𝐗

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Il giorno della prima gara del Torneo Tremaghi è arrivato e tutti ad Hogwarts sono emozionatissimi.
Si scommette, si chiacchiera, si vociferano supposizioni, e anche Esme si è fatta prendere dall'entusiasmo visto che non vede l'ora di vedere cosa faranno e cosa succederà.
Poi è una giornata all'insegna del divertimento per gli studenti, che potranno assistere ad una gara mozzafiato.
Prima della sfida lei corre a dare un buona fortuna ai duellanti della propria scuola e scambia con Harry anche un grosso e caloroso abbraccio essendo una sua amica.

Quando poi raggiunge sugli spalti i suoi amici Serpeverde, ecco che Draco la guarda con un ghigno inorridito: «Ma perché devi essere amica di quello sfregiato di Potter?»
«Tu perché non ti fai gli affari tuoi, Malfoy?» domanda lei infastidita, non apprezzando quando lui fa quelle battute su alcuni ragazzi che comunque non gli hanno fatto nulla.
Sembra proprio non sopportare la presenza di Harry e ogni volta che solo incrocia quel ragazzo Draco sembra sul serio provare un forte disgusto.

Iniziano a vedere quella sfida, basata sulla conquista di un uovo d'oro da un nido protetto da un drago, e lei osserva ogni movimento con attenzione.
Cerca di tenere con lo sguardo tutto sotto controllo, e quando nota la coda del drago di Harry volersi schiantare su di lui a lei basta un gesto furtivo del dito per farla roteare più a destra e mancare il ragazzo.
Accenna un sorriso soddisfatto e continua a guardare il gioco.
Essendo una strega molto potente non le serve una bacchetta per fare magie eppure deve usarla per non destare sospetti.

Ad un certo punto, però, inizia a sentire le orecchie fischiare fortissimo.
«Esme...» sente sussurrare e inizia a voltarsi a destra e sinistra, cercando di capire se qualcuno la stesse chiamando.
«Esme...sta tornando», lei riesce a riconoscere la voce: è una sua Antenata.
Ma come ha fatto a parlarle? Cosa c'è di così importante da parlarle senza essere convocata da lei?
«Esme, lui sta tornando» mormora con voce ancora più profonda, causandole un fortissimo fischio alle orecchie.
Se le copre con le mani e strizza gli occhi, sentendo un dolore al cranio profondissimo.
«Preparati Esme.»
«Esme, il destino è nelle tue mani.»
«Esme, sta arrivando.»
Sente più voci e inizia a piegarsi e mugolare per il troppo dolore provato.
«Basta, basta!» esclama attorcigliandosi su se stessa e notando Malfoy che la strattona e cerca di capire cosa stesse succedendo: «Esme, calma!»

Lei non lo sente quasi, la testa inizia a girare fortissimo e apre appena gli occhi, trovandolo davanti a sé che cerca di richiamarla e magari farla riprendere.
Le gambe della giovane ragazza tremano e inizia ad ondeggiare lentamente, con la vista che man mano si appanna sempre di più e il respiro corto.
«Esme, Esme!» la richiama ancora il biondo ragazzo, mentre lei sta palesemente per collassare a terra.
Non ha nemmeno un briciolo di forza e ora non riesce nemmeno a sentire la sua voce, bensì solo un forte e fastidioso rumore nelle orecchie.
«Portami via...» riesce solo a sussurrare con le ultime energie rimaste prima di accasciarsi completamente.
Immediatamente Draco la tira su con forza e la trascina via tra la gente urlante e presa dalla sfida.
Nessuno tranne l'amico che era seduto vicino lei si è accorto che stava così male, tutti troppo presi da quell'avvincente duello.
Anche lui vorrebbe continuare a vedere il torneo, ma la ragazza sta male e non si può ignorare qualcuno che sta per svenire direttamente al tuo fianco.

Escono dalla tribuna e la porta in cortile, sentendola ansimare e aprire lentamente gli occhi prima di piegarsi in due per i dolori provati ora su tutto il corpo.
Fitte alla pancia e alla testa la pervadono e si sente accartocciata come se fosse un foglio vecchio da buttare.
«Esme, penso dovremmo andare in infermeria» mormora lui confuso, non sapendo che fare e volendo chiaramente aiutarla.
«No... camera» riesce solo a dire lei, presa da quelle fitte forti e stringendo i denti e i pugni con forza.
Lui sospira e fa come gli dice, magari sa cosa le sta succedendo.
La alza lentamente e la fa poggiare a se, andando senza perdere ulteriore tempo presso il suo dormitorio.
Non è molto convinto di saltare la visita in infermeria ma non gli va di farla discutere visto come si sta contorcendo per i dolori.
La porta in camera sua e la fa stendere sul letto, notando che si è arrotolata su se stessa.

PROPHECY || He deserves betterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora