8. Sei proprio matto però

4.1K 110 3
                                    

Era una bellissima collana con il filo trasparente e un piccolo diamante come ciondolo. Avere una collana del genere era il mio sogno da due anni a questa parte e lui se l'era ricordato, mi sorprese letteralmente, non me lo sarei mai aspettato. Lo abbracciai di slancio e lui non se lo sarebbe mai aspettato, tanto che stavamo per perdere l'equilibrio.

"Niccolò tu sei un vero pazzo! Avrai speso una fortuna per questa collana! È meravigliosa! Come facevi a ricordarti che era la mia collana preferita?!" Lo ringraziai di cuore e gli chiesi gentilmente di farmela indossare.

"Beh la ammiravi talmente tanto che ti si facevano gli occhi lucidi. Non potevo dimenticarmi di questo particolare." Mi rispose, lo presi per un braccio e lo trascinai con me alla ricerca dei miei genitori.

"Mamma guarda cosa mi ha regalato Niccolò, era proprio quella che volevo." Ero felicissima, esultavo come una bambina e mi brillavano gli occhi per la felicità.

"Niccolò è spettacolare, sei proprio matto, però!" Mia madre era felicissima della mia reazione, ma era come se si sentisse imbarazzata per l'importanza del regalo.

"E Annamo Clè se conoscemo da più de vent'anni e te metti a fa complimenti?! Me so ricordato ce le piaceva e gliel'ho presa." Niccolò non era per niente in difficoltà a parlare con mia madre si conoscevano da sempre e lo trattavano come un figlio. Cosa che anche Anna faceva con me.

"Lo so Niccolò, ma avrai speso una fortuna per questa collana." Ribatté mia madre.

"Sì, ma mi faceva piacere renderla felice, tutto qua. Ci conosciamo da sempre, mi conoscono meglio lei e Cassiolino di chiunque altro, forse anche meglio di me, e non le ho mai fatto un regalo vero. Mi sembrava oggi il momento giusto per farlo." Teneva testa a mia madre sempre con la sua gentilezza e con la sua educazione che veramente mi lasciava senza parole.

"Va bene mamma, noi andiamo dagli altri!" Intervenni, altrimenti non avrebbero finito più di parlare.

La sala si riempiva ogni momento sempre di più e tutti mi auguravano buon compleanno. Iniziarono i festeggiamenti e, dopo esserci serviti al buffet e aver finito tutto ciò che ci passava sotto gli occhi, iniziammo a ballare a ritmo di musica.

Pov's Niccolò

Arrivato alla festi vidi Sara come non l'avevo mai vista. Era elegantissima e curatissima, mi sorpresi a vederla in questa veste. Nonostante avessi partecipato con gli altri al regalo per il suo diciottesimo, desideravo regalarle quella collana che bramava da due anni. La sua reazione non mi stupì, ma fui veramente felice a vederla con gli occhi lucidi. Era talmente felice che aveva fatto vedere la collana anche a sua madre, che era stata sempre il suo punto di riferimento. Vederla così mi aveva fatto realmente felice, non sapevo perché, ma da un po' di tempo a questa parte ogni volta che era felice lo diventavo anche io.

La festa trascorreva tranquilla, eravamo a scatenarci in pista, ma sentii il bisogno di fumarmi una sigaretta. Il chiasso mi ha sempre fatto innervosire, ma in quel momento non era solo il chiasso della musica che rimbombava nella sala a darmi fastidio. Uscii dal ristorante e mi sedetti su una panchina che si affacciava sulla piscina piccola del locale, ma che mi permetteva di continuare a controllare la situazione nel locale. Presi il pacchetto delle mie amate Winston Blu e come direbbe il caro amico Cesare "l'ho fumata". La pausa sigaretta durò poco più del previsto dato che a me si aggiunse Cocco e iniziò a parlarmi.

"Niccolò che c'hai ti vedo nervoso. Poi sei venuto tutto qui da solo a fumarti una sigaretta senza neanche chiedere compagnia, hai bisogno di sfogarti?" Ruppe il silenzio Cocco, di solito quando fumavo una sigaretta lo facevo sempre in compagnia, era un modo per chiacchierare e raccontarsi degli aneddoti importanti o simpatici della propria vita, sinceramente, però, in questo caso ero nervoso e aveva ragione, ma non sapevo bene il motivo per il quale lo fossi, mi stava dando fastidio una cosa, ma non ero capace di dire cosa o forse non ero capace di ammetterlo a me stesso.

"Gabri non voglio essere scortese con te e quindi mi scuso in anticipo per qualsiasi risposta brusca possa darti, comunque sì sono un po' nervoso, ma non capisco perché. È da un po' di giorni che mi sento strano in alcune situazioni, tipo adesso, ma non riesco a capire il motivo." Fui sincero con lui, anche se avessi detto niente lui non avrebbe mollato la presa e mi sarei innervosito ancora di più e avrei anche potuto rispondergli male, pentendomene subito dopo. Era uno dei miei più cari amici e non volevo che si offendesse in alcun modo.

"Niccolò te lo vorrei dire io il motivo per il quale sei nervoso, anche se credo tu già lo sappia e non lo voglia ammettere a te stesso. Stai guardando in un punto fisso da quando ti sto parlando e quel punto fisso porta solo ad una persona. Io non ti ho detto niente eh." Gabriele mi conosceva fin troppo bene, non gli si poteva nascondere nulla. Era vero, fissavo quel punto da troppo tempo, ma ciò che stavo vedendo non mi stava piacendo.

Angolo autrice

A cosa si riferisce Gabriele? Secondo voi qual è il punto fisso sul quale si è focalizzato Niccolò?

Spero la storia vi stia piacendo, se sì lasciate una stellina o un commento.

Meriti anche tu un posto da visitare, UltimoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora