27. Ho fatto pace con Federica

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Inizio flashback

Erano le otto del mattino ed ero in dormiveglia, non sapevo il motivo per il quale avessi fatto la pazzia di svegliarmi così presto, ma ormai il danno era fatto. Dopo pochi secondi, sentii riecheggiare all'interno della stanza la suoneria del mio telefono. Non ricevevo mai chiamate in un orario del genere e, presa dalla preoccupazione, afferrai il telefono senza guardare nemmeno chi fosse e risposi.

"Pronto?!" Ero visibilmente preoccupata per la chiamata e aspettavo una risposta dall'altro capo del telefono.

"Sara oggi vorrei andare a prendere Spugna." Sentii la voce di Niccolò tranquilla e serena e riuscii a tranquillizzarmi anche io.

"Oh Niccolò ciao, credevo fosse successo qualcosa di grave, non ricevo mai chiamate a quest'ora." Dissi con voce ancora roca, ma molto preoccupata

"Oh ciccia eri preoccupata per me, non ti preoccupare sto bene." Rispose lui con tono ironico. Odiavo quando mi prendeva in giro.

"Nì, non hai capito proprio niente, ero preoccupata che fosse successo qualcosa a qualsiasi persona fosse dietro la cornetta, non ho nemmeno visto chi fosse il mittente della chiamata." Risi perché alla mente mi riaffiorò il ricordo di quando eravamo più piccoli. Era un grande ipocondriaco anche alle medie e, ogni volta che lo andavamo a trovare perché aveva la febbre, mi diceva che non mi preoccupavo mai abbastanza per lui dato che sminuivo sempre la nuova malattia che aveva appena inventato.

"Dato che ti sei preoccupata che fosse successo qualcosa alla persona che era dall'altra parte della cornetta, ti sei preoccupata per me." Esclamò fiero, non aveva tutti i torti.

"Se qualcuno mi chiama alle otto del mattino, è ovvio che mi preoccupo, comunque esprimiti meglio." Non avrei voluto dargliela vinta per alcun motivo al mondo, mi piaceva sempre avere l'ultima parola. Ci riuscivo quasi con tutti, esclusi mia madre e mio padre.

"Fra poco vorrei andare a casa di Federica a prendere Spugna, dato che lei deve partire. Ho solo bisogno che mi accompagni." Accettai la sua richiesta e ci incontrammo al parchetto alle nove. Entrai nel lato del passeggero e arrivammo in un men che non si dica sotto casa di Federica. Nic non era per niente agitato, forse si può pensare che fosse stato semplicemente bravo a nasconderlo, ma non era così, dato che conoscendolo fin troppo bene, riesco a sgamare tutti i sentimenti che prova. Scese sicurò di sé e, senza esitare nemmeno un secondo suonò al campanello. Federica alla vista di Niccolò rimase spiazzata, forse si aspettava o me o Adriano, ma lo fece entrare, lui accettò senza fare complimenti. Passavano minuti interminabili e Niccolò non usciva da quella casa, ero seriamente preoccupata, preoccupata per me. Non volevo si riavvicinassero. Dopo altre quattro canzoni, sì mi è sempre piaciuto contare il passare del tempo con il numero di canzoni che ascolto in un periodo, Niccolò uscì di casa con un sorriso stampato sul volto e il suo cane al guinzaglio. Non sapevo cosa aspettarmi da quel sorriso, la prima cosa che mi venne in mente però fu negativa, dato che credetti di sentirmi dire "Ho fatto pace con Federica".

Aspettai con ansia il suo rientro in macchina, ero troppo curiosa. Ero col finestrino aperto, avevo bisogno di prendere aria e, appena Spugna mi vide si arrampicò sul finestrino, che fortunatamente era del tutto abbassato e iniziò a leccarmi la faccia, scatenandomi una risata.

"A schifoso e levate, la stai a fa' fracica!" Lo rimproverò Niccolò e al sentire quelle parole Spugna si fermò e dopo che Niccolò gli aprì la portiera entrò in macchina e si allungò completamente sui sedili posteriori.

"Grazie per avermi accompagnata Sa, mi hai dato il coraggio di dirle molte cose." Ecco mi sembrava stesse iniziando il discorso più lungo del mondo, ma non volevo quasi sentirlo. "Appena sono entrato abbiamo parlato e mi ha detto di aver seguito Sanremo facendomi i complimenti, avevo paura andasse oltre così l'ho bloccata e le ho spiegato che avevo scritto quella canzone per porre definitivamente fine alla nostra storia e che farlo mi aveva fatto stare bene. Abbiamo parlato pacificamente e abbiamo messo la nostra storia alle spalle promettendoci di risentirci per Spugna. Mi ha fatto veramente bene compiere questo passo. Nonostante sia ancora legato a lei proprio per via di questo cagnolone il mio cuore si è completamente dimenticato di Federica." Sentirlo felice e sentirmi dire quelle parole mi aveva realmente reso una delle persone più felici del mondo. Non potevo credere a quello che stava dicendo, non credevo gli passasse così velocemente. Ero talmente felice che lo abbracciai, un abbraccio che mi trasmise oltre che una sensazione del tutto nuova, che dovevo ancora comprendere, era un mix di felicità e gioia e credetti che fosse per quello che era appena successo. Finalmente Niccolò si era lasciato alle spalle la storia con Federica e il suo cuore era tornato ad essere libero. L'unica cosa che mi preoccupava, però, era che il moro comunque continuasse ad avere contatti con la sua ex per via di Spugna, quindi quasi sicuramente ci sarebbe potuto essere un riavvicinamento. 

Spazio autrice

Ho pensato di inserire un flashback che durerà anche nel prossimo capitolo per movimentare un po' la storia e per spiegare un po' il passato dei due ragazzi.

Vi stanno piacendo i capitoli? Se sì lasciate un commento o una stellina, mi farebbe molto piacere sentire il vostro parere. 


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