64. La mia risposta è negativa

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"Adri grazie veramente, però in questo momento ho bisogno di riflettere da solo, sai bene come sono fatto, ma ti sono infinitamente grato per ciò che mi hai detto, te vojo bene."

"Ciao Nì, per qualsiasi cosa chiamami!"

"Ti chiedo solo una cosa Adriá, nun di nulla a Sara, nun dille dove sto, ma se ti stai chiedendo se desidero lasciarla, la mia risposta è negativa." Adriano fu sollevato dalle parole di Niccolò e tornò sopra da sua madre per aiutare Sara a mangiare, come il ragazzo aveva già immaginato sua sorella non era uscita ancora dalla stanza, ma digiuna non poteva stare dato che aveva già saltato il pranzo. Adriano con la maggiore gentilezza possibile bussò e chiese a sua sorella di aprire, la ragazza fortunatamente non oppose resistenza e dopo aver fatto scattare la serratura spalancò la porta fiondandosi nelle braccia di suo fratello.

"Adri io non riesco a stare così, ti prego aiutami." La sua voce era rotta dal pianto, non riusciva a dire nemmeno una parola senza singhiozzare. "Ho bisogno di sentirlo, mi manca." Ammise con un fil di voce. Nonostante fossero già stati lontani, potevano sentirsi quanto volevano e come volevano, questa volta, però, era diverso.

"Sara io ci ho parlato, mentirei se non te lo dicessi. Posso dirti di stare tranquilla, lo conosco come le mie tasche ed è innamorato perso di te." Le lacrime iniziarono a scendere sul volto di Sara, dopo che suo fratello pronunciò quelle parole. Le accarezzò le guance con i pollici per mandare via le lacrime e la accoccolò a sé, convincendola a mangiare qualcosa. La ragazza fortunatamente mangiò, anche se con molta fatica, un pezzo di carne che sarebbe riuscito a tenerla in piedi. A sorvegliarla c'era il vigile Adriano che non desiderava altro che far star bene sua sorella. La ragazza, dopo aver chiacchierato un po' con suo fratello, che cercava di farla svagare, gli chiese di chiudere la porta dato che desiderava addormentarsi. Il fratello così fece e lei, al posto di addormentarsi, cedette ad una forte tentazione.

Non voleva una risposta, voleva solo dirgli ciò che pensava, voleva scrivere a Niccolò per chiedergli scusa. Non disse nulla a suo fratello, il quale avrebbe provato in tutti i modi a convincerla di non farlo, ma lei in quel momento ne sentiva realmente il bisogno.

Peter💫

Amore mio, non so se mi risponderai, o preferirai
non parlare con me che sono stata veramente stronza,
  ma non importa ho bisogno di dirti
delle cose che non sono riuscita a dirti prima, ma
che soprattutto non riuscirei a dirti a voce.
Ho sbagliato e tu hai fatto bene a reagire così, non merito
di averti vicino in questo momento, ma io sono certa
di una cosa, ti amo con tutta me stessa e ti chiedo
perdono per averti detto quella frase, ma ero presa dal
panico del momento, tanto da non capirci più nulla.

Sono qui chiusa in camera a piangere abbracciando un
cuscino, immaginando che al posto suo ci sia tu, ma il
calore che mi trasmettono le tue braccia,
tutte tatuate, non riesco proprio a sentirlo.

Niccolò, amore mio, mi manchi.
Dimmi dove sei, dove posso cercarti.
Spero solo potrai perdonarmi.

Sara scriveva quelle parole senza pensare alla forma, tanto da inviare senza nemmeno rileggere, voleva essere vera, senza alcun filtro e non le importava apparire fragile, lei in quel momento lo era. Si malediceva mentalmente per aver detto quelle parole, lo faceva ripetutamente e, dato che non voleva sentire nessuno, tranne il suo Niccolò, mise le cuffie nelle orecchie e si fece cullare dalla sua dolce voce.

Niccolò, in casa sua, era alla decima bottiglia di birra, voleva solo non pensare agli occhi della sua ragazza e credeva che con l'alcool riuscisse a dimenticarla e a dimenticare il suo sorriso, ma più scordava le cose più il suo nome e il suo volto apparivano lucidi nella sua mente. Non avrebbe voluto dimenticarla per sempre, ma solo per un giorno. Il ragazzo si sentiva confuso. Sapeva di amarla, ne era certo, ma non sapeva se fosse meglio prendersi un periodo di pausa, per stare lontani e per recuperare la voglia di stare insieme. Mentre beveva l'ennesima birra il suo telefono segnava che un messaggio gli fosse arrivato, non avrebbe voluto rispondere a nessuno, ma la notifica personalizzata lo fece sobbalzare. Era indeciso, non sapeva se leggere il messaggio o ignorarlo. Aveva bisogno di tempo, non sapeva quanto, ma aveva bisogno di tempo. Lesse solo l'anteprima dell'ultimo messaggio, dato che entrava tutto nello spazio disponibile e una lacrima solcò il suo viso. Sentiva un mix di emozioni che neanche lui sapeva spiegare. La parola amore mio lo mandava in tilt, per lui Sara era il suo amore, ma in quel momento faceva fatica a dirglielo, sperava potesse superare quel momento. I due ragazzi non sapevano di essere nello stesso palazzo. Nonostante Niccolò avesse visto Adriano, era convinto che il suo migliore amico lo fosse andato a trovare, ma non pensava minimamente che Sara fosse di sopra.

Sara, invece, credeva fosse andato da qualche suo amico, e, per non ricevere un interrogatorio, non chiese a nessuno dei miserabili dove fosse il moro. La risposta di Niccolò non arrivava, ma Sara controllava ogni tre per due se le spunte da grige fossero diventate blu, ma così non fui, ciò la rese felice, il suo ragazzo non la stava ignorando, purtroppo non sapeva che il moro avesse letto uno dei suoi messaggi. Sara sperava con tutto il cuore che non fosse caduto nelle mani di qualche ragazza che voleva solo abbindolarlo, scacciò immediatamente quel pensiero, riflettendo sulle parole di Adriano, doveva fidarsi del messaggio che Niccolò aveva mandato a suo fratello, gli aveva promesso che non gli avrebbe mai più mentito e convinta di ciò, cullata da L'eleganza delle stelle, cadde in un sonno profondo.

Niccolò d'altro canto sentiva il bisogno di suonare ma all'una di notte gli sembrava poco consono utilizzare il piano. Prese la sua chitarra e, nonostante le corde scordate, iniziò ad intonare piccola stella. Sapeva che nella stanza di fronte ci fosse sua madre, ma poco gli importava. Le parole non gli uscivano dalla bocca, dato che venivano sostituite dai singhiozzi, voleva fare sempre il duro, ma quando era solo piangeva. Cercò di ricordare gli accordi, poco chiari, data la poca lucidità del ragazzo, ma riuscì a terminare la canzone soffermandosi sulle ultime parole prima del ritornello. Per sempre, per sempre, per sempre non se lo erano mai giurato, dato che Niccolò non ci credeva più di tanto, ma sperava di stare con Sara per il maggior tempo possibile. Dopo aver terminato la canzone si distese sul letto e provò a dormire. Il volto di Sara stampato nei suoi occhi lo buttò tra le braccia di Morfeo.

Spazio autrice

Niccolò e Sara non si sono rincontrati ancora, ma nonostante ciò si pensano in continuazione. Nessuno dei due sa dove si trova l'altro, ma soprattutto nessuno dei due immagina che li separano solo poche rampe di scale.

Se il capitolo vi è piaciuto lasciate una stellina o un commento, grazie.

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