86. Discoteca

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Pov's Niccolò

Nonostante avessi litigato con Sara quella sera sarei dovuto andare ad una cena di lavoro con James, avrei voluto fare davvero a meno, dato che non mi trovavo a mio agio in quell'ambiente, ma non potevo deludere il mio manager. Aveva creduto in me sin da subito, investendo in un progetto completamente differente dai precedenti.

"James sì sto arrivando, dammi il tempo di scendere le scale e sono giù da te." Per la prima volta ero pronto per tempo, sapevo che, se anche quella volta avessi fatto ritardo, il mio manager mi avrebbe tagliato le gambe. Adriano per questa sera aveva un appuntamento importante e non poteva rimandare così avevo portato con me Cocco. Speravo con tutta me stessa che ci fosse Adriano, volevo parlargli per chiedergli come stesse Sara, sapevo di aver sbagliato ad omettere il mio incontro con Federica, ma non volevo farla arrabbiare.

"Ciao Ni!" Mi salutò James appena entrai nella sua auto.

"James, ma che dobbiamo fare stasera?!" Sapeva quanto odiassi le cene formali, con lui ne facevo di numerose, ma non erano mai formali, a volte parlavamo di lavoro, ma era sempre qualcosa di tranquillo.

"Niente di particolare, dobbiamo stabilire delle cose con alcuni sponsor, serve solo la tua presenza nient'altro." Fortunatamente non avrei dovuto parlare o fare cose del genere. Non ero in vena di fare ciò, litigare con Sara mi faceva stare giù di morale, non avevo la carica per affrontare discorsi importanti e sensati. Appena arrivammo al locale parcheggiammo e mi maledii mentalmente di aver preso parte a questa cena, erano tutti uomini in cravatta, speravo di resistere, senza far notare il mio disagio nello stare in quell'ambiente. La cena iniziò tranquilla e fortunatamente riuscii a staccare un po' la spina, c'erano dei ragazzi miei coetanei che mi avevano fatto compagnia, tanto da non farla risultare pensante come mi aspettavo che fosse.

"Che ne dite andiamo in discoteca?" Chiese uno di quei ragazzi a fine cena, io non ne avevo la minima voglia, sapevo che se fossi andato in discoteca avrei fatto qualche cazzata, non volevo comportarmi male nei confronti di nessuno.

"Mi dispiace Clà, ma io sono venuto con James, non ho macchina, sarà per un'altra volta." Utilizzai quella scusa per dire di no, comunque era una verità, non potevo obbligare James a venire in discoteca con noi solo perchè non avevo la macchina.

"Ma vieni tranquillamente con me, ho più di un posto e poi ti riporto io, tanto sono vicino a Talenti." Non sapevo come dire di no, avevo paura ci rimanesse male e mi prendesse per uno spocchioso, allora decisi di accettare.

"Va bene, grazie, andiamo." Salutai James e seguii i ragazzi. Speravo che quella discoteca fosse davvero un posto tranquillo, non avrei voluto combinare casini, dovevo recuperare la fiducia di Sara, con Federica non era successo assolutamente nulla e doveva capire che poteva continuare a fidarsi ancora di me.

Appena arrivato in quel locale rimasi a bocca aperta, non potevo credere ai miei occhi, non era una semplice discoteca, ma forse meglio non dire cosa fosse. Era un posto a dir poco squallido, non comprendevo cosa ci provassero a frequentare quei posti che per essere gentili potevo chiamare discoteca in cui si trovano donne per una sera. Non avrei mai pensato di ritrovarmi lì, già odiavo le discoteche, figuriamoci come potevo sentirmi in quel luogo. Volevo andare via a tutti i costi, ma non potevo. Avrei potuto chiamare Ale, il mio autista, ma purtroppo lui aveva preso delle ferie per stare con suo figlio che era tornato dall'estero e non avrei mai e poi mai voluto disturbarlo. Decisi di cercare un posto più tranquillo, lontano da quella massa di gente, avvisai i ragazzi e gli dissi che quando sarebbero voluti andar via mi avrebbero potuto chiamare e sarei andato con loro. Per passare il tempo decisi di ordinare un paio di birre e poi decisi di andarmi a sedere al di fuori del locale. Fortunatamente c'era una panchina e decisi di sedermi lì per isolarmi da tutto quel frastuono assordante. In poco tempo finii le mie birre, quella sera non volevo pensare, ogni volta che rimanevo solo la mia mente andava a Sara e alla sua faccia delusa, non avrei mai voluto farla soffrire, avrei voluto sposarla, come poteva dubitare del mio amore per lei?! Rientrai e presi altre birre, tutte quelle che entravano nella mia mano e riuscii, speravo che quelle bastassero per distrarmi e per non farmi più rientrare in quel posto.

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