83. Sono un uomo morto

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Pov's Adriano

La mattinata del mio primo giorno libero, dopo due settimane di lavoro intenso, lo avevo passato a casa di mia madre. Non la vedevo da tempo e mi mancava passare del tempo con lei, nonostante non vivessi con lei da molti anni ogni volta che non la vedevo per più di una settimana mi mancava tantissimo. Potrebbe sembrare strano, ma il rapporto con mia madre era meraviglioso, eravamo due amici che condividevano le proprie esperienze e che si confidavano, anche se quello che aveva bisogno di consigli ero io. Ogni volta mia madre pazientemente mi faceva raccontare le mie giornate e mi faceva sfogare ed io mi sentivo bene.

Ero uscito da poco tempo da casa di mamma per andare a casa e dentro di me stavo ridendo, solo che non potevo sembrare un pazzo che rideva da solo per le vie di Roma. Avevo appena fatto uno scherzo a mia sorella e al mio migliore amico, mi stavo vendicando per tutte le volte che loro si erano presi gioco di me.

I miei pensieri furono interrotti dallo squillo del mio telefono, immaginavo chi fosse, ma prima di rispondere controllai sullo schermo del mio telefono e sulla mia faccia si venne a creare un ghigno. Ero riuscito nel mio intento.

"Adriano io ti ammazzo prima di ora!" Era la voce di mia sorella, da quanto si poteva percepire era davvero irritata.

"Cosa è successo sorellina?" Feci finta di non sapere nulla utilizzando proprio quella voce angelica che utilizzavo quando ero colpevole di qualcosa. Sapevo che facendo quella vocina stavo rischiando davvero tanto, lei mi conosceva come le sue tasche e capiva quando le stavo mentendo oppure la stavo prendendo in giro.

"Perchè hai detto ad Anna di entrare in camera di Niccolò? Non potevi richiamarlo più tardi?!" Se avessi dovuto descrivere il suo stato d'animo avrei trovato molta difficoltà, dato che dire che fosse irritata era davvero poco. Se mi avesse avuto davanti mi avrebbe ammazzato seduta stante. Non sapevo bene cosa fosse successo dato che non mi aveva ancora riferito tutto l'accaduto, ma ero abbastanza sicuro che fosse successo ciò che io avrei voluto succedesse.

"Io non ho detto ad Anna di entrare in camera di Niccolò, avevo solo detto di dirgli che lo stavo cercando, gliel'ho detto perchè era abbastanza urgente, dovevo dirgli una cosa importante." Non sapevo se lei mi avesse potuto credere, anche se ne dubitavo fortemente, ma stavo provando in tutti i modi a non far capire che il mio intento era proprio quello di farla entrare nella camera del mio migliore amico.

"E quale cosa tanto importante da dirgli che era urgente?" Con questa domanda mi aveva messo davvero in difficoltà, nonostante fossi sicuro di ricevere una sua chiamata non mi ero preparato una scusa per farle credere che fossi davvero innocente. Sapevo benissimo che Sara volesse davvero conoscere per quale motivo le avessi fatto fare quella figuraccia che di sicuro avrebbe denominato la più grande figura di merda della sua mia vita.

"Ehm, non sono cose che ti riguardano, sorella." Cercavo di prendere tempo per elaborare qualcosa, ma era come se la mia mente si stesse rifiutando di aiutarmi.

"Adriano dimmelo ora, altrimenti me lo faccio dire da Niccolò." Da quando eravamo piccoli avevamo l'usanza di dirci sempre tutte le cose rilevanti della nostra vita, ma soprattutto, da quando stava con Niccolò, non le potevamo mai nascondere nulla, dato che se avessi omesso qualcosa io glielo avrebbe di sicuro detto il mio migliore amico.

"Ma io non voglio dirtelo!" Ero convinto di essere con le spalle al muro, era questione di pochi minuti e sicuramente mi avrebbe scoperto, dato che le bugie con lei non avevano le gambe corte, di più.

"Non fare il bambino, tanto lo sai che Niccolò non mi tiene nascosto niente."

"E va bene! Mi arrendo, la cosa che dovevo dirgli non era affatto importante, ma diciamo che volevo farti uno scherzo "

"Ma sei uno stronzo!" Urlò talmente forte che avevo avuto paura di aver perso un timpano, ma poi purtroppo iniziai nuovamente a sentire la sua voce e capii che il mio timpano funzionava perfettamente.

