𝐈𝐈

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Il secondo giorno per Esme si prospetta bene.
È entusiasta all'idea di iniziare a fare Pozioni con il professor Piton e, a dire il vero, in un certo senso lo conosce già.
Di nome, di fama per la sua severità a scuola, e perché la sua famiglia conosce quell'uomo fin dai tempi dei loro giorni da scolari ad Hogwarts.
La madre di Esme è una grande esperta in Pozioni e fin da bambina le ha insegnato qualche trucchetto e qualche particolare intruglio, attirando l'attenzione della figlia curiosa.
Si sistema ordinatamente anche se la gonna non le fa impazzire chissà quanto, e nasconde un coltellino di famiglia in una sorta di giarrettiera coperta dalla divisa.
Un'impugnatura con inserti argentati e dorati, accompagnati da pietre luccicanti, afferrano una lama corta quanto affilata che viene ben protetta da una copertura altrettanto preziosa e perlata.
La ragazza si può considerare una tipa particolare, ma a lei sta bene così.
Una volta sistemata anche la borsa esce dalla sua camera e si avvia in sala per la colazione, sempre a passo svelto nonostante non conosca ancora bene i corridoi di quell'istituto.

Trova seduti al tavolo alcuni dei compagni di sua conoscenza e si accomoda con fare allegro, salutando e iniziando quindi il primo pasto della giornata.
«Come fai ad ingurgitare quella quantità di zuccheri?» mormora con fare disgustato una voce che ha udito il giorno prima, quella di un ragazzo biondo alquanto arrogante ma sicuramente più sveglio di altri presenti a quel tavolo.
«Addirittura, biondino, sei così interessato a me che osservi cosa mangio» risponde con fare beffardo, mentre mangia un altro pezzo di muffin al cioccolato e lo guarda infastidita, notando il suo volto corrucciato per la nausea che gli ha provocato vedere cucchiai e cucchiai di zucchero venire versati nel proprio tè caldo.
«Sei disgustosa» ridacchia mentre le si siede vicino e afferra una mela verde per poi darle un morso.
«Ma è così amara, come fa a piacerti quella roba?!» commenta sorseggiando la fumante bevanda che tiene salda tra le mani, accompagnata da un'espressione di disappunto.
«Non ho carenze di zuccheri a differenza di una fatina qui presente» continua a prenderla in giro Draco, guardandola da capo a piedi e alludendo alla sua minuta statura.
Lei alza un sopracciglio e soffoca una breve risata sarcastica: «Non sentivo battute sulla mia altezza da quando avevo appena sei anni, Malfoy».
«Quindi qualche mese fa, suppongo» la guarda con fare ironico ma provocatorio, portando le braccia sul tavolo e guardandola con un sorrisetto sghembo.
«Le tue battute sono tanto tristi quanto quella mela amara» risponde semplicemente, facendo roteare gli occhi e trovando quel ragazzo incredibilmente fastidioso.
Lui accenna una risatina e scuote appena la testa, trovandola altrettanto irritante.
Esme deve sempre rispondere, mettersi in mezzo nelle discussioni, borbottare e certe volte essere anche piuttosto dispettosa.

«Piuttosto, fatina, sai dove è l'aula di Pozioni, vero?»
«Più o meno, ce l'ho scritto da qualche parte in borsa» risponde mentre cerca nella sua adorata cartella nera un'agenda dove tende ad appuntarsi le cose più importanti, finché non viene tirata su dal ragazzo per un polso.
Lui la osserva leggermente divertito mentre cerca attentamente tra quelle pagine e inclina appena la testa, trovandola non poco bizzarra.
«Forza, andiamo» le propone con fare autoritario, mettendosi le mani in tasca rilassato e invitandola con un cenno della testa a seguirlo.
«Dimmi di nuovo quello che devo fare e ti strappo i capelli uno ad uno» commenta fulminandolo truce con lo sguardo, alzandosi, però, per poter raggiungere al più presto l'aula «Si dice 'se vuoi, puoi venire con me', chiaro?»
Lo rimprovera severa e lui accenna un sorrisetto leggermente compiaciuto, pensando che sarebbe stata una sua classica risposta.
Ma non le risponde, non darebbe mai una soddisfazione del genere ad una presuntuosa come lei.
Nuovamente le accenna un gesto con il capo ed Esme a quel punto lo segue, approfittandosi della sua quasi gentilezza.
Dire che è cortese è un gran parolone ma quantomeno non farà una figuraccia con Severus Piton il primo giorno arrivando in ritardo.
Mentre camminano per il corridoio lui rimane in silenzio con le mani sempre nascoste nelle tasche mentre lei continua a parlottare e fare commenti sulla scuola, sulle mura, i quadri, i banchi, ogni cosa.
«Sei veramente una chiacchierona» sbuffa scuotendo appena la testa facendo aggrottare la fronte alla ragazza, scontenta per la sua affermazione antipatica.
Lo tira per la parte posteriore del colletto e gli dà una leggera pacca sulla testa: «Parlo quanto voglio, Malfoy».
Il ragazzo sobbalza leggermente e si sfrega la testa sospirando: «Cosa ti salta in mente? Sei proprio strana».
Esme rotea gli occhi accompagnata da un breve sospiro ed ecco che sono arrivati in aula.

PROPHECY || He deserves betterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora