76. Trilli c'è sempre stata per Peter

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Arrivammo in un enorme parcheggio nel quale si fermò. Scendemmo e davanti a me si parò un ristorante molto carino, rustico, ma allo stesso tempo elegante. Aveva delle grandi arcate una in fila all'altra e le pareti erano ricoperte di pietre. Il terreno era pieno di ghiaia e mi maledissi mentalmente di aver indossato delle scarpe con il tacco, ma sorvolai, non volevo rovinare per nulla al mondo quella serata.

"Amore andiamo?" Chiese dolcemente Niccolò.

"Sì però reggimi, altrimenti cado." Chiesi un po' imbarazzata.

"Sei tu che devi reggermi quando sono ubriaco." Disse facendo riferimento alla sua canzone. Pochi giorni fa mi disse che era dedicata a me, nonostante non fossimo mai stati insieme c'era stato un periodo, prima di fidanzarsi con Federica che aveva avuto una cotta per me, ma non me n'ero mai accorta. Questa cosa mi lusingava molto, credevo che tutte le canzoni fossero dedicate a colei che pensavo fosse una persona matura.

"L'ho sempre fatto e lo farò." Dissi lasciandogli un bacio a fior di labbra.

"E io non ti ho mai ringraziato abbastanza per questo, lo sai?" Mi disse facendomi spuntare gli occhi a cuoricino.

"Spero tu stia scherzando, hai fatto cose per me che nessuno avrebbe mai fatto, se questo non è un ringraziamento. Dovrei essere io a dovermi sdebitare con te."

"Facciamo che nessuno dei due ha debiti con nessuno e ci godiamo questa serata, va bene?" Mi chiese e io annuii. Sapeva che se avessimo iniziato a vedere chi dovesse sdebitarsi con chi non ne saremmo usciti vivi.

Entrammo e Niccolò salutò il proprietario, sembrava si conoscessero, ma non diedi peso a questo particolare. Ci andammo a sedere in un posto appartato, di certo quando aveva prenotato aveva chiesto questo posto, altrimenti sarebbe stato assalito da fan continuamente.

"Nicco ti prego ho bisogno di un bel piatto di pasta fumante, non iniziamo a mangiare cose sofisticate." Avevo veramente molta fame.

"Ma amore mio io ti amo troppo. Sono felice tu la pensi come me, allora io prendo una bella carbonara, tu?"

"Io vorrei una bella amatriciana abbondante così se vuoi dividiamo i due primi, poi se ti va scegli un secondo che dividiamo anche quello."

"Ecco la mia idea di cena romantica, dividere tutto. Per il secondo basta che piaccia anche a te." Fortunatamente non avevo bisogno di essere stupita da piatti importanti, mi bastava il semplice, mi bastava la sua presenza. Ero stata lontana da lui fin troppo in quel periodo e mi era mancata un sacco la sua compagnia.

Cenammo in santa pace, nessuno lo aveva importunato ed eravamo stati veramente bene insieme, più andava avanti il tempo e più mi accorgevo di quanto mi era mancato.

"Amore ho una proposta per te" Esordì lui "Oggi torniamo subito a casa, vorrei tanto vedere Peter Pan." Me lo aveva chiesto con quegli occhioni da bimbo ai quali non sapevo proprio dire di no e, anche se non li avesse fatti, avrei acconsentito lo stesso. Volevo passare del tempo da sola con lui e di certo stare in giro non me lo avrebbe permesso, saremmo stati fermati ogni tre per due e non ci saremmo goduti il momento.

"Sì amore, andiamo a casa." Niccolò era felice come un bambino, vedere il suo cartone animato preferito lo metteva di buon umore.

...

Era arrivato il momento più bello del cartone, a parer mio, il momento in cui Trilli viene salvata da Peter Pan dalle macerie, dimostrava come gli amici ci sono sempre nel momento del bisogno, come le persone, se ti vogliono bene, tornano e ti salvano da tutto ciò che ti opprime, mi era sempre piaciuta come scena, era stata una metafora importante della mia vita.

Appena terminò quella scena Niccolò bloccò il cartone, non lo aveva mai fatto prima d'ora, ma non proferii parola.

"Hai visto, Trilli c'è sempre stata per Peter e Peter, nonostante si fosse un po' distaccato da lei per seguire Wendy, ha deciso di salvarla." Niccolò non mi aveva mai fatto un discorso del genere, non riuscivo a capire dove volesse arrivare. "Nella vita accadono dei piccoli incidenti di percorso e a volte le persone si allontanano senza dirsi nulla e forse questo è quello che è successo a noi un po' di tempo fa." Era vero, Federica lo aveva costretto ad allontanarsi da me, era gelosa, ma lui non mi aveva mai detto nulla esplicitamente e, nonostante non mi andasse bene, lo avevo comunque permesso. "Fortunatamente, però, le persone riescono a capire in tempo i propri errori e riescono a tornare sulla retta via. Con questo ti sto dicendo che, se me lo permetterai, amore mio, il tuo Peter è pronto a salvarti per tutta la vita. Sei pronta a volare con me per sempre?" Niccolò prese dalla tasca della giacca una scatoletta rossa e la aprì, si inginocchiò davanti a me e mi chiese "Sara, vuoi sposarmi?"

Non potevo credere alle sue parole, le lacrime scendevano copiose sul mio volto. Non mi sarei mai aspettata una cosa del genere. Non avevamo mai parlato di matrimonio e, nonostante debba ammettere di averci pensato più di una volta, non mi aspettavo arrivasse così presto una proposta del genere. Ero ancora incredula a bocca aperta, davanti a lui, e mi ricordai di dovergli dare una risposta. Mi inginocchiai di fronte a lui e iniziai a baciarlo sussurrando ad ogni bacio un "Sì". Continuammo a stare in ginocchio per altri cinque minuti buoni, fin quando Niccolò non mi mise l'anello al dito e si sedette sul divano facendomi segno di andare vicino a lui, nemmeno il tempo di appoggiarmi sul divano che il mio futuro marito mi strinse forte, dimostrandomi, in quell'abbraccio, tutto l'amore che possedeva nei miei confronti. In quel momento non potevo che essere più felice di così.

"È stata la miglior proposta che potessi farmi." Sussurrai al suo orecchio ancora commossa da ciò che era accaduto. "Ti amo Niccolò, ti amo davvero tanto." Continuai dopo una breve pausa dovuta ai singhiozzi.

"Ti amo anche io amore mio." Disse prima di far ripartire il cartone che terminò pochi minuti dopo.

Spazio autrice

Niccolò ha fatto il grande passo e ovviamente Sara ha accettato la proposta di diventare sua moglie. Come la prenderanno i loro familiari?

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