48. Non mi dici nemmeno chi è?!

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Pov's Sara

Finalmente eravamo tornati a casa, da stasera sarebbero partite le quattro date di Niccolò a Roma e non vedevo l'ora di guardarlo da sotto il palco e cantare a squarciagola tutte le sue canzoni. Nonostante avessi assistito a dieci date dei suoi concerti, sembrava sempre il primo.

Continuavamo a tenere ancora nascosta la nostra relazione e stare con Niccolò in questi giorni era stato un po' difficile, dato che stavamo insieme, ma non eravamo quasi mai da soli. Mi piaceva molto come si stava comportando il mio ragazzo, anche se a volte aveva degli sbalzi di umore dovuti dallo stress che mi facevano credere di non conoscerlo più, ma subito dopo tornava in sé e continuava a parlare come se non fosse successo niente. La sera precedente eravamo riusciti a ritagliarci del tempo insieme, dato che eravamo tornati nella nostra Roma e lui, intelligentemente, si era divertito a colorarmi il collo con le sue macchie violacee. Io non lo avevo ripagato con la stessa moneta, dato che altrimenti tutti avrebbero iniziato a fare domande, ma credo che se vedeste il suo petto capireste che i miei dipinti sono stati molti di più di quelli che lui aveva fatto a me.

Era mattina presto e mi ero svegliata nel letto di Niccolò, lui ovviamente dormiva ancora e allora ne approfittai, dopo aver preso l'intimo e i miei vestiti puliti, per farmi una doccia. Corsi in bagno, dato che indossavo solo l'intimo, e feci una doccia calda per rilassarmi. Seguire un cantante famoso è veramente stressante, soprattutto quando sei la sua ragazza, dato che tende a scaricare tutte le sue emozioni su di te. Questo non mi aveva mai dato fastidio, ma comunque a volte credevo di non riuscire a reggere la tensione. Appena il getto dell'acqua divenne caldo iniziai a rilassarmi tanto da chiudere gli occhi e bearmi di quel sollievo. Non facevo una doccia così rilassante dall'inizio del tour di Niccolò. Avevo gli occhi completamente chiusi e canticchiavo "Amati Sempre" adoravo questa canzone non solo perché fosse dedicata a me, ma perché era vera e sincera. Pochi secondi dopo alla mia voce si unì Niccolò. Avevo capito che si era svegliato ed avevo capito che, senza neanche avermi chiesto il permesso, aveva intenzione di fare la doccia con me.

"Moriconi chi ti ha dato il permesso di entrare nella doccia?!" Chiesi retoricamente, dato che tutti e due conoscevamo la risposta.

"Beh se mi lasci la porta del bagno aperta, mi stai invitando tu ad entrare in doccia con te." Sorrise beffardo e malizioso credendo di averla vinta.

"Uno la porta era chiusa, due stavi dormendo quindi mi sembrava inutile chiuderla a chiave." Risposi facendogli la linguaccia. Lui non rispose, si limitò ad attaccare il mio corpo alle pareti della doccia e a baciarmi. Il bacio era fin troppo spinto e avevo capito il suo intento, ma subito lo fermai.

"Credo che abbiamo già dato abbastanza ieri, amore, non mi sembra il caso stamattina."

"E dai fammi giocare un altro po'." Disse dopo aver fatto il labbruccio ed uno sguardo malizioso. Mi arresi e lo baciai, anche a me era mancata molto la nostra intimità tanto da non riuscire a dirgli di no. Riiniziammo a baciarci con tanta voglia, ma il campanello suonò e Niccolò maledisse chiunque si fosse permesso di suonare al citofono.

Pov's Niccolò

Uscii dalla doccia avvolgendo un accappatoio attorno ai miei fianchi e mi diressi dalla persona che stava suonando insistentemente alla porta. Appena vidi la persona dietro l'occhiello, non potevo credere ai miei occhi, non la stavo aspettando a quell'ora, sarebbe dovuta arrivare nel primo pomeriggio, prima del soundcheck. Stavo entrando nel pallone, non sapevo cosa fare e per prima cosa corsi in bagno ad avvisare Sara che dietro la porta di casa mia ci fosse suo fratello. Anche se la scena che vidi appena entrai in camera mi faceva pensare a tutto, tranne a quello che le dovevo dire. Sara era stesa a pancia in giù sul mio letto ed era solo in intimo. Mi ero messa a fissarla come un ebete, ma fui subito svegliato da un altro suono del campanello.

"Sara vestiti e nasconditi c'è Adriano fuori, fai più veloce che puoi." Immediatamente indossò ciò che aveva la sera prima e si nascose nella sala del pianoforte, nella quale non entravo mai con nessuno. Dopodiché misi i boxer e i pantaloncini ed andai ad aprire.

"Moriconi finalmente! Sono dieci minuti che suono al campanello." Disse con fare ironico.

"A Cassio stavo a fa una doccia."

"Scusa se t'ho disturbato ma ti devo dire due cose." Mi disse con faccia tutta preoccupata, non sapevo cosa aspettarmi.

"Intanto prendi una birra e poi parliamo."

"Se ti vai a mettere anche una maglia forse è meglio." Disse con fare retorico il mio amico allora ci alzammo e ci incamminammo verso la mia camera per prenderne una.

"Sara è da ieri che siamo tornati che è uscita e non torna, mi sto preoccupando." Adriano era molto protettivo nei confronti di sua sorella, ma io questa cosa non sapevo come gestirla. Mentre salivamo le scale per andare in camera mia mi fermai e toccai una spalla ad Adriano.

"Fratè tua sorella sta bene, non ti preoccupare che non fa cazzate." Cercavo di rassicurarlo e allo stesso tempo cercavo di rassicurare me stesso, avrei dovuto mentirgli di nuovo e non so se ce l'avessi potuta fare.

"Sai qualcosa e non me lo vuoi dire?" Era ovvio che sapessi qualcosa, tutte le volte che non era a casa sua è qui da me, ma come facevo a dirglielo, mi avrebbe letteralmente picchiato. Continuai a salire le scale così che lui non potesse vedere i miei occhi mentre gli mentivo.

"Non so nulla, ma stai certo che non fa nulla di male. Tanto stasera di certo la vedi, viene al concerto." Cercai di troncare lì la conversazione e varcai la porta di camera mia. Lui come di consueto entrò con me, questa era anche un po' casa sua, ma quella mossa fu proprio da principiante. Ai piedi del letto c'era un paio di scarpe, le scarpe di Sara che non avevo tolto, dato che non ricordavo fossero lì.

"Moriconi non credo che queste siano scarpe tue." Disse con fare indagatore Adriano. "Ti sei trovato qualcuno e non me lo hai detto?!" Ecco qui il momento difficile, mentire ancora. Non ce la facevo più, ma farglielo scoprire così sarebbe stato veramente terribile, avrebbe di certo capito cosa fosse successo la notte precedente e ciò lo avrebbe fatto imbestialire ancora di più. Fortunatamente appena eravamo tornati avevamo posizionato le valigie nello sgabuzzino per stare più larghi. Io continuavo a stare in silenzio, dato che non sapevo cosa inventarmi e in quel momento non volevo usare parole sbagliate, così lui continuò a parlare "Non mi dire che appena sono arrivato eri in doccia con questa persona." Ecco qua, ancora domande scomode.

"Si Adrià, sì e ti chiedo per piacere di tornare oggi pomeriggio." Era l'una cosa che potevo dirgli, non volevo altre domande specifiche.

"Non mi dici nemmeno chi è?!" Tra me e me pensai la conosci fin troppo bene tanto che non serve dirti chi è.

"No, non te lo dirò." Dissi fermo, cercando di contenere l'agitazione.

"Niccolò non mi dire che è chi penso io, perché se poi stai male un'altra volta non ti voglio sentir piangere, sai come la penso su di lei." Avevo capito si riferisse a Federica, ma ero certo che se gli avessi detto che stavo con sua sorella, avrebbe preferito sentirsi dire un sì.

Spazio autrice

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