78. Quindi avete deciso la data?

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"Sono in ansia Sara." Ammise Flavia abbassando gli occhi, la capivo, aveva paura di non piacere ai genitori del suo ragazzo e questa era una paura più che legittima.

"Stai tranquilla i miei genitori ti accoglieranno come una quarta figlia, non ti preoccupare, sii semplicemente te stessa." Volevo essere sincera al massimo con lei, non serviva mentirle per farla stare più tranquilla, ai miei piaceva la sincerità e la semplicità e lei rispecchiava a pieno quei canoni.

"Avete un altro fratello e non me lo avete detto?" Chiese allarmata, riferendosi alla mia precedente frase.

"Ma no! Niccolò per loro è come un terzo figlio, dato che è cresciuto con noi." Era vero, i miei genitori lo reputavano come un terzo figlio e non potevo desiderare definizione migliore per il mio ragazzo.

"Siete davvero cresciuti insieme?" Chiese sorpresa. Mi sembrava strano che Adriano non le avesse parlato della nostra infanzia, si vantava sempre di ciò che aveva vissuto, anche se il nostro vissuto non era sempre stato rose e fiori.

"Ma Adriano non ti ha mai raccontato nulla?" Era davvero strano che non le avesse ancora parlato del suo migliore amico.

"Sì mi ha detto che sono grandi amici d'infanzia e che stavano sempre insieme ed ora si ritrovavano anche a lavorare insieme."

"Sì, ma con loro, come con tutti i miserabili ci sono cresciuta anche io, ero l'unica ragazza nel gruppo."

"Vorrei conoscere tanto i vostri amici." Ammise felice.

"Li conoscerai presto, ne sono sicura. Adriano gli ha già parlato di te e già ti vogliono bene." Non aveva avuto ancora il piacere di conoscere i nostri amici, dato che era andata a vedere Niccolò solamente nelle due date di Napoli e, a quei due concerti, loro non avevano potuto partecipare, dati i vari impegni.

Dopo pochi minuti suonarono al campanello e Niccolò andò ad aprire, eravamo veramente in ansia, Niccolò aveva misurato la pressione minimo dodici volte nell'arco di tre ore.

"Ciao Mà" esclamò Niccolò appena sua madre varcò la soglia della porta di casa nostra.

"Ciao Nì come stai? È da tempo che non vieni a fare un saluto a tua madre" Lo richiamò come sempre, dato che con tutti gli impegni che aveva avuto non era riuscito a liberarsi nemmeno per un secondo.

"Sto scaricando un po' tutto, è stata dura fare gli stadi e, nonostante sia passato più di un mese sento ancora un po' di pressione, ma lo rifarei." Era veramente felice di ciò che era riuscito a realizzare "Ma papà, Valerio e Lorenzo?" Chiese a sua madre, dato che non riusciva a spiegarsi dell'assenza dei tre uomini di casa.

"Vengono fra un po', sono venuta prima per aiutare Sara." Anna era sempre così con me, mi voleva bene come una figlia e mentre riflettevo su ciò mi complimentai con me stessa per aver tolto l'anello che mi aveva regalato Nic, altrimenti, da acuta osservatrice qual era avrebbe compreso tutto e di conseguenza rovinato la sorpresa.

"Ma te la rubo un attimo." Disse Niccolò indicandomi.

"Dai Nicco non è bello lasciare gli ospiti senza qualcuno con cui parlare." Mi sembrava davvero mancanza di rispetto. Anna era venuta per aiutarmi e non volevo lasciarla sola, nonostante la conoscessi da sempre non mi ero mai approfittata di lei e della sua bontà.

"A Sa è mi madre, mica una sconosciuta."

"Vai sennò non te lo scolli più, dovresti saperlo." Mi disse Anna ridendo. Suo figlio aveva imparato sin da piccolo l'arte della persuasione, quando voleva ottenere una cosa, da quella più banale a quella più importante, la otteneva utilizzando tutti i mezzi possibili.

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