17. Non appena guardai nell'occhiello sbiancai

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Pov's Sara

Non riuscivo ad alzarmi dal letto questa mattina, avevo fatto talmente tanto tardi ieri sera che nemmeno le cannonate sarebbero state in grado di svegliarmi. Ero ancora nel mondo dei sogni, quando risognavo per l'ennesima volta la scena di me e Niccolò che guardavamo l'alba in una piazzola di sosta seduti nel bagagliaio con due birre in mano. Non lo avevo sognato, era successo davvero.

Mi aveva fatto passare una serata meravigliosa e, dato che ero veramente stanca mi portò a casa a farmi riposare, sfortunatamente, però, mi portò a casa sua dicendomi "Hai detto ad Adriano di dormire a casa di una tua amica, non puoi mica tornare alle sei di mattina in casa come una ladra. Ti farebbe comunque un interrogatorio." Dovetti accettare per forza, aveva ragione. Niccolò era rimasto a dormire sul divano e io mi ero appropriata del suo letto. Il campanello continuava a suonare ininterrottamente, ma Niccolò non si alzava da quel benedetto divano, costringendomi ad alzarmi per andare a controllare chi fosse. 

Non appena guardai nell'occhiello sbiancai, c'era mio fratello con gli occhi sul telefono. Fortunatamente non mi aveva visto. Entrai lo stesso nel pallone, non sapevo cosa fare. Mi fiondai vicino al divano dove Niccolò dormiva ancora e iniziai a scuoterlo chiamandolo più e più volte. Dopo pochi secondi, aprì gli occhi e la sua faccia era impaurita.

"Cosa sta succedendo e perché c'è qualcuno che suona con tanta insistenza alla mia porta?" Era buffo con i suoi capelli scompigliati e il suo sguardo da bimbo sperduto, ma non avevo tempo da perdere, non potevo rimanere a guardarlo per molto tempo.

"Adriano è fuori alla porta e sono cinque minuti che sta attaccato al campanello." Dissi sottovoce per non farmi sentire.

"Vai in camera mia e non uscire fin quando non se ne va, altrimenti oggi finisce male." Era tranquillo, sembrava risolvesse sempre situazioni del genere. Gli sorrisi e tornai in camera.

Pov's Niccolò

Tra tutte le persone che in quel momento potevano arrivare, proprio Adriano doveva stare qui. Appena Sara entrò in camera aprii la porta e lo feci entrare.

"Moriconi finalmente ti sei degnato di aprire questa benedetta porta! Sai che ore sono?!" Mi canzonò con il suo tono da manager.

"Adrià e stavo a dormi che vuoi?! E comunque no, non so che ore sono."

"Sono le tre di pomeriggio e tu ancora a dormire stai?!" Era un po' incazzato. Con Sara ieri sera avevamo fatto tardi e, prima di andare a dormire abbiamo visto Peter Pan, dato che, nonostante fossimo stanchi, non volevamo ancora chiudere gli occhi e cadere nelle braccia di Morfeo.

"Nun me n'ero accorto Adrià, scusame. È che ieri sera ho fatto tardi appresso alla tv, infatti se vedi mi sono anche addormentato sul divano." Wow avevo mentito ad Adriano per la prima volta nella mia vita ed era sembrato semplice, ma si sa una bugia tira l'altra e poi tutto si trasforma in un casino generale.

"Vabbè sei perdonato. Ora vai a prepararti che tra un'ora dobbiamo essere in studio. Io ti aspetto qui." Avevo completamente dimenticato di dover andare in studio, menomale che Adriano mi conosce così bene da sapere che nel momento in cui non rispondevo al cellulare, un'ora prima di un appuntamento, doveva sempre venire a casa mia.

Mi incamminai per la mia stanza dove vidi Sara rannicchiata nelle coperte. Aveva ripreso a dormire a non mi andava di svegliarla. Presi un post-it e le lasciai un messaggio.

