𝐗𝐈𝐗

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«No, Draco, non è così!» esclama Esme osservando il disegno fatto da lui su un foglio.
Sono in piedi e lui tiene quel pezzo di pergamena poggiato al muro mentre è intento a copiare un pentacolo presente sul libro che stanno leggendo.
«Esme, guarda qui!» afferma convinto puntando il disegno stampato sul Picatrix.
Lei lo osserva e sbuffa dandogli un colpetto sulla spalla in quanto ha notato che