"Calma con le parole sono pur sempre il tuo fratello maggiore!" Cercavo di farla ridere per far placare la sua ira, ma ero sicuro di non starci riuscendo, era arrabbiata e nessuno le avrebbe fatto cambiare idea dal farmi un partaccione, uno di quelli che nemmeno mia madre mi aveva mai fatto.

"Non mi interessa proprio nulla Adriano, ma ti pare normale fare una cosa de genere e poi che scherzo volevi farci non ho capito?"

"Beh ero venuta da mamma per portarle una cosa che mi aveva chiesto e mentre salivo ho sentito dei rumori abbastanza molesti e ho capito immediatamente cosa stavate facendo e per puro caso mentre scendevo ho incontrato Anna che stava tornando a casa e le ho chiesto di chiamarmi Niccolò, il resto lo sai meglio di me no?!" Purtroppo per mia sorella quella mattina avevo deciso di salire a piedi per fare un po' di moto dato che ero stato due settimane seduto dietro una scrivania e proprio mentre salivo, dato il mio udito sviluppato, avevo sentito dei rumori provenire proprio da casa di Anna e, sapendo che Niccolò fosse tornato ad abitare per una settimana in quella casa, avevo capito bene che il mio migliore amico e mia sorella stessero facendo educazione fisica mescolata ad uno studio approfondito di anatomia.

"Ma tu lo sai come ci ha trovati?!" Speravo davvero che non li avesse trovati mentre stavano facendo l'amore, altrimenti mi sarei sotterrato io al posto suo. Volevo sì farle uno scherzo, ma non ero così crudele da volere che Anna li scoprisse mentre lo stavano facendo.

"Non mi dire che lo stavate facendo mentre Anna è entrata, se fosse così potrei sentirmi in colpa."

"Ma fortunatamente no! Avevamo finito solo che eravamo nudi e lei ovviamente ha capito tutto. Adriano sei davvero crudele a volte." A quel punto tirai un lungo sospiro di sollievo e mi misi a ridere, cosa che la fece sospirare così forte per il nervoso che riuscii a sentirla.

"Dai volevo solo divertirmi per una volta." Era la pura e semplice verità, volevo divertirmi e l'ho fatto a discapito del mio migliore amico e di mia sorella, nonostante ciò non me n'ero pentito affatto, anzi, se potessi lo rifarei.

"Adriano ti farei divertire io! Se non fossi così tanto amica a Flavia farei di tutto pur di farti fare la stessa figura con i suoi genitori, poi vediamo chi ride." Solo al pensiero che mio suocero potesse trovarmi a letto con la mia ragazza l'idea di sotterrarmi era sempre più vicina, ma sapevo che mia sorella non fosse così stronza da mettermi in difficoltà, anche se forse quella che non voleva mettere in difficoltà era proprio Flavia. Le donne più importanti della mia vita andavano d'accordo e io non potevo essere più felice di così. Mia madre considerava Flavia come una figlia e la trattava con i guanti bianchi, invece, per Sara, la mia ragazza era una delle sue amiche più strette. Non potevo desiderare di meglio.

"No no, non sia mai, soprattutto se mi trova suo padre, sono un uomo morto." Mio suocero era un uomo abbastanza all'antica, era dell'idea che in camera da letto insieme ci dovete finire solamente dopo il matrimonio, queste furono le testuali parole che aveva utilizzato nei miei confronti e non solo, per convincerlo che fosse una buona idea far venire Flavia a Roma ho dovuto fargli delle importanti promesse alle quali, però, grazie a tutto l'amore provato nei confronti della mia ragazza, ero riuscito a tenere fede e speravo davvero di riuscirle a mantenere per il resto della mia vita.

"Guarda Adrià non ti ammazzo perchè non voglio passare il resto dei miei giorni in galera per fratricidio."

"Menomale, ti ringrazio."


Spazio autrice

So che il capitolo non è il massimo, ma purtroppo oggi non era una delle mie giornate favorevoli, l'idea l'avevo abbozzata da tempo, ma non sono riuscita a rendere al massimo ciò che volevo.

Spero comunque il capitolo vi sia piaciuto e se vi va lasciate un commento o una stellina.

Un ringraziamento speciale va a liliana_lapertosa che mi sopporta e mi supporta sempre.

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