12. Ma non ti fai schifo?!

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Alzarmi dal letto è stata una vera fatica. I piedi erano doloranti al massimo e i miei occhi si chiudevano da soli. La sera precedente avevamo visto tutti insieme l'alba e poi eravamo tornati a casa al calduccio nei nostri letti. Oggi avevo appuntamento con Niccolò per attuare il nostro piano. Speravo funzionasse, almeno sarebbe diventato libero e felice. Erano le 14:30 e ancora non trovavo il coraggio di alzarmi dal letto. L'appuntamento sarebbe stato tra un'ora a casa sua e Francesca sarebbe arrivata mezz'ora dopo. Prima di scendere scrissi a Niccolò per vedere se fosse sveglio e se fosse tutto confermato e ad entrambe le domande diede una risposta affermativa.

Stuzzicai qualcosa nel piano cucina, dato che la mia pancia era piena dalla serata precedente, e andai a prepararmi per arrivare puntuale al nostro "appuntamento". Speravo di riuscire a non ridere, ma pensando alla scena che mi si sarebbe palesata dinanzi ai miei occhi non riuscivo a trattenere le risate. Non avevo badato all'outfit, tanto avrei dovuto indossare una sua maglietta e dopo pochi minuti fui pronta.

Mi incamminai verso casa di Niccolò appena arrivai suonai e salii. Entrando vidi una scena esilarante, mio fratello e Niccolò che discutevano su chi avesse barato o no durante la partita.

"Ragazzi mi dispiace interrompervi, ma tu Adriano smamma perché fra pochi minuti arriva Francesca e dobbiamo attuare il piano che tu di certo non vorrai conoscere e tu Niccolò vatti a preparare." Entrambi scattarono in piedi ed eseguirono i miei "ordini".

Mio fratello andò via e dopo pochi secondi andammo in camera di Niccolò. Mi porse la maglia che mi aveva già preparato ricordandosi di ciò che gli avevo detto e mi andai a cambiare nel suo bagno. Appena indossai la sua maglia mi inondò un profumo che mi lasciò a bocca aperta, non potevo, però, soffermarmi su quel particolare e allora corsi in camera. Trovai Niccolò steso già nel letto a petto nudo e appena mi vide apprezzò come mi stava la sua maglietta.

"Anvedi oh te sta bene la maja mia." Disse con il suo solito accento romano che mi faceva morir dal ridere. Nonostante fossi romana non parlavo molto bene in dialetto, ma mi piaceva molto ascoltarlo.

"E certo, tutto ciò che indosso io è bello." Risposi spavalda "E comunque questo profumo è veramente buono." Non mi piaceva mai ricevere complimenti e non ricambiarli, anche se molte volte il complimento veniva da sé poiché lo pensavo.

"E certo è il mio profumo. Nonostante la base sia di un profumo comprato si aggiunge quell'aroma di fumo che lo rende più buono." Aveva veramente ragione. Avevo fatto proprio lo stesso ragionamento.

"E direi che siamo proprio due persone modeste." Aggiunsi per terminare il discorso in una fragorosa risata. Erano le quattro meno tre minuti e Francesca sarebbe arrivata di lì a poco allora mi alzai e andai ad aprire la porta per lasciarla socchiusa. Dopodiché tornai in camera e mi rimisi sul letto di fronte a Niccolò.

"Come sei stata ieri sera?" Mi domandò con dolcezza.

"Veramente bene è stata una festa bellissima e poi il fine serata mi è piaciuto ancora di più. Sono stata benissimo con voi al parcheggio e poi vedere l'alba tutti insieme è stata una cosa memorabile. Non lo dimenticherò mai." Non avevo mai visto l'alba con loro ed è stato fantastico. Ci eravamo seduti tutti sul muretto e sotto mia richiesta avevamo messo come sottofondo una sua canzone "Ti dedico il silenzio". Era la mia canzone preferita, di una profondità disarmante che solo un ragazzo come Niccolò poteva scrivere.

"Perché hai voluto ascoltare proprio Ti dedico il silenzio?" Era curioso. Non sapeva quale fosse la mia canzone preferita, non glielo avevo mai detto perché avevo paura che pensasse che non apprezzassi le sue canzoni.

"È la canzone che mi ha sempre rappresentato di più" sentii che Francesca era entrata in casa, ma la nostra situazione non sembrava così intima allora decisi di allungarmi e di poggiare la testa sulla sua spalla e lui con prontezza mi cinse il fianco. Non mi vergognavo molto. "Ho sempre sentito quella canzone un po' mia. Non so bene come spiegarti. Quando tu dici meriti anche tu un posto da visitare mi fai capire che, nonostante la persona alla quale stai dedicando il silenzio ti abbia inflitto molto dolore, sei in grado di dirle che merita anch'essa qualcosa." 

Pov's Niccolò

Quella spiegazione mi aveva lasciato senza parole, era veramente profonda, ma nemmeno il tempo di congratularmi con lei che vedemmo spuntare Francesca dalla porta della camera. La sua faccia era piena di disgusto e di disapprovazione. Mi stavo finalmente liberando di lei e il piano stava andando nel migliore dei modi.

"Ma non ti fai schifo?!" Mi ammonì lei con le lacrime agli occhi "Non aspettavo altro che rivederti e tu ti fai trovare steso nel letto con un'altra?!"

"Francesca stai calma..." Cercai di dire qualcosa ma mi fermò subito.

"Mi chiedi di stare calma?! Io davanti a questo scempio dovrei essere calma?! Posso solo dirti che mi fai schifo e non voglio più vederti e non provare a scendere dal letto perché altrimenti ti faccio veramente male!" Feci come mi disse lei, non perché avessi paura ma perché non mi interessava più di tanto rincorrerla e lei me lo aveva servito su un piatto d'argento.

Appena sbatté la porta io e Sara ci battemmo un cinque e scoppiammo a ridere. Era andato tutto come volevamo, anche se la mossa di allungarsi e appoggiarsi sulla mia spalla mi aveva lasciato senza parole, positivamente.

"Niccolò scusa se mi sono allungata così all'improvviso, ma l'avevo sentita entrare e dato che la situazione non era intima al massimo ho pensato che fosse più realistico così" Si scusò in questo modo per la sua mossa, ma non capì che a me aveva fatto più che piacere.

"Sarè non ti preoccupare, è andata bene, lei non mi vuole più vedere ed io sono felice così. Grazie di tutto." Quello che aveva fatto per me mi aveva reso felice.

"Ora però scusami devo andare perché devo passare da Martina che mi deve lasciare dei moduli per fare le interviste" mi dispiaceva che se ne stesse andando, ma allo stesso tempo ero felice, avevo bisogno di confidarmi di nuovo con Cocco al più presto.

"Non ti preoccupare, comunque, dato che anche io ti devo un'intervista, chiamami in questi giorni così ci vediamo e la facciamo."

"Oh Nicco ti sei ricordato, grazie grazie grazie. Ci vediamo tra domani e dopodomani." Sara andò via correndo, non voleva fare ritardo all'appuntamento. Appena sentii chiudere la porta chiamai Gabriele.

Spazio autrice

Niccolò è riuscito a liberarsi di Francesca, poteva farlo in tanti modi, ma ha preferito allearsi con Sara e creare questo piano che è riuscito alla perfezione.

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