Avevamo scaricato tutto ciò che avevamo preso dal ferramenta poche ore prima e avevamo avuto la brillante idea di iniziare a dipingere la camera di nostra figlia in quel preciso momento. Eravamo davvero impazienti, Niccolò posizionò tutto l'occorrente al centro della futura cameretta e io decisi di andare a cambiarmi per stare più comoda. Indossai uno dei felponi di Niccolò che, nonostante mi andassero grandi facevano sempre la forma della pancia. Non era enorme, ma si intravedeva per bene."Nic dove sei?" Chiesi non sapendo se fosse nella camera della bimba o in cucina.
"In cucina amò."
"Che ne dici se, prima di iniziare a dipingere apparecchiamo per stasera? Almeno dopo abbiamo un pensiero in meno e possiamo fare tutto con calma." Acconsentii a quell'idea, avremmo avuto davvero un pensiero in meno e avremmo potuto dedicare tutto il nostro tempo per dipingere la cameretta.
Appena finimmo di apparecchiare tornammo nella camera di nostra figlia, Niccolò aveva già preparato tutto, aveva aperto la scala, sulla quale ovviamente sarebbe salito lui, aveva preso anche i guanti per dipingere la parete in modo circolare. Grazie ai consigli del ferramenta avevamo pensato di non dipingerla con delle pennellate classiche, ma di creare dei piccoli cerchietti che avrebbero movimentato la stanza e che sarebbero poi andati bene anche per il futuro. Volevamo far sì che a nostra figlia, anche con il passare del tempo potesse piacerle il colore della sua camera.
"Amo te nun ce sali sulla scala eh." Mi minacciò scherzosamente mio marito chiudendo i suoi occhi in due fessure.
"Nic non mi era minimamente passato per la testa, fidati. La posso solo sorreggere mentre tu sei su. Non mi va di mettere a rischio la sua vita." Cadere sarebbe costato caro sia a me sia a mia figlia e non volevo rimpiangere per anni la perdita di una bambina, sarebbe stato per me, come per Niccolò un trauma che non avremmo superato facilmente.
"Brava amò, così mi piaci. Iniziamo da sotto, però così ci stanchiamo di meno." Avevamo preso due guanti così da poterci divertire entrambi, infondo eravamo due bambini che in quel momento pensavano solo a divertirsi, volevamo che la cameretta di nostra figlia potesse essere bella, ma allo stesso tempo volevamo passare un pomeriggio spensierato.
"Senti amò io non ce la faccio più, vado a mettermi un tuo pantaloncino da basket e un top." Avevamo iniziato da pochi minuti e dipingere la parete e io già stavo schiumando, non che fosse caldo, ma avere una pancia sporgente non aiutava per nulla davvero. Mi stancavo molto facilmente e sentivo molte sensazioni amplificate.
La musica di Vasco Rossi risuonava a palla nel nostro appartamento, cantavamo come se fossimo ad un suo concerto e fui grata a Niccolò di aver acquistato una villa abbastanza isolata, così da non sentire delle lamentele da parte dei vicini per il baccano. In un'ora avevamo fatto un quarto della parete, precisamente la parte bassa, ci stavamo davvero impegnando, avevamo a disposizione ancora due ore, subito dopo ci saremmo dovuti preparare per la cena, non avremmo dovuto fare chissà che ma una doccia per dare la parvenza di pulito era obbligatorio.
Iniziammo a dipingere la parte centrale della parete così da completarne almeno metà ed utilizzare la scala sarebbe stato impossibile, lo avremmo fatto il giorno seguente, con più tranquillità. Ero fiera del lavoro che stavamo facendo, sarebbe venuta davvero carina.
Ci alzammo da terra e dopo aver intinto nuovamente il guanto nell'inchiostro iniziammo a dare colore al muro. Niccolò si guardava attorno, aveva gli occhi lucidi, sembrava davvero felice di ciò che stavamo costruendo e lo ero anch'io davvero. Non avrei mai immaginato potessero succedere così tante cose belle nella mia vita, invece, Niccolò me ne aveva regalate di meravigliose.
I miei pensieri furono interrotti da una mano fredda che solleticava il mio ventre. Era il mio uomo che stava facendo un piccolo disegnino con la pittura sulla mia pancia, nonostante non vedessi bene aveva la parvenza di un cuore, il cuore che lui aveva donato a me e che io avevo donato a lui senza nemmeno rifletterci, ma anche il piccolo cuore che batteva dentro di me, il cuore di nostra figlia. Appena terminò la sua piccola opera d'arte gli stampai un bacio sulle labbra che lui non perse tempo ad approfondire e subito dopo iniziammo nuovamente a dipingere il muro. Non mancarono degli schizzi scherzosi, eravamo spensierati, ma cercavamo di sporcarci il meno possibile per non dover perder tempo in doccia, non avremmo avuti tempo dato che sarebbero arrivati i nostri genitori.
Partì una nuova canzone di Vasco Cosa succede il città una delle canzoni che mi faceva venir voglia di saltare, ma decisi di stare cauta e di limitarmi a cantare quella canzone insieme al mio ragazzo. Mi mancavano i concerti, soprattutto quelli di Vasco e quelli di Niccolò e non vedevo l'ora che entrambi tornassero a far sognare me e tutti i fan sul palco.
"Sara?!" Il nostro concerto canoro venne interrotto da una voce interrogativa che pronunciò il mio nome. Non avevamo sentito il suono del nostro campanello, ma sicuramente quella voce era dei miei genitori e dei genitori di Niccolò, ne ero così sicura dato che gli avevamo dato le chiavi di casa nostra per qualsiasi evenienza e loro le avevano usate proprio per entrare in casa nostra al momento del loro ritorno.
Sicuramente volevano farci una sorpresa, dato che sarebbero dovuti tornare verso le otto di sera ed erano solo le cinque del pomeriggio, ma in quel momento eravamo stati noi a fare una sorpresa a loro. Ci guardavano come se avessero visto un fantasma, comprendevo che la notizia fosse una notizia bomba e che quindi fossero rimasti destabilizzati, ma speravo davvero potessero essere felici di avere un nipotino, in quel caso una nipotina.
"Perchè non ce lo avete detto?" Chiese Anna, le nostre mamme ci guardavano con gli occhi lucidi, erano felici della mia gravidanza, ma si capiva dal loro tono di voce che non avevano approvato il fatto di averglielo tenuto nascosto. Il nostro atto era stato compiuto per fargli vivere la loro vacanza in pace, altrimenti avrebbero lasciato tutto per starci vicino e noi non volevamo assolutamente che accadesse ciò, avevano sempre rinunciato a tanto per starci vicino e non meritavano di rinunciare anche al loro momento di distrazione.
"Dovevate partire, volevamo dirvelo stasera e poi la ginecologa ci ha consigliato di tenerlo per noi per i primi tre mesi, non sapevamo se la gravidanza potesse essere portata al termine e i primi mesi erano quelli più critici, non abbiamo voluto dare false speranze a nessuno." La ginecologa mi aveva consigliato di stare a riposo, di non fare sforzi e di pensare al bene della bambina. Niccolò mi aveva trattata davvero come una principessa non facendomi fare sforzi e cercando di limitare le emozioni, nonostante fosse dura non poter fare sforzi, tutto ciò che ho fatto l'ho fatto volentieri, perchè quando avrò il mio fagottino tra le braccia tutte le mie fatiche verranno ripagate.
"Diventare nonna è sempre stato ciò che ho desiderato, non avremmo rinunciato a nulla, vi saremmo stati vicini perchè lo desideravamo non per altro, ma adesso venite qua e fatevi abbracciare."
"Di quanto sei?" Mi chiese mia suocera toccandomi il piccolo pancino. Quel gesto era meraviglioso, lo faceva sempre Niccolò, per far sentire la sua presenza a sua figlia, solo che a differenza di sua madre lasciava anche qualche piccolo bacio sulla mia pancia per diffondere il suo amore alla nostra bambina.
"Oggi ho finito il terzo mese, ma ho scoperto tutto due mesi fa, ventisette giorni dopo che l'avevamo concepito." Lo avevo scoperto relativamente tardi, ma non avevo avuto nessun sintomo, i connotati di vomito non si erano fatti sentire, come se mio figlio si volesse nascondere. Appena, però, il ciclo tardò mi venne spontaneo ripensare ai rapporti avuto con Niccolò e subito ricollegai di dover fare un test di gravidanza.
"Non potevate darci notizia migliore." Le nostre mamme erano davvero felici, sarebbe stato il loro primo nipote, la loro prima nipotina, nè mio fratello nè nessuno dei fratelli di Nic avevano dato loro questa gioia.
"O forse sì." Dicemmo in contemporanea io e Niccolò, ci guardammo complici e sussurrammo all'orecchio delle nostre mamme il sesso del feto che portavo in grembo.
Mia madre scoppiò a piangere dalla gioia e mi abbracciò fortissimo cercando di non comprimere la mia pancia. Rimanemmo così per minuti interminabili, fino a quando le nostre mamme non ci consigliarono di andarci a vestire dato che stavano per arrivare i nostri padri. Mi fiondai in bagno e decisi di indossare comunque qualcosa che coprisse la mia pancia e non facesse vedere quella piccola rotondità. I nostri padri dovevano comunque ancora avere la notizia, non volevo fosse shock come quella delle nostre madri.
Spazio autrice
Non sempre le cose vanno come si vuole, a volte delle sorprese vengono ricambiate con altre sorprese ancora più belle. Le due mamme l'hanno presa davvero bene.
Se il capitolo vi è piaciuto lasciate una stellina o un commento, grazie.
-3❣
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Fanfic[COMPLETA] 18 anni, 18 anni che si conoscono, una forte amicizia riuscirà a trasformarsi in amore? Niccolò Moriconi, in arte Ultimo, e Sara Cassio, sorella di Adriano, il migliore amico del cantante si conoscono da quando sono piccoli cosa succeder...