt'oggi si combatte con altre armi: non quelle da fuoco con soldati,ma tramite mosse politiche,cavilli burocratici e mezzi tecnologici. Sono guerre fredde 2.0 se possiamo chiamarle così.

C: hai capito tutto questo?

Mi limito ad annuire,scrollando le spalle,come se per me fosse stata una delle cose più naturali del mondo e divertendomi di vederlo così meravigliato.

C: e come pensi che si sia spiegato la guerra in Irlanda?

Em: beh anche se era contrario all'uso delle armi e ha trovato orribile il modo in cui gli inglesi hanno represso la rivolta,lo ha considerato...possiamo definirlo un "massacro necessario"?

C: a terrible beauty.

Em: esatto. E se ci pensi non é nemmeno diversa dalla concezione della storia di Hegel: senza la guerra la storia scriverebbe solo pagine bianche e il mondo non si migliorerebbe. La rivolta irlandese ha portato dolore,ma é stata necessaria per arrivare poi all'indipendenza.

C: sei incredibile.

Em: perché?

C: la prima volta che ho letto questo libro avevo la tua età e l'unica cosa che avevo pensato,era che fosse solo il racconto di una visione che aveva avuto.

D'istinto scoppio a ridere,ricordandomi subito un secondo dopo di essere in biblioteca: non c'era ancora nessuno a quell'ora,ma la bibliotecaria era sempre in giro e pronta a riprendere chiunque per ogni minimo rumore.

Em: voi maschi ci mettete un po' a maturare.

C: questo te lo concedo,ma tu sei particolarmente brillante: l'hai letto con grande profondità.

Em: ci tenevo,ecco perché ci ho messo un mesetto.

C: io ci avrei messo un anno per capire tutto quello che hai capito tu.

Em: grazie,mi aspetto un arrotondamento del voto nella prossima verifica.

C: certo come no,sogna pure.

Em: ci ho provato.

Scherzavo tutte le volte chiedendogli di arrotondarmi i voti,ma oltre al fatto che non lo avrebbe mai fatto,non ne avrei avuto bisogno. Lo osservo mentre ha ancora il sorriso sulle labbra,nonostante sia intento a leggere i fogli che ha in mano e a scrivere ogni tanto.

Em: posso chiederti una cosa?

C: certo.

Em: riguarda il libro,ma é personale.

C: sono abituato alla tua curiosità ormai.

Em: la persona che te lo ha regalato,perché ha scelto proprio questo?

Si ferma,smettendo sia di leggere che di scrivere,rimanendo con lo sguardo fisso verso un punto nel vuoto davanti a lui. Non so se ha intenzione di rispondermi o no,così mi limito ad aspettare.

C: perché vuoi saperlo?

Em: hai detto che quando lo hai letto non hai capito molto,quindi deduco che chi te lo ha regalato,sperasse cogliessi un messaggio.

C: beh - mi fa un piccolo sorriso - non serve che ti risponda allora.

Em: non puoi rispondermi così. Quello lo avevo già capito da sola.

C: vorresti sapere il messaggio che dovevo cogliere?

Em: mi piacerebbe.

Il fatto che gli sia rimasto sul viso quel piccolo accennato sorriso,mi fa ben pensare che non lo abbia poi messo troppo a disagio,il ché poteva capitare con tutte le mie domande. Prende il libro,rigirandoselo tra le mani.

C: in senso generale,voleva che capissi che tutto ha un senso: che ogni cosa,dalla migliore alla peggiore,avviene per un motivo e per questo vanno accettate.

Em: e tu le hai accettate?

C: no.

Questo "no" lo dice in modo secco,come se volesse farmi capire che nulla gli avrebbe fatto cambiare idea. Dal tono capisco di essermi avvicinata molto alla sua "zona privata",quindi decido di cambiare discorso.

Biondo ed Emma - Ricordati di ... 7Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora