30. Nulla da nascondere

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Essere svegliati dai raggi di luce che illuminano il tuo volto, non è sempre piacevole, ma quando hai attorno alla tua vita delle braccia tatuate che ti stringono come se avessero paura di lasciarti scappare, tutto è meraviglioso e ti fa sperare che un idillio tale non possa finire mai.

Erano già le otto e Niccolò doveva vedersi con Adri e il suo telefono stava già iniziando a squillare, sullo schermo apparì proprio il nome di mio fratello, segno che se Niccolò non avesse risposto lui sarebbe arrivato qui in pochi minuti e si sarebbe verificata nuovamente la situazione dell'altro giorno. Dato che non potevo far sentire la mia voce gli scrissi un messaggio Sono sveglio, un'oretta e arrivo in studio. La sua risposta non tardò ad arrivare e potetti tirare un sospiro di sollievo dato che non mi sarei dovuta nascondere per la seconda volta in una settimana. Se fosse dovuto andare in un'ora all'Honiro avrei dovuto svegliarlo in questo preciso momento. Mi dispiaceva farlo, svegliare quel bell'angioletto che ronfava come un piccolo maialino, ma doveva fare le prove per il tour e non sarebbe potuto mancare. Iniziai a lasciargli dolci baci sulla guancia e a disegnare il contorno delle sue labbra con l'indice della mia mano destra. Dopo qualche minuto di dolci coccole la sua bocca accennò un sorriso e i suoi occhi color nocciola penetrarono nei miei.

"Che bel buongiorno, amore." Mi lasciò un bacio a for di labbra "Se mi svegli così tutte le mattine ti assumo come sveglia personale." Mi disse con aria ancora sognante.

"Beh non è giusto che le coccole le abbia solo tu, quindi quando sarà il momento un giorno a te e un giorno a me."

"Va bene." Mi sussurrò a fior di labbra.

"Non voglio rovinare il momento, ma ha chiamato Adriano per svegliarti e fra tre quarti d'ora dovrai essere all'Honiro quindi ti conviene prepararti se vuoi arrivare in tempo."

"Oddio no gli ho risposto, ciò significa che tra cinque minuti sarà qui e ti troverà con me e io sarò morto e al posto del tour faremo un funerale" Iniziò a parlare a raffica e ad agitarsi nel letto.

"Niccolò, calmati. Adriano non verrà perché mi sono permessa di rispondergli con un messaggio dal tuo telefono dicendogli che eri sveglio. Se ti ha dato fastidio non prenderò più il tuo telefono, ma mi è sembrato il caso di farlo per evitare di ritrovarci nella situazione dell'altra volta."

"Oh menomale che ci hai pensato tu, non ti preoccupare per avermi preso il telefono non ho nulla da nascondere." Le dissi sincero, tutto quello che doveva sapere lo sapeva da sempre, dato che ci raccontavamo sempre tutto e poi desideravo avere un rapporto sincero, sperando di non rovinarlo per delle cazzate, le solite che mi capitava combinare e che a volte non combinavo grazie ad Adriano.

Pov's Niccolò

Mi alzai dal letto e mi andai a preparare per non fare ritardo, di certo mi sarebbe venuto a prendere Ale a casa e non lo avrei voluto far aspettare. Mi feci una doccia veloce e indossai una t-shirt della kappa rossa con sopra il mio amato giubbino di pelle e un pantalone strappato nero. Nonostante fosse ancora marzo a Roma iniziava a far caldo e in studio lo era ancora di più.

Uscii dal bagno e trovai Sara ancora nel letto, non aveva proprio voglia di alzarsi. Mi dispiaceva moltissimo lasciarla da sola, ma dovevo andare a lavoro, altrimenti l'avrei dovuta trascurare nei giorni successivi e ciò non mi andava proprio. Stavo trovando il giusto compromesso tra la musica e l'amore, nonostante fossero solo due giorni che stessimo insieme, ma avevo capito come organizzare la mia giornata per non far mancare niente né alla mia più grande passione, né al mio amore.

"Amore io ora devo andare, Ale mi starà aspettando giù. Non mi va di lasciarti qui da sola, ma devo farlo. Se non dovessi tornare tardi stasera ti avviso, così da poter stare insieme."

"Amore mi dispiace, ma stasera resterò a casa con Adriano, altrimenti inizia a rompere che non sto mai a casa, ma sempre con le amiche, al massimo vieni tu a casa nostra a farci compagnia."

"Va bene amore, se finisco presto vi raggiungo, non voglio stare una giornate intera senza vederti, anche se sarà difficile stare lontani nella stessa stanza." Effettivamente stare nella stessa stanza sarebbe stata una vera e propria lotta contro noi stessi, ma ci dovevamo riuscire, almeno potevamo stare insieme e io di questo avevo bisogno.

"Sì sarà difficilissimo, ma possiamo chiamare anche gli altri miserabili, così Adriano avrà meno occhi su di noi!" Questa idea mi piaceva, Adriano non sarebbe stato tutta la serata a guardare i nostri movimenti e noi avremmo avuto qualche momento un po' più intimo.

"Bella idea! Mi piace, allora a stasera. Vai via quando vuoi e fai come se fossi a casa tua, ma soprattutto non coccolare troppo Spugna che sono geloso." Le lasciai un altro bacio sulle labbra ed uscii. Di fronte mi ritrovai Ale seduto comodamente al posto del guidatore che mi aspettava e salii in macchina tutto sorridente. Si prospettava un viaggio in buona compagnia, mi era davvero mancato tanto parlare con lui del più e del meno.

Durante il viaggio sentii vibrare il telefono. Era il mio amato gruppo che stranamente si era risvegliato presto questa mattina.

Les miserables

Campanellino💫

Ragazzi stasera cenetta a casa nostra
Carbonara!

Nassi

Contaci!

Cassiolino

Chi t'ha dato er permesso de fa na cena a casa mia?!
Questi ce sfasciano tutto

Grazie per la fiducia Sor Cassio
 Comunque pe me va bene... 
Nun so quando arivo, ma vengo

Campanellino💫

Per metà è anche casa mia fratellino.
Se ce sfasciano quarcosa a ricomprano

Cocco

Oh oh oh attenzione, Sara che parla in dialetto
Comunque conta anche me e Priscilla!

Leggere che Sara avesse scritto in dialetto mi aveva fatto veramente ridere, non parlava quasi mai romano, solo a volte quando stava con tutti noi, ma era un evento molto raro.

"Niccolò, che te fa ride così tanto?!" Mi chiese Ale prima di iniziare a parcheggiare la macchina.

"Sono i miserabili, stasera se cena tutti insieme! Era da tanto che non lo facevamo, me mancava 'm po'." Essendo stato impegnato con Sanremo non cenavamo insieme da un mese e ogni giorno sempre di più mi accorgevo come il successo mi stava allontanando dalle piccole cose, anche se le portavo sempre con me. Non potevo montarmi la testa e dimenticare le mie origini, anzi dovevo portare in alto, con la mia musica, San Basilio e tutti i miei amici. Lo avrei fatto di certo con la mia solita umiltà.

"E comunque bello il tatuaggio nuovo eh..." Disse ironico e segnando tra virgolette la parola tatuaggio. Ero avvampato, avevo dimenticato completamente di quel particolare. "E nun me diventà rosso nun è successo gnente!" Ale era come un padre, un fratello, gli potevo dire tutto, ma stamattina non mi andava proprio. "Ma dimme 'm po' chi è sta pischella?"

Spazio autrice 

Cosa dirà Niccolò ad Alessandro? Gli dirà la verità o no?

Spero vi sia piaciuto il capitolo, se sì lasciate una stellina o un commento.

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