𝐗𝐗𝐕

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Il primo settembre è arrivato ed Esme deve tornare ad Hogwarts.
I genitori non la potranno accompagnare in stazione, purtroppo è meglio non farsi vedere da nessuno, ma a lei sta bene così, l'importante è tornare alla sua quotidianità a scuola.
Si veste bene per il suo quinto anno: una gonna marroncina sopra al ginocchio, dei mocassini neri, una maglietta a maniche corte ricamata verdone e da sopra una giacchetta del medesimo colore delle scarpe, morbida e fresca.
I capelli sono ordinati e lisci, portati a caschetto, e sul viso ha applicato un po' di trucco evidenziando le labbra a cuore con del rossetto rosso.
Saluta la sua famiglia e con i suoi bagagli si dirige verso il binario.

Tantissimi ragazzi vi si affollano, e i più piccoli sono così emozionati e felici di iniziare quell'avventura nella scuola magica.
Lei si guarda attorno per cercare qualcuno di sua conoscenza e subito nota Blaise, che le va incontro felice di vederla.
«Esme!» esclama abbracciandola e sorridendo amichevolmente «Passate bene le vacanze?»
«Oh sì, tu?»
«Abbastanza, anche se avevo voglia di rilassarmi qualche altro giorno.»
Salgono in carrozza e si accomodano vicini, l'uno davanti all'altra.
«Draco?» domanda curiosa verso l'amico, non vedendo l'ora di rivedere il biondo e cercandolo con lo sguardo fuori dal finestrino.
«Qualcuno ha chiamato il più bello di tutta Hogwarts?»
Parli del diavolo e spuntano le corna.
Esme si volta di scatto e subito lo abbraccia contenta, lasciandolo leggermente scosso non aspettandosi un gesto così euforico e allegro.
«Vedo che ti sono mancato!» esclama ridendo e accarezzandole piano la schiena, senza esagerare con gesti affettuosi e troppo avventati.
Lei si stacca e gli mostra un sorriso contento: «Sono così felice di rivedervi!»
Draco la guarda per qualche attimo e nota quanto sia carina con quella gonna e quel rossetto vivace, ma di certo non glielo dirà. Si limita a sedersi vicino a lei e a sistemarsi la giacca scura.
Lui è in total black, con lupetto e giacca neri, accompagnati da un pantalone del medesimo colore.
È veramente bello ma si sa che lui si veste sempre bene, non c'è bisogno di farlo notare.

Ma vengono subito interrotti dai tre Grifondoro che si presentano davanti a loro.
«Che volete?» domanda acido Draco, mostrando un ghigno irritato dalla sola presenza di quei ragazzi.
«Parlare con la nostra amica, di certo non continuare a vedere la tua faccia, Malfoy» commenta con un'espressione arcigna Hermione.
«Che c'è, Harry, il Ministero ti lascia girare ancora libero?» borbotta sarcastico il biondo, ma venendo immediatamente fulminato con lo sguardo da Esme.
«Draco Malfoy! Non mi piace quando vi parlate così, smettetela» li rimprovera la giovane, sospirando e alzandosi per poter seguire i tre amici, sapendo che non possono stare nello stesso luogo di Draco e Blaise, soprattutto del primo.
Lascia però un piccolo bacio tra i capelli del biondo e si allontana con loro in un'altra carrozza.
Le è mancato davvero tanto e un po' le dispiace non stare con lui per altri minuti visto che, dopo tutte quelle lettere che si sono scambiati, non desiderava altro che stare finalmente con lui.

«Dobbiamo chiederti una cosa importante, Esme» ammette velocemente Harry, trattenendo da troppo quella domanda.
Lei lo guarda curiosa e gli fa cenno con il capo di continuare, volendo capire cosa volesse.
«La tua famiglia sa qualcosa di Tu-Sai-Chi?» sputa, facendola rimanere paralizzata per qualche istante.
Quella domanda può essere critica, e non vorrebbe che i tre avessero scoperto qualcosa del suo segreto.
«Harry voleva semplicemente chiederti se sai qualcosa sull'Ordine della Fenice» lo riprende Hermione cercando di essere più chiara, e soprattutto notando il volto perso della sua amica.
«Oh, la mia famiglia ne faceva parte ma-» non fa in tempo a finire la frase che nuovamente Harry prende la parola: «Allora sanno cosa è successo, della battaglia, so che hanno combattuto contro i mangiamorte»
«Harry, basta!» esclama ancora una volta la giovane Grifondoro interrompendolo, notando che il ragazzo si sta facendo trasportare dalla conversazione e sta iniziando ad aprire discorsi delicati per Esme.
«So che i miei nonni hanno fondato l'Ordine, ma la mia famiglia non ne fa più parte da quando hanno perso molto» si limita lei a dire con un sospiro, chiaramente senza esporsi troppo.

PROPHECY || He deserves betterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora