4. Sì, sì, sì e mille volte sì

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"Non sopporto più Francesca, ho bisogno di levarmela di torno e solo in un modo posso fare. Deve trovarmi con un'altra ragazza in situazioni intime così mi lascerà in pace." Le mie orecchie forse avevano recepito un segnale sbagliato. Non era minimamente possibile mi stesse chiedendo una cosa simile e poi "situazioni intime" cosa stava a significare?! Nonostante tutte le domande che mi stessero ronzando nel cervello riuscii a formulare una frase né troppo dura e nemmeno che lasciasse trasparire il mio senso di scombussolamento.

"Cosa mi stai chiedendo di preciso?!"

"Niente di particolare, dovremmo farci trovare in una piccola situazione intima, che sceglierai tu, dato che ti sto chiedendo io questo favore, e proprio in quel momento arriverà Francesca, vedrà tutto e mi lascerà finalmente in pace." Era visibilmente imbarazzato, come se non avesse mai voluto chiedermi una cosa del genere, tanto da grattarsi ripetutamente la nuca e non riuscire a guardarmi negli occhi. Ero indecisa, volevo aiutarlo, ma le situazioni intime non erano il mio forte, soprattutto quando si parlava di un amico di vecchia data. Due cose mi spingevano ad accettare il fatto che potessi scegliere io la situazione in cui ci saremmo dovuti ritrovare e il fatto che vederlo disperato mi faceva stare tanto male.

"Sa però rispondimi, non farmi stare così sulle spine!" Mi risvegliò lui dai miei pensieri.

"Niccolò non mettermi fretta, sto solo riflettendo. Non puoi proprio chiederlo a qualcun'altra?!" Speravo in una risposta negativa, si sentiva dal tono che nemmeno lui desiderava chiedermelo, ma in fondo in fondo una risposta positiva non mi sarebbe dispiaciuta. Ci sarebbe stato un po' di imbarazzo, ma ci saremmo sciolti, se avessimo dovuto fingere lo avremmo fatto bene.

"Sa, secondo te se avessi avuto un'altra persona a cui chiederlo, lo sarei venuto a chiedere a te?! Non sai quanto mi è costato fare questo gesto, ma ne ho disperato bisogno." Era veramente disperato, allora decisi di accettare.

"Va bene Niccolò, accetto, ma solo ad una condizione." La sua faccia se all'inizio era veramente felice, d'un tratto si irrigidì, aveva paura delle condizioni, ma con un sorriso lo tranquillizzai.

"Non ti preoccupare è una cosa fattibile, non ti chiederei mai nulla che possa turbarti." Presi un respiro e continuai a parlare "Ricordi le interviste che facevamo quando eravamo più piccoli? Ecco avrei bisogno di fartene una seria, se così si può definire..."

"Sì, sì, sì e mille volte sì" Dopodiché mi abbracciò fortissimo, rimasi sorpresa da quel gesto di affetto improvviso, non avevo fatto nulla di grande o forse per lui lo era. Il nostro abbraccio fu interrotto da un colpo di tosse. Mi staccai e vidi Adriano con uno sguardo che vagava tra il serio e l'arrabbiato e, da come stringeva i pugni, era chiaro che avesse frainteso.

"Adri cosa c'è perché ci guardi così?!" Chiesi con fare ironico, avendo capito alla perfezione il suo fraintendimento e prima che potesse prendere parola guardai Niccolò con uno sguardo complice e solo con esso avevamo dato inizio ad uno scherzo che ci avrebbe fatto divertire molto.

"Moriconi, cosa cazzo stanno a significare le parole Sì, sì, sì e mille volte sì che hai detto a mia sorella?!" Mi stavo divertendo tantissimo, non potevo ridere, altrimenti mio fratello ci avrebbe sgamati.

"Ehm..." Iniziò a farfugliare Niccolò facendo il finto imbarazzato "Non so come dirtelo... Ecco..." Sembrava tutto reale, Niccolò era proprio bravo a fingere e la faccia di mio fratello era sempre più sconcertata e arrabbiata, non voleva sentirsi dire le parole che di lì a breve stavo per pronunciare.

"Adri" intervenni io "promettimi che la tua reazione sia calma e ti dirò tutto" Non ce la facevo più, avevo bisogno di ridere, ma non potevo.

"La mia reazione su di te sarà calmissima, su di lui non lo so" Ringhiò mio fratello. In quel preciso momento la faccia di Niccolò si tinse di preoccupazione, ma con un semplice sguardo lo tranquillizzai.

"Adriano vuoi sapere la verità? Allora stai calmo." Non lo chiamavo quasi mai Adriano solo quando eravamo in un contesto serio o quando gli dovevo far promettere qualcosa, proprio la seconda opzione era giusta per questo caso. Non volevo che Niccolò si facesse male per uno stupido scherzo. Dopo le mie parole lui annuì e io continuai a parlare.

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