Le mani gracili di Esme tremano in maniera titubante, dalla sua gola emergono mugolii di dolore e disagio.
Gli occhi si stringono stretti e la fronte è aggrottata, sudata, il volto è corrugato in una smorfia per lo sforzo che sta facendo e la stanchezza che il proprio corpo percepisce.
«Professoressa Cooman, non ce la faccio!» esclama un pomeriggio di domenica mentre è la con professoressa di Divinazione a fare pratica.
Esme è con lei per approfondire qualcosa su sé stessa, per riuscire ad allenare alcune delle sue potenzialità che ha dalla nascita.
«Su Esme, devi concentrarti sul cristallo, devi riuscire a vedere attraverso questo» la incita la donna per poterle dare più forza.
Lei sospira e chiudendo gli occhi poggia nuovamente le mani sulla sfera, iniziando a percepire qualcosa.
Sente delle voci, dei sussulti, ma non riesce a distinguerli. Lamenti, grida, pianti, tutto incredibilmente tetro.
In realtà non sa bene che sta succedendo, è tutto così confuso.
«Professoressa Cooman, io...» balbetta mentre la professoressa con un fazzoletto le asciuga prontamente la fronte sudata, sapendo quanto fosse difficile per lei quel momento.
Esme sente quelle voci farsi sempre più forti, ma sono tante, sono centinaia.
«Devi vedere attraverso la sfera, devi guidarla verso ciò che desideri intravedere» dice con tono mistico la professoressa, incitandola ancora di più.
Esme però inizia a percepire la mente della professoressa, degli alunni, sente la terra vibrare sotto di sé, è come se non riuscisse a concentrarsi su un'unica cosa e udisse di tutto, ogni pensiero, rendendo la sua mente solo confusa.
Lancia un forte urlo per il dolore e stacca le mani dalla sfera di cristallo.
Scoppia in un fragoroso pianto e nota le sue mani riempirsi di striature nere, ancora una volta, ma che spariscono per fortuna dopo qualche secondo.«Esme, che succede?» domandò la madre entrando in camera dalla figlia quando aveva soli dieci anni.
Fece un incubo terribile, il corpo si coprì di striature nere e subito la madre si sbrigò ad abbracciarla e farla stare calma.
«Mamma, c'erano delle signore strane che mi parlavano ma non ho capito e... ho paura» mugolò stringendosi al petto della donna e sospirando profondamente, mentre lei si occupava ad accarezzarla con premura.
«Che ti hanno detto, tesoro?»
«Che devo sapere la verità su di loro, però mi sono svegliata perché avevo paura.»
«Non devi avere paura, loro non ti possono fare del male.»La professoressa si limita a darle un abbraccio e le posa una carezza sulla schiena: «Piccola foglia di tè, non ti preoccupare, fai con calma. Ce la farai».
Lei scuote la testa affranta e si sposta lentamente, singhiozzando delusa da sé stessa: «Non posso farcela professoressa, non sono capace».
«Si che lo sei, Esme! Hai un grande potere dentro di te, devi solo imparare a gestirlo» la sprona con fare premuroso, facendola allora sorridere e asciugandole il viso con il fazzoletto di stoffa. «Per ora abbiamo finito cara, vai a riposarti un po'.»
La ragazza annuisce e la ringrazia, alzandosi e andando via dallo studio, così da andare a farsi una calda e rilassante doccia.Cammina a passo abbastanza svelto, ancora scossa per quello che è successo, e si va a scontrare con una persona a lei familiare.
«Fatina, attenta a dove metti i piedi!» esclama Malfoy aggrottando leggermente la fronte «E poi perché sei uscita dalla classe di quella pazza della Cooman?»
«Curiosità personali, Malfoy, non mi limito a fare ciò che devo» controbatte lei con fare un po' altezzoso, facendolo ridacchiare e pizzicarle appena una guancia.
«Se non fossi la purosangue arrogante che sei, direi che sembreresti una Corvonero» commenta ancora ridacchiando ma trovandola simpatica dopotutto.
«Per fortuna sono una bella serpe» aggiunge lei dandogli una leggera gomitata e andando verso il dormitorio femminile.
«Fatina, fai presto che dobbiamo andare da quel bifolco di Hagrid oggi» le ricorda Malfoy, in quanto avevano ancora altri giorni di punizione da scontare.Dannazione, se ne stava dimenticando.
Si sbriga a lavarsi e cambiarsi, mettendosi ancora quella scomoda divisa da scolaretta e raggiungendo il ragazzo verso la casetta del guardiacaccia.
«Scusate il leggero ritardo, non ho visto l'orologio» dice lei sorridendo gentilmente al grande uomo.
«Non preoccuparti, è solo qualche minuto. Comunque, dovete sistemare quelle zucche e anche arare il terreno. Il professor Piton mi ha detto che vi siete cacciati in grossi pasticci» commenta facendo sbuffare sonoramente Draco che non aveva proprio voglia di aiutare Hagrid con quelle faccende.
Lei gli lancia un'occhiataccia e lo rimprovera con il solo sguardo. È maleducazione rivolgersi cosi ad una persona.
A quel punto iniziano a sistemare le zucche come consigliato, anzi ordinato, e Draco non fa che sbuffare.
«Basta lamentarti, cretino!» esclama lei infastidita da quei versi e suoni che sta sentendo da minuti.
«Scusami se non mi interessa spostare delle stupide zucche» dice sbuffando ancora una volta sonoramente, ma questa volta lo fa per indispettire lei.
Aggrotta la fronte allora e prende una manciata di terra umidiccia, lanciandola addosso a Draco e sporcandolo. Sorride soddisfatta e porta le mani poggiate sui propri fianchi: «Cosi impari!»
Lui sgrana gli occhi e immediatamente prende anche lui della terra ma avvicinandosi bruscamente a lei e buttandogliela completamente in testa.
«Per fortuna non ci vuole molto ad arrivare alla tua capoccia visto come sei bassa» afferma ridendo lui facendo sospirare esterrefatta lei che poi gli mostra uno sguardo innervosito.
«Malfoy! Sei un cretino!» esclama a gran voce lanciandogli altra terra.
«Io? Tu hai iniziato!» risponde ribattendo con altra terra.
A Draco sta venendo palesemente da ridere e un po' anche a lei mentre continuano a lanciarsi quello sporco terriccio, ma nessuno lo sta ammettendo finché non sono delle grosse risate a farlo al posto loro.
Addirittura Malfoy scivola cadendo completamente dentro una pozza di fango e facendo scoppiare i due dalle risate.
Solitamente Draco avrebbe alzato una discussione e avrebbe fatto grossi dispetti ma si sente così allegro questo pomeriggio.
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PROPHECY || He deserves better
FanfictionSe ci fosse stato qualcuno accanto a Draco Malfoy? La sua storia sarebbe andata diversamente, le sue azioni sarebbero state diverse e il suo destino sicuramente migliore. Qualcuno abbastanza forte da tenere a bada il suo animo in tempesta, ma altre...