Adriano è venuto per dirmi che devo andare in studio a registrare. Stavi dormendo e non ti ho voluta svegliare. Appena esci di casa dimmelo così che se tuo fratello volesse venire da me stasera potrei portarlo senza il rischio di litigarci. Scusa per il trambusto di stamattina.

Dopo pochi minuti ero pronto, presi le chiavi, lasciai il mangiare a Spugna e uscii di casa con Adriano. Dovevo andare a registrare il CD e me n'ero completamente dimenticato.

Cosa mi fai Sara?! Sei in grado di eliminare dai miei pensieri anche la musica?!

Ero arrivato finalmente in studio, dopo un viaggio un po' troppo silenzioso. Non mi andava di parlare, non sapevo mentire ad Adriano e non mi andava nemmeno di farlo, se non quando era strettamente necessario. Scendemmo e andammo in sala registrazione, dove ci aspettava Jacopo. Tutti andarono nelle loro postazioni e io iniziai a registrare i pezzi. Da quel giorno sarebbero iniziati i miei giorni interminabili in studio con Jacopo e Cassiolino. Non mi dispiaceva affatto, ma ogni sera sarei tornato distrutto a casa, con la sola voglia di dormire.

Registrammo l'ultima canzone e ripresi il telefono per vedere se qualcuno mi avesse scritto. Vidi diverse chiamate perse da mia madre e pochi messaggi su WhatsApp. Alcuni di Cocco, altri di Gianmarco e uno di Sara. Aprii la chat e lessi.

Sono appena andata via, ho dato anche una ripulita alle tue cose, non toccando niente di tuo, ma soprattutto non sono entrata nella sala del pianoforte. Grazie di tutto Nic, ieri sera sono stata bene, anche se stamattina il risveglio è stato un po' traumatico ahahahah. Ci vediamo <3

"Amico cos'è quel sorriso da ebete?! Fa' vedere anche a me." Mi risvegliò Adriano e con totale disinvoltura blocco il telefono.

"Non ho nessun sorriso da ebete in volto, nun fa er cojone. Ora devo tornare a casa, mamma mi ha lasciato diverse chiamate sul telefono, ho paura sia importante." Cambiai discorso dicendo la verità. Adriano mi accompagnò all'uscita dandomi appuntamento al parchetto stasera. Lo salutai e sfrecciai da mia madre.

Appena varcai la soglia della porta mi strinse in un abbraccio che ricambia, mi era mancato vederla.

"Mà, che è successo, perché mi hai chiamato così tante volte?" Volevo sapere il motivo delle tante chiamate, perché, anche se non lo davo a vedere, ero molto preoccupato.

"Niente Nicco, volevo sentirti, era tempo che non alzi la cornetta per chiamarmi e mi mancava sentire la tua voce e vederti. Non ci pensi più alla tua mamy?!" Aveva ragione, in questo periodo avevo trascurato un po' tutti e soprattutto la mia famiglia.

"Ma che stai a dì?! Me ricordo sempre de voi, me manca passa er tempo qua co tutti, ma sto sempre nello studio a registra. Stasera, però, resto a cena così ti faccio compagnia." Sul suo viso era spuntato un sorriso a trentadue denti e annuì. Per curiosità chiesi chi ci fosse a cena con noi e disse che avrebbero cenato con noi anche i miei fratelli. Eravamo quasi tutti, mancava papà, ma dato che non avevo avvisato, nessuno lo aveva avvertito. Sarei passato un altro giorno a casa sua per salutarlo.

La nostra conversazione venne interrotta dal suono del campanello. Andai ad aprire e mi ritrovai la figura di Sara di fronte e alzai interrogativo un sopracciglio.

Spazio autrice

Cosa sarà andata a fare Sara a casa di Niccolò?

Spero la storia vi stia piacendo, se volete potete interagire con i personaggi ponendo le domande qui affianco.

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