11. Confusione

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"Niente Sa è che questo mi sembra un po' surreale. Non prendertela, ma parlare in modo formale con te mi fa ridere. Nient'altro." Sembrava strano anche a me che durante l'intervista fosse riuscito a dire tutto in italiano, tranne ovviamente l'autocitazione della sua canzone, non perché non sapesse parlare in italiano, ma perché con me, la maggior parte delle volte, si divertiva a parlare in dialetto. Lo faceva perché voleva mettere alla prova la mia pazienza. Avendo frequentato il liceo classico, non potevo permettermi di prendere la calata romana, ma ciò che lui non sapeva era che il mio amore per il dialetto romano era, è e sarà sempre smisurato. In più adoravo particolarmente i ragazzi che lo parlavano.

"Moriconi, è vero, ha fatto un po' strano anche a me, ma se devo esser sincera mi ha fatto piacere il modo in cui hai preso l'intervista. L'hai presa proprio con serietà e questa cosa mi ha reso felice." Non mi aspettavo riuscisse ad essere così serio perché con me è sempre stato abituato a scherzare.

"Mi ha fatto piacere esserti utile in questo tuo progetto e poi devo prepararmi al meglio per le interviste che mi farai quando sarai una giornalista vera e propria, anche se da quel giorno non ti dirò più nulla, altrimenti farai trapelare tutti i miei segreti." Nonostante il tono fosse serio, l'ultima frase pronunciata celava un non so che di ironico.

"Allora ne approfitto ora per sapere tutti i fatti tuoi più nascosti, promettendoti di non rivelare niente in futuro." Nonostante fossi sincera, volevo conoscere tutti i suoi segreti, quelli che non mi aveva ancora svelato. Eravamo amici da una vita e con me si era sempre confidato, ma sono certa che non mi abbia sempre detto tutto, colui che conosce alla perfezione Niccolò è mio fratello, sono cresciuti insieme e si capiscono con un solo sguardo.

"Ti racconterò tutto davanti ad un bel piatto di carbonara." Non potevo di certo rifiutare l'offerta. Amavo la sua carbonara e per di più ero curiosa di conoscere tutto ciò che lo riguardava.

Pov's Niccolò

Sentivo il bisogno di passare del tempo con lei, volevo capire bene cosa volessi. Avevo paura di fare delle cazzate delle quali poi mi saprei pentito. Volevo chiederle dei consigli, non facendole intendere che lei fosse la diretta interessata delle mie paranoie.

Dopo aver preparato la mia carbonara ci sedemmo a tavola l'uno di fronte all'altro e iniziai a parlare prendendo il discorso molto alla larga.

"Allora Sarè, quando mi hai fatto la domanda su Federica ho arricciato il naso perché non sapevo risponderti, o meglio, sapevo bene cosa dirti riguardo il mio rapporto con lei, infatti tutto ciò che ti ho detto lo penso veramente, ma per quanto riguarda la mia vita sentimentale dopo di lei non ci sto a capire un bel niente. Ci sono molte persone che mi hanno fatto notare di avere atteggiamenti strani verso una persona, ma sono io che ho paura di fare cazzate. Non mi sono mai trovato in questa situazione, mi sono sempre buttato, ma forse sono rimasto scottato dalla fine della storia con Federica, non perché la ami ancora, ma perché sono stato troppo male dopo che mi ha lasciato e ho paura possa ripetersi di nuovo." Lei mi ascoltava in silenzio, riempiendo la sua pancia con i miei spaghetti alla carbonara e, dopo aver ingoiato il suo boccone prese la parola.

