66. Distrarmi mi avrebbe fatto bene

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Dal capitolo precedente

Sentii un clacson suonare e mi affrettai per scendere. Salutai i miei genitori ed uscii di casa. Trovai il mio ragazzo fuori casa ed ero felice di vederlo, non lo avevo visto per un mese, avevamo una relazione a distanza, dato che la sua vita lavorativa si svolgeva a Milano, e avevamo l'occasione di vederci solo una volta ogni mese per un weekend. Questo mi pesava, ma ero convinta che lasciarlo mi avrebbe fatto stare peggio, quindi avevo accettato di poterlo vedere per due giorni al mese, piuttosto che non poter avere una relazione con lui.

"Ciao amore!" esclamai felice di rivederlo.

"Oi amò, come sei bella stasera!" Esclamò appena mi vide. Nonostante vivesse a Milano non aveva perso il suo accento romano.

"Grazie." Risposi imbarazzata. Salimmo in macchina e andammo a mangiare. Tra racconti e risate si erano fatte le dieci e mezza e decidemmo di incamminarci verso il centro. Riuscimmo ad arrivare dopo venti minuti così da avere tempo per cercare parcheggio, dopodiché chiamai Adriano e ci demmo un punto di incontro, appena arrivai davanti la discoteca non potevo credere a quello che vedevo, la fila era lunghissima e dovevamo attendere minimo trenta minuti, ma si sapeva che fosse così. Mentre aspettavamo, insieme ad Antonio ci andammo a sedere sulla panchina e continuavamo a raccontarci tutte le cose che avevamo fatto mentre non ci eravamo visti. Passammo mezz'ora così dopodiché riuscimmo ad entrare in discoteca e subito i miei amici andarono a prendere un posto nel privè che aveva prenotato Gabriele. Noi ragazze appena sentimmo una canzone ballabile andammo al centro della pista ed iniziammo a divertirci. Conoscevo bene solo Priscilla, le altre le avevo sempre viste di sfuggita, ma non avevamo mai chiacchierato molto tra di noi. Rimanemmo in pista per più di trenta minuti, fin quando a Priscilla iniziarono a farle male i tacchi e decidemmo di andarci a sedere. Prima di fare ciò, però andammo al bancone e andammo a prendere da bere, nonostante fossi minorenne un cocktail ogni tanto lo bevevo. Prendemmo i nostri drink e andammo a sederci. La scena che vidi, appena arrivammo nella nostra zona mi fece rimanere con il fiato sospeso e per poco non mi strozzai con il mio stesso cocktail. Dopo più di un mese si era rifatto vivo Niccolò tra di noi, ma ovviamente non era solo, aveva avvinghiato a sé Federica che lo baciava avidamente. Decisi di sorvolare quella scena e di andarmi a sedere in braccio al mio ragazzo, dato che i posti scarseggiavano e tutte le ragazze si erano ritrovate in braccio ai propri fidanzati. Niccolò non si scomodò nemmeno a salutarmi, ma si limitava a lanciarmi numerosi sguardi fugaci. Essendo nel privè riuscimmo a chiacchierare tra di noi e tra me e il mio ragazzo scappò anche qualche bacio. Non era più di tanto spinto dato che non me la sentivo di dare spettacolo davanti a tutti, avevo pur sempre un minimo di contegno al contrario di qualcun'altro. Si stava iniziando a fare tardi, erano le tre inoltrate, ma di certo sarei tornata con Adriano a casa, dato che non avrei fatto fare trenta chilometri di più ad Antonio solo per riportarmi a casa. Il mio ragazzo mi fece segno di alzarmi e così feci. Federica ci squadrava come non aveva mai fatto prima d'ora e mi chiedevo cosa avesse da guardare, ma la lasciai fare. Uscimmo entrambi dal locale e il mio ragazzo si accese una sigaretta, dopo il primo tiro iniziò a parlare.

"Amò io fra poco vado via che domani mattina devo svegliarmi presto, ma dopo pranzo usciamo e stiamo insieme che poi lunedì riparto." Mi disse il mio ragazzo, annuii e lo baciai, mi sarebbe mancato tanto e non mi sarebbe importato nulla se mi avesse dato fastidio la puzza di fumo. Dopo alcuni minuti rientrammo e ci andammo a risedere. Passò un'altra oretta e lui decise di andar via, mi salutò e stranamente Federica gli rivolse la parola.

"Scusami Antonio non è che potrei tornare con te, Niccolò dovrebbe fare troppa strada per riportarmi a casa, invece con te ci troviamo di passaggio." A quell'intervento la guardai torva, come si permetteva di chiedere al mio ragazzo di tornare con lui, io non potevo nemmeno dire ciao a Niccolò che lei mi si mangiava viva e lei poteva permettersi di chiedergli se potesse tornare in macchina con lui. Non dissi nulla per non fare la figura della bambina gelosa, ma dentro le avrei voluto urlare di tutto e di più. Il mio ragazzo annuì sconcertato e dopo avermi mimato uno scusa uscì dal locale con la ragazza del mio ormai ex migliore amico. Anche Giulia, Tiziano, Gabriele e Priscilla erano andati via, dato che il giorno seguente i ragazzi avrebbero dovuto lavorare.

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