𝐈𝐕

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Draco vuole solo farla pagare a quella ragazzina presuntuosa.
Il giorno dopo quella litigata i due non si rivolgono nemmeno mezza parola, e lui non appena la incontra per i corridoi si limita a darle una spallata e far finta di nulla continuando a camminare.
Ma nella mente del biondo malefico c'è un'idea precisa che deve solo capire come attuare al meglio: rubarle quel cazzo di pugnale e farlo sparire.
Sa quanto ci tiene, ma ora basta andare in giro con quell'oggetto che lo ha umiliato.
Ma come può impossessarsene se lo ha sempre con sé?
Proverà a farlo di notte, mentre lei dorme magari.
Dovrà fare attenzione anche alle sue coinquiline, ma può benissimo provarci.

Ed è quello che fa, per niente titubante e contento di potersi vendicare.
Servendosi anche di qualche incantesimo si incammina silenzioso per il dormitorio delle ragazze e cerca di fare il massimo silenzio possibile.
Se qualcuno dovesse sentirlo sarebbero grandi guai, ma deve provarci. Inoltre, se lei dovesse svegliarsi di certo non si risparmierebbe a lanciarlo fuori dalla finestra.
La porta della camera di Esme e delle sue coinquiline si apre silenziosamente e lui entra dentro a passo felpato, stando attendo a non sbattere da alcuna parte e non far un minimo rumore.
Sembra quasi che stesse trattenendo il respiro per paura di essere scoperto da qualcuno e nota con occhio attento quel dannato pugnale poggiato sul comodino della serpe.
Fa levitare il pugnale quanto basta per prenderlo a braccio teso e immediatamente si dilegua da quella stanza.
Un gioco da ragazzi! È stato come rubare delle caramelle ad un bambino.
Adesso quella ragazzina non può fare altro che piangere dietro un oggetto prezioso perduto e vederla triste sicuramente gli farà non poco piacere.

«DRACO MALFOY!» urla Esme uscendo dalla sua camera ancora con la sua vestaglia in raso verde smeraldo.
«VIENI IMMEDIATAMENTE QUI» tuona andando spedita verso il dormitorio dei ragazzi, facendo sussultare chiunque e svegliando chi ancora è a dormire.
La bacchetta è stretta tra le sue mani e non ci vede più dalla rabbia. Sembra una macchina da guerra e cammina in maniera decisa e nervosa.
Quel ragazzo le ha rubato il pugnale e lei lo sa per certo che è colpa sua.
Come mai ne è così sicura? Lo ha semplicemente percepito non appena ha posato la mano sul comodino per cercare la sua adorata lama preziosa.

«Esme, tesoro mio, come fai a sapere che c'è dentro un peluche?» domandò la madre alla figlia quando aveva soli cinque anni, notando come non appena prendeva in mano una busta o un pacco di qualche regalo incartato riusciva a sapere cosa ci fosse dentro.
«Mamma, ma si vede!» esclamò ridacchiando la piccola dagli occhioni neri e il caschetto bruno, contenta di sapere che avrebbe ricevuto un bellissimo orsacchiotto per Natale.

È una sua segreta caratteristica: riesce a percepire alcuni avvenimenti semplicemente toccando per vari secondi determinati oggetti o persone.
Inizia a vagare per il dormitorio maschile con i capelli lunghi e morbidi che cadono per le sue spalle e quelle magre gambe che veloci si muovono alla ricerca di quel maledetto Malfoy.
«Cosa diamine urli, Smith?» domanda il ragazzo sbadigliando ed uscendo dalla sua camera, sfregandosi i capelli con una mano e guardandola facendo il finto tonto.
Quella tuta morbida grigia e quei capelli scompigliati avrebbero attirato gli occhi incantati di qualsiasi altra ragazza, ma Esme è troppo presa dall'idea di ammazzarlo e non la distraggono per niente.
«Non osare dirmi che non ne sai nulla! Dammi il mio pugnale!» esclama a gran voce puntandogli la bacchetta contro in maniera minacciosa.
«Non so di che parli e soprattutto ti ho già detto di non permetterti di rivolgerti a me in questa maniera» dice lui con voce severa, ritrovandosi la bacchetta di lei in pieno petto premuta ancor di più contro di sé.
Lui è stranito da quella sua convinzione e non capisce come sia possibile che sappia ciò che è successo, ma continua a far finta di nulla.
«Dammi. Il. Pugnale.» mormora a denti stretti fulminandolo con lo sguardo, scandendo ogni singola parola in maniera del tutto seria.
«Sparisci, traditrice del sangue» risponde Draco avvicinandosi con il volto a lei e mostrandole un ghigno nervoso e disgustato.
Lei pronuncia una formula in una lingua antica, non conosciuta sicuramente dagli studenti di Hogwarts, ed ecco che lui si trova sbattuto contro il muro in maniera brusca e violenta.
Rimane esterrefatto e la guarda in maniera totalmente confusa per ciò che è appena accaduto.
«Che cosa cazzo era quello?» mugola lui accarezzandosi la testa dolorante e chiedendosi da dove fosse uscito quello strano incantesimo, mentre lei ignorandolo si fa strada in camera sua furiosa.
I suoi compagni di stanza la guardano interdetti e cercano nello sguardo di Draco delle risposte, ma lui si limita a sospirare silenziosamente e scuotere la testa non potendo dire nulla in quel momento.

PROPHECY || He deserves betterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora