92. Parigi

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Niccolò aveva voluto fare una pazzia: partire per Parigi. Non mi aveva dato molto preavviso, ma avendo preso la laurea non avevo molto da fare, dovevo sì cercare lavoro, ma dovevo aspettare pochi mesi per fare il concorso per diventare giornalista, quindi oltre che ripetere qualcosa non dovevo fare nulla di che. Saremmo stati solo un weekend, ma a me andava benissimo, mi bastava stare sola con Niccolò. Avevo preparato la valigia in meno di dieci minuti, dato che il mio ragazzo mi aveva dato solo quel lasso di tempo prima di catapultarsi in macchina e partire verso l'aeroporto. Avevo preso i primi vestiti che mi erano capitati sotto mano, proprio per non farlo aspettare. Non mi sarei mai aspettata potesse fare una cosa del genere, sapevo fosse imprevedibile, ma non fino a questo punto. Appena arrivati in aeroporto facemmo il check in e in seguito salimmo sull'aereo, desideravo andare a Parigi da molti anni, ma non lo avevo mai detto a Niccolò, altrimenti avrebbe fatto di tutto per portarmici, ma nonostante avessi tenuto questo desiderio per me, lui era riuscito a realizzarlo.

"Amore sveglia siamo arrivati." Ero talmente persa nei miei pensieri che non mi ero accorta di essermi addormentata, mi era capitato diverse volte. Quando era bel tempo sembrava che l'aereo mi cullasse e mi accompagnasse nel mondo dei sogni.

"Amore scusa, non mi ero accorta che mi fossi addormentata. Come hai passato il viaggio?" La cosa che mi preoccupava di più era che avesse dovuto affrontare un attacco di panico da solo, ma fortunatamente la sua risposta fu positiva.

"Ho guardato alcune puntate di una nuova serie TV, nulla di particolarmente interessante, ma almeno mi sono distratto."

"Dato che non ho avuto nemmeno il tempo di chiedertelo, perché stiamo andando a Parigi?"

"Era da un po' di tempo che non facevamo un viaggetto insieme, quindi mi sembrava bello partire con te, anche solo per un weekend." Era vero, Niccolò era stato impegnato in questi ultimi anni tutte le estati e non eravamo riusciti a prenderci più di un giorno solo per noi. Anche se d'inverno era riuscito ad avere delle pause io non potevo assentarmi dai miei corsi, altrimenti non avrei potuto conseguire la mia laurea.

"Hai ragione amore, hai fatto bene." Uscimmo dall'aereo e andammo a prendere i nostri bagagli per poi recarci nell'hotel che Niccolò aveva prenotato. Il moro, come il suo solito, aveva esagerato leggermente, l'hotel era a cinque stelle e aveva prenotato un attico con una vista di Parigi meravigliosa.

"Amore ma te sei proprio pazzo!" Osservavo tutto con gli occhi a cuoricino, ma mi sentivo allo stesso tempo in colpa perché lui spendeva moltissimi soldi per me e io non potevo ricambiare, "Nicco non devi fare così però, stai esagerando. Capisco che i soldi non ti mancano però amore non devi fare tutto questo per me."

"Amore ma io faccio tutto questo per noi, mi fa piacere farlo e non sto esagerando affatto, ce lo meritiamo." Niccolò era sempre così premuroso e generoso, con tutti. Ogni Natale lo trascorreva in Comunità, rinunciando al pranzo con i sui parenti e vivendo quella giornata con gli ultimi, con coloro che hanno bisogno di un sorriso; ogni anno, anche prima di diventare Goodwill, faceva donazioni cospicue all'UNICEF per permettere ai bambini meno facoltosi di avere un futuro migliore e alle popolazioni che ne avevano bisogno di avere i beni di prima necessità. Ciò che lui faceva mi rendeva fiera di avere un fidanzato come lui, meritava tutto il bene che le persone gli stavano donando, perché il suo passato non era stato dei migliori, nonostante la sua famiglia e i suoi amici ci fossero stati sempre. Vivere a San Basilio non era mai stato semplice, ma nonostante ciò lui era riuscito a non essere il ragazzo di San Basilio mal visto, anzi, insieme a Fabrizio Moro, aveva iniziato a far capire che nel nostro quartiere non esistevano solo persone mal volute, ma anche persone che sapevano fare del proprio sogno, la propria vita.

"Grazie Nì, grazie davvero di tutto." Per tutte le cose che lui faceva per me io non lo avevo mai ringraziato abbastanza, Niccolò non voleva mai essere ringraziato da nessuno, perché quando faceva una cosa la faceva con il cuore, ma io sentivo il bisogno di farlo perché se lo meritava davvero.

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