54. La favola

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"Niccolò, ma ti sembra normale?! Lei è di là!" Sara era talmente tanto nervosa che era rossa dalla rabbia. Erano nel camerino dello stadio Olimpico ed erano appena passate le 14:00. Tutto era filato liscio fino a quel momento, ma l'arrivo di Federica aveva destabilizzato un po' tutti, ma molto di più Sara.

"Amò calmati ti prego, io sono già in ansia per stasera e non mi va di litigare con te, per di più per quella che mi aveva rovinato l'esistenza mesi fa." Niccolò non stava più nella pelle, il suo sogno si era realizzato, stava vivendo di musica e avrebbe suonato nello stadio in cui da bambino andava a vedere le partite della sua squadra del cuore e con lui quella sera avrebbe duettato colui che, insieme al grande Vasco, era uno dei suoi cantanti preferiti, tanto da portare al suo primo saggio una delle sue canzoni: Antonello Venditti. Come se non bastasse ci sarebbe stato anche Fabrizio Moro, il quale gli aveva permesso anni prima di aprire uno dei suoi concerti nella sua amata Roma, al PalaLottomatica. Lo vedeva come un fratello maggiore, come colui che aveva creduto in Ultimo quando ancora era uno dei miserabili, lo riteneva il suo Pippo Baudo.

"Scusa amore, hai ragione, non devo rovinarti questo momento, hai raggiunto il tuo sogno e sono felicissima per te. Non facciamoci rovinare questa giornata da Federica, ma sta attento, se la vedo nei paraggi ti taglio quella cosa che hai lì giù." Disse la ragazza avvicinandosi sempre di più al moro che la stava per baciare.

"Poi va male a te, mica a me!" Ammise il ragazzo ridendo e lasciandole un bacio a stampo, consapevole che di lì a breve sarebbe arrivato Adriano per portargli il caffè. Quando bussarono alla porta Niccolò pimpante andò ad aprire, desiderava tanto un caffè, aveva bisogno di energie, ma il suo sorriso scomparve quando vide Federica davanti a sé.

"E tu cosa ci fai qui?!" Chiese retorico il moro, desideroso che la bionda sparisse dalla sua vista.

"Non lo vedi?! Ti ho portato il caffè, mi ha chiesto Adriano di farlo." Sara che stava assistendo alla scena silenziosamente maledisse il fratello per aver chiesto alla bionda questo favore.

"Ciao Federica." Parlò Sara facendosi coraggio e sfoggiando uno dei più grandi sorrisi falsi, il sorriso invece svanì dalla bocca della bionda che sperava di trovare solo Niccolò.

"Tu perché sei nel camerino con lui?" Chiese sfrontata l'ex del moro.

"La domanda che ti pongo io, invece, è: perché non dovrei esserci?!" Sara aveva cacciato gli attributi e Niccolò sapeva di potersi godere quella scena sorseggiando il suo caffè, convinto che la sua ragazza avrebbe avuto la meglio e, prima di sedersi comodo, scrisse un messaggio a Cocco nel quale gli chiedeva di tenere lontano Adriano per un'oretta.

"La domanda te l'ho posta prima io ed esigo una risposta."

"Beh se proprio vuoi sentirtelo dire un'altra volta perché ti fa così tanto felice io sono la sua ragazza e sto con lui quanto mi pare." Sara non aveva mai risposto così male a nessuno prima d'ora, ma Federica le faceva partire l'istinto omicida.

"Un giorno al posto tuo c'ero io e ben presto ci sarò nuovamente." Federica ebbe molto coraggio a dire quella frase, sperava in tutti i modi di raggiungere il suo obiettivo, voleva far infuriare Sara.

"Veramente questa è la prima volta che Niccolò suona all'Olimpico, non è tecnicamente possibile che ti sia seduta prima di me, su quel divano." Ovviamente Sara non si faceva facilmente mettere i piedi in testa da nessuno, riusciva a rispondere a tono, nonostante fosse visibilmente irritata.

"Abbassa la cresta ragazzina." Chi si credeva di essere, sì era più grande di me, ma ci portavamo solo quattro anni di differenza. Pensò Sara, ma decise di tenersi questa riflessione per sé.

"Cosa c'è non sai cosa rispondere e quindi utilizzi delle frasi fatte?! Beh se vuoi una cosa te la dico io, quando tu eri con lui c'ero anche io."

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