15. Scusami non volevo

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"Oddio ti ho fatto male? Scusami non volevo." Quella voce mi riportava a Sara, ma nonostante fosse il suo palazzo, credevo di avere le allucinazioni. Appena alzai gli occhi li incrociai proprio con lei che appena mi vide si accasciò a terra continuandosi a scusare "Niccolò oddio scusami, non credevo ci fosse qualcuno dietro la porta, mi dispiace tanto." Continuava a scusarsi senza fermarsi un secondo. Trovai il secondo adatto, nel quale si interruppe solo per riprendere fiato e iniziai io a parlare.

"Sara adesso basta. Non è successo nulla, non mi sono fatto male e smettila di chiedermi scusa, però, se vuoi farti perdonare di ad Adriano che non torni a casa per stasera ed io ti porto a far vedere una cosa." Cosa mi era passato per la mente in quel momento non lo sapevo, ma si sa sono sempre stata una persona impulsiva che faceva le cose senza pensarci, pentendomene poco dopo. Vidi la sua faccia un po' perplessa, ma nonostante ciò accettò senza obbiettare, sapeva bene che quando mi mettevo qualcosa in testa non permettevo a nessuno di dirmi di no.

Pov's Sara

Non sapevo cosa volesse fare Niccolò, ma ormai mi fidavo sempre. Chiamai Adriano, ma non gli dissi la verità altrimenti avrebbe iniziato ad assillarmi e forse sarebbe voluto venire anche lui.

"Hei Adry, scusa se te lo dico solo ora, ma stasera non credo di tornare. Michela mi ha invitato a casa sua e ho accettato." Speravo non si arrabbiasse.

"Se me lo avessi detto prima non mi avresti fatto stare in pensiero, ma comunque vai ci vediamo domani mattina." Fortunatamente mi aveva dato una risposta affermativa e potevo essere libera. Appena chiusi la chiamata con Adriano vidi Niccolò ridacchiare.

"Allora Sara vogliamo andare a casa?" Disse con una voce femminile, cercando di imitare Martina, ma fallì miseramente, facendomi scoppiare solo in una fragorosa risata. Non mi diede nemmeno il tempo di ribattere che aggiunse "Da quando in qua sono diventato una femmina e per di più una giornalista?!"

"Ti devo ricordare che ramanzina ci siamo beccati da Adriano quando gli dicemmo di stare insieme?! Se gli avessi detto sto con Niccolò avrebbe iniziato a rompere. Non gli importa se sei il suo migliore amico, lui vuole proteggermi da qualsiasi essere vivente maschile che mi sta vicino, anche solo per un saluto." Ero sincera, non aveva senso dirgli una bugia, di certo si sarebbe vantato a vita per avermi fatto mentire ad Adriano e mi avrebbe minacciato per sempre. Aveva il coltello dalla parte del manico, ma mi divertivo. Fino ad oggi, nonostante tutto l'avevo sempre avuta vinta io.

"Hai ragione ragazzì, ma stai attenta a quello che fai, da oggi in poi sono pericoloso." Oramai lo conoscevo talmente bene che non mi serviva sentirlo parlare per sapere cosa volesse dirmi.

"Va bene Moriconi, stai certo che perderai."

Salimmo in macchina e iniziammo a viaggiare verso un ignoto luogo che ovviamente non mi avrebbe mai rivelato nemmeno sotto tortura. Era tardi e, nonostante avessi già cenato, il mio stomaco iniziò a brontolare. Dopo uno sguardo divertito di Niccolò arrivammo in un ristorantino rustico del quale di certo conosceva il proprietario e mi fece scendere dalla macchina per condurmi all'interno di esso.

"Ti conosco talmente tanto bene che avevo preso questa strada proprio per portarti a mangiare qualcosa." Di solito quando uscivo e rimanevo fino a notte inoltrata adoravo andare a mangiare qualcosa poiché mi si apriva lo stomaco. Lo ringraziai ed entrai nel ristorante, non sapevo stesse così attento ai miei movimenti.

Eravamo solo noi nel ristorante e stranamente era ancora aperto, appena varcammo la soglia della porta vedemmo un volto curioso affacciarsi.

"Niccolò che ce fai te qui?!" Gli chiese colui che credevo fosse lo chef del ristorante.

"Se nun c'hai gnente da fa ce voi fa no spuntino notturno?!" Aveva preso a parlare con quell'accento romano che mi faceva impazzire. Mi chiedevo sempre perché quando sentivo parlare lui romano mi scioglievo.

"E certo che ve posso fa quarcosa, quello che voi te. E comunque sempre a magnà stai eh." Che erano amici lo sospettavo, ma che fosse così disponibile alle tre di notte un po' meno.

"Veramente era la pischella che voleva magna quarcosa. 'N machina le brontolava o stomaco." Mi aveva tirata in ballo, ora non sapevo cosa aspettarmi. Se avessero avuto troppa confidenza sarei diventata rossa per la vergogna, se non fossero stati così tanto amici, cosa improbabile, avrei potuto presentarmi come una persona normale fa con uno sconosciuto.

"Che te sei fatto a pischella e nun me dici gnente?!" Ecco come non detto, fortunatamente, però, non stavo arrossendo poiché non aveva detto nulla di tanto scomodo.

"Mica è a pischella mia, to ricordi a Cassiolino?! È a sorella." Essere definita la sorella di Adriano, in questo contesto, mi dispiaceva un po', ma forse glielo aveva detto per fargli capire chi fossi.

"E certo Sor Cassio chi so scorda." Girò lo sguardo verso di me e aggiunse "Salutamelo mo co rivedi eh."

"Certamente." Presi parola anche io nella conversazione, solo per dire questa parola, anche se sapevo che questo saluto non lo avrei mai potuto portare ad Adriano, altrimenti avrei dovuto dargli tutte le spiegazioni del caso.

Il cuoco dopo aver scambiato altre due chiacchiere con noi e avermi preso in giro per non aver parlato nemmeno una volta in romano ci fece strada verso il tavolo. Ci accomodammo e ci lasciò soli per riflettere su cosa prendere. Sinceramente volevo mangiare un bel piatto di pasta, ma avevo paura di chiedere troppo a quest'ora.

Spazio autrice

La storia si fa sempre più interessante, secondo voi i due ragazzi riusciranno a nascondere i loro dubbi e le loro incertezze riguardo ciò che stanno provando in questo periodo? Niccolò sta facendo bene a non esprimere i propri sentimenti subito? E soprattutto Sara sta facendo bene a mentire ad Adriano?

Spero continuiate a leggere questa storia, molti capitoli sono già scritti e continuerò a rispettare i tempi di pubblicazione. Se vi va lasciate una stellina e un commento.

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