94. Dritto al punto

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Eravamo diventati un noi, per sempre e non potevo essere più felice di quello che ero. Niccolò era colui che mi era stato vicino sin da quando ero una bambina e speravo fosse così per tutta la vita. Amavo follemente colui che era diventato mio marito e non vedevo l'ora di continuare a vivere la nostra quotidianità.

Avevamo deciso di stare per un po' di tempo fuori casa, volevamo che il nostro viaggio di nozze durasse il più tempo possibile. Data la pazzia del mio moro non avevamo prenotato il viaggio di ritorno, saremmo stati tutto il tempo che avremmo voluto. Avevamo scelto come meta gli Stati Uniti, non ci ero mai stata, ma il mio più grande desiderio era quello di andarci, quando Niccolò era andato con Adriano non mi aveva portata con lui perché avrebbe dovuto lavorare tanto e registrare la nuova canzone che mi aveva detto fosse una sorpresa per tutti, ovviamente mio fratello la doveva sentire, era come se avessero un patto mai scritto, Adriano avrebbe dovuto approvare ogni canzone di Niccolò.

Eravamo atterrati da due giorni ormai e Niccolò aveva avuto la brillante idea di affittare una villa per non andare in albergo e poter fare ciò che volevamo. Gli avevo detto più di una volta che non ce ne fosse bisogno, non volevo che spendesse così tanto, ma lui continuava a ribadire che i soldi non fossero un problema e che non mi dovessi allarmare per ogni minima cosa. Era vero, mi preoccupavo per tutto, ma non mi sembrava corretto che lui spendesse tutti quei soldi per me, io non avrei potuto contribuire in alcun modo e mi sentivo veramente inutile. Aveva fatto già tantissime cose per me e io non potevo farne di grandi per lui, ma lui mai mi aveva fatto pesare questa cosa, aveva sempre apprezzato ogni minima cosa gli regalassi e ogni piccolo gesto che facessi per lui.

"Sai amore l'altro giorno riflettevo su una cosa." Mi disse Niccolò mentre passeggiavamo per le strade di New York. Quel viaggio ci sarebbe servito per estraniarci dal mondo.

"Su cosa amore mio?"

"Non so come la prenderai, ma mi farebbe piacere condividere con te questo mio pensiero, è strano forse che te lo dica così, ma sento che sia giusto dirtelo, da oggi in poi condivideremo tutto e..." Dato che aveva iniziato a straparlare sembrava una cosa davvero seria, decisi di interromperlo.

"Amore vai dritto al punto, altrimenti non capisco cosa mi vuoi dire." Adoravo fare dei lunghi discorsi con il mio neo-sposo, ma in quel momento ero curiosa di sapere cosa volesse dirmi. Ad un certo punto si bloccò in mezzo ai marciapiedi di New York e posò le sue mani sulla mia pancia.

"Mi piacerebbe tanto avere un figlio con te." A quelle parole rimasi di stucco, non potevo credere mi facesse mai una proposta del genere, erravamo entrambi ancora molto giovani, ma allo stesso tempo desideravo un figlio più di qualsiasi altra cosa, soprattutto se fosse stato figlio di Niccolò. Rimasi imbambolata a fantasticare come sarebbe stata bella una famiglia con lui, una bimba o un bimbo tra le mie braccia e Niccolò a cantare una delle sue canzoni per fare addormentare il piccolo o la piccola. Sarebbe stato meraviglioso.

"Amò te sei imbambolata? Ho detto una cosa che non avrei dovuto dire? Se per te non va bene non ne parliamo più, anzi fai finta di non aver sentito." Le sue parole mi risvegliarono dal mio stato di trans. A quel punto non parlai, ma agii, lo baciai e in quel bacio gli feci capire tutto l'amore che provavo nei suoi confronti e tutta l'approvazione che avevo per ciò che mi aveva detto. Stringere tra le mani un baby Moriconi sarebbe stato meraviglioso e in quel momento non desideravo altro.

"Amore devi stare tranquillo, tutto ciò che hai pensato non è affatto vero, è ovvio che voglia avere un figlio con te!" Mi prese tra le sue braccia tatuate e mi alzò da terra, era felicissimo, aveva un sorriso a trentadue denti, forse nemmeno lui poteva pensare che potessi acconsentire alla sua idea. Oramai ero laureata, la mia carriera da giornalista non era ancora iniziata, ma poteva aspettare, avrei continuato a tenere il mio blog e in seguito mi sarei costruita una carriera vera e propria.

"Non puoi nemmeno immaginare quanto mi abbia reso felice!"

"Amore sei tu che mi rendi felice ogni giorno." Detto ciò non potevo che essere felicissima della proposta di mio marito, non mi sarei mai permessa di fargli una proposta del genere, era un ragazzo in carriera e non volevo intralciare il suo lavoro, avrei aspettato me lo chiedesse lui per smettere di prendere la pillola. Saremmo diventati una famiglia più allargata e questo non mi poteva che far essere orgogliosa della mia vita e delle scelte che avevo fatto.

Niccolò mi volle portare a vedere New York dall'alto e io la trovai un'idea magnifica tanto da accettare senza ribattere. Ci facemmo fare molte foto, eravamo particolarmente felici, ma la più bella, quella che mi rispecchiava di più, era proprio quella che mi aveva scattato lui. La mia espressione era davvero buffa, sembravo una bambina, tanto da cacciare la lingua verso la telecamera. Gli chiesi di inviarmela e senza farmi aspettare nemmeno un secondo me la mandò.

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sara.cassio È una scommessa d'amore❣️🏙
adriano__cassio Che smielata mi sorella, sbrigate a tornà!
ultimopeterpan Argento tra le stelle 🌟 (ti direi diamante tra le iene, ma rimaniamo in tema Cremonini)

I miei due uomini mi facevano sempre sorridere, con Adriano tutto era tornato come prima, non mi teneva più nascosto nulla, anzi ci confidavamo di più di prima. Quando mi arrivò il commento, come il messaggio, di Niccolò, invece, mi sentii strana dato che da quando vivevamo insieme sembrava che nessuno dei due avesse il numero dell'altro, ci mandavamo messaggi veramente di rado, solo quando lui non era a casa o io ero in università. Quando, però, partiva per registrare o per fare i suoi videoclip passavamo ore e ore in video chiamata. Staccarmi da Niccolò quando doveva fare un viaggio era sempre stato doloroso, da giorno in cui, però, ci eravamo promessi amore eterno lo sarebbe stato ancora di più. Continuammo il nostro giro a New York fino a quando stanchi di tutto decidemmo di tornare a casa. Avevamo, anzi Niccolò aveva affittato una casa molto grande nella quale potevano stare anche venti trenta persone e lui si era giustificato con la frase il viaggio di nozze si fa una volta sola, bisognava esagerare.

...

I nostri giorni a New York passavano sempre più veloci e quando avevamo notato di essere rimasti per ben due settimane decidemmo di prenotare un volo e fare ritorno a casa. Tornare a casa sarebbe stato strano, avremmo dormito insieme come marito e moglie, non come due ragazzi innamorati che avevano appena intrapreso la convivenza. Questo pensiero mi diede la consapevolezza di essere cresciuta, non avevo più diciotto anni, ne avevo quasi ventidue e dovevo iniziare a diventare totalmente indipendente.

Niccolò, appena prendemmo l'aereo, non fiatò, strinse forte la mia mano, ma non disse nulla, sembrava stessimo crescendo insieme in tanti ambiti e non potevo essere più felice di così, l'amore era anche questo, imparare a superare le proprie paure e i propri limiti insieme all'altro. E io potevo essere fiera di essere riuscita a superare grazie a Niccolò molti limiti. Non avrei mai pensato di riuscire a prendere la patente, invece, lui con tanta buona volontà mi aveva insegnato e mi aveva portato a compiere un passo importante che poteva dare inizio alla mia indipendenza.

Spazio autrice

Subito dopo il matrimonio i due sposini sono partiti per New York e proprio nelle strade della grande mela Niccolò ha esternato il desiderio di diventare papà e Sara ha accolto la notizia nel migliore dei modi, riusciranno nel loro intento?

La storia sta per volgere al termine, ma ho già un'idea per scriverne una nuova. L'ho già abbozzata e sono già pronti i primi cinque capitoli. Per questo motivo volevo chiedervi: secondo voi è meglio se scriva più capitoli ed inizi a pubblicare un giorno sì e uno no dal mese prossimo, quindi fine giugno inizio luglio, oppure preferite che inizi a pubblicare la storia e che essa venga pubblicata una volta a settimana?

Se il capitolo vi è piaciuto lasciate una stellina o un commento.

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