"Beh Niccolò anche io in questo periodo sono un po' confusa e forse sono l'ultima persona che può darti un consiglio, ma ci proverò. Per prima cosa devi capire se questa persona ti interessa veramente, nel caso in cui la tua risposta sia affermativa, devi cercare di comprendere se dall'altra parte il sentimento è ricambiato. Nel caso in cui lo sia buttati e vedrai che avrai strada spianata, se non dovesse essere così prova a capire come conquistarla e con il tempo capirai se può diventare qualcosa di più o meno." Il suo consiglio aveva confermato la mia teoria. Quando una ragazza da un consiglio esprime ciò che il suo inconscio vorrebbe e, proprio per questo motivo, cercherò di fare così con lei. La cosa che mi turbava di più, però, era la prima affermazione fatta. Anche lei aveva problemi di cuore e io non sapevo per chi penasse, lo avrei dovuto scoprire a tutti i costi.

"Per quale motivo sei confusa? Chi è che tormenta i tuoi pensieri?" Forse ero stato troppo sfacciato, ma volevo sapere a tutti i costi.

"La confusione che hai tu è simile a quella che ho io. Di certo non ti dirò chi è la persona che mi lascia confusa, dato che nemmeno tu me l'hai detta, ma sto cercando di capire anche io se quella persona provi qualcosa per me." Aveva ragione, non poteva dirmi chi fosse questa persona, ma morivo dalla curiosità, se non fossi stato io al centro dei suoi pensieri sarebbe stato molto più duro riuscire a conquistarla, ma la mia ambizione era veramente alta, dovevo riuscirci assolutamente.

Pov's Sara

La conversazione con Niccolò si faceva interessante. Entrambi volevamo scoprire chi piacesse all'altro, durante questa confessione ho provato un po' di fastidio a sapere che lui provasse qualcosa per qualcuna e mi dispiaceva immaginar che non fossi io. Era veramente difficile ammetterlo, non lo volevo dire ad alta voce, altrimenti sarebbe stato reale e a me non andava di soffrire, ma sentivo che da parte mia, quella con Niccolò, non era più una semplice amicizia.

Non potevo confidarmi quasi con nessuno se non con mio fratello, ma ovviamente se avessi detto ad Adriano che ero interessata a Niccolò lui lo avrebbe saputo subito e non mi andava, ma avevo proprio bisogno di sfogarmi. Dopo aver terminato il pranzo a casa di Niccolò e, dopo averlo aiutato a mettere apposto, ci salutammo e, dopo aver messo le cuffie nelle orecchie, mi avviai verso casa.

Più passi facevo, più la mia mente elaborava la possibilità di essermi innamorata di Niccolò. Diciotto anni di amicizia si sarebbero potuti trasformare in qualcosa di più? Era la domanda che mi tormentava, alla quale non avevo ancora una risposta valida. Non avrei voluto fare nessun passo verso di lui, non avrei voluto rovinare la nostra amicizia, avrei fatto qualcosa solo nel caso in cui lui me lo avesse chiesto. Potrei essere definita vigliacca o fifona, ma preferivo avere Niccolò come amico e non perderlo per sempre. Il suo modo di scherzare mi sarebbe mancato troppo durante la mia quotidianità. E se vi stesse chiedendo perché penso sempre al peggio è perché se sapessi che potesse andare bene non avrei paura di buttarmi, andrebbe a finire tutto come desidero e sarei felice, ma alla mia totale felicità ne preferisco una parziale, per paura di dover vivere nell'infelicità.

Persa nei miei pensieri le mie gambe mi avevano riportata a casa e, dopo aver inserito la chiave nella serratura e aver salutato i miei genitori mi rifugiai in camera di Adriano che sarebbe tornato di lì a poco dall'Honiro. Avrei parlato con lui, senza rivelargli il nome del diretto interessato, così da poter avere un altro parere. Aspettai per più di un'ora in quella camera, ma non mi accorsi del tempo che scorreva così veloce proprio per i mille dubbi che avevo in testa.

Adriano non era ancora tornato allora decisi di dirigermi nella mia camera da letto, ero veramente stanca. Erano le 18 e non sarei dovuta uscire, allora decisi di chiudere gli occhi e di parlare, il giorno seguente, con mio fratello.

Spazio autrice

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