16. Ad una condizione

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Pov's Niccolò

Quando Gianmarco mi ha chiesto se Sara fosse la mia ragazza sono rimasto un po' stupito e tra me e me ho pensato anche "Magari!", ma ho pensato che il modo migliore per svignarmela fosse dire che era la sorella di Adriano.

"Niccolò tu cosa prendi?" mi risvegliò Sara dai miei pensieri. La mia scelta l'avevo fatta già da quando avevo imboccato la strada per venire qui e sicuro risposi "Carbonara!"

"Oh menomale, anche io volevo la pasta, ma avevo paura di chiedere troppo."

"A Gianmarco non chiedi mai troppo, scommetti che ha già messo l'acqua a bollire?" Non mi fece proferir parola e lo chiamò "Giamma a me famme er solito e a lei..." Esitai perché non sapevo realmente cosa volesse e fu così che prese la parola "Un'amatriciana, grazie."

"A Moricò dieci minuti massimo ed è tutto pronto, l'acqua era già sul fuoco. Aspettava solo che mi dicessi il solito." Era così simpatico, lo conoscevo da tempo. Teneva aperto tutta la notte per dare un pasto caldo a tutti coloro che smettevano di lavorare a quell'ora. Era un uomo molto altruista.

"Hai visto?! Conosco i miei polli... Allora cosa ho vinto?" Poche volte vincevo contro di lei, ma quando ciò accadeva lei era sempre in grado di smontarmi e decretare la scommessa non valida. Questa volta sentivo di aver vinto.

"Stasera la cena la pago io, ho perso la scommessa." Ecco anche adesso aveva fatto sì che soffrissi della vittoria, far pagare una donna ad una cena, assolutamente no! Non lo avrei mai accettato.

"Ah ah ah bella battuta, mi è piaciuta molto, ora dimmi cosa vuoi fare davvero per pagare pegno." Ci riprovai.

"Stasera pago la cena e basta, senza discutere." Cercai di ribattere, ma Gianmarco ci interruppe portando i nostri piatti fumanti a tavola. Adoravo la sua cucina, sapeva di casa. Prima che potesse andar via lo feci avvicinare al mio orecchio e gli sussurrai, con l'intento di non far sentire nulla a Sara "Gianma, tra poco vengo alla cassa e te pago. Sara sta a prova in tutti i modi a convincerme pe falle paga la cena, ma te sembra una cosa normale?!" Gianmarco abbozzò una risata e tornò in cucina.

"Hei non si parla all'orecchio è maleducazione!" mi canzonò lei poco dopo.

"Oh mi scusi sua maestà, cosa posso fare per rimediare a questo terribile oltraggio?!" Mi piaceva ridere e scherzare con lei, mi faceva sentire libero.

"Mi faccia assaggiare un po' della sua carbonara e forse la perdonerò."

"Ad una condizione: che io possa assaggiare la tua amatriciana." Era il mio secondo piatto preferito e solo sentirlo nominare mi aveva tentato a prendere un altro piatto oltre la carbonara, ma mi risparmiai.

"Affare fatto." Dopo pochi minuti, ci scambiammo i nostri piatti ed assaggiamo l'uno la pietanza dell'altro. Gianmarco questa volta si era superato. Con la scusa di dover andare al bagno mi alzai e mi recai alla cassa, dovevo pagare il conto prima di lei.

"Gianmà era tutto ottimo, fatte paga e tiette il resto!"

"A Nì nun ce prova, fatte da er resto"

"Nun te preoccupa, me fa piacere e poi era veramente tutto bono, nun te preoccupa davero tiette ri sordi." Non cedeva mai, non voleva mai nemmeno un centesimo di più di quello che dovevo dargli.

"Ad una condizione" feci cenno di continuare "Ammetti che te interessa la pischella, e tutti e due sapemo di chi stemo a parla, e nun te do il resto." Mi grattai la nuca per l'imbarazzo e feci una faccia da angioletto e sussurrai un "Po esse." col quale mi beccai una pacca sulla spalla. Tornai a sedermi e continuai a ridere e a scherzare con Sara. Stavo veramente bene. Ero spensierato e felice, lei mi rendeva felice.

Si era fatto tardi, come se non lo fosse già da quando eravamo arrivati, e ci alzammo da tavolo. Sara era vittoriosa, credeva di farmi uno sgarro pagando e io l'avevo fregata già in partenza. Appena si avvicinò alla cassa la sua aria fiera si spense per dare luce ad un'aria infuriata, dato che aveva scoperto che qualcuno l'aveva anticipata sul da farsi. Salutammo e ringraziammo Gianmarco, ma nemmeno il tempo di uscire dalla porta che sentii Sara urlare.

"Moriconi, corri o sei morto!" Iniziammo a correre come dei bambini, ci stavamo divertendo tantissimo, avremmo avuto anche la possibilità di smaltire ciò che avevamo mangiato. Ad un certo punto ero stanco di correre allora mi sdraiai a terra facendo finta di stare male.

"Oddio Niccolò stai bene? Che ti succede?" mi iniziò a tirare degli schiaffi molto forti. Stava scaricando tutta la paura.

"Aoh me fai male!" E scoppiai a ridere. Lei mi guardò col broncio, fingendosi arrabbiata e io la abbracciai per scusarmi.

"Ti sembra normale fare così?! Mi hai fatto prendere un colpo!"

"Che ti preoccupi per me?!" Le chiesi con aria soddisfatta.

"Sei caduto a terra come una pera secca, ci credo che mi sono preoccupata Niccolò." La riabbracciai di nuovo sussurrandole un "Che carina" al quale rispose con una pacca sulla spalla.

Spazio autrice
Buon anno a tutti! Spero la storia vi stia piacendo. Se vi va lasciate una stellina o un commento, grazie.

È finalmente arrivato l'anno degli stadi!😍 siete carichi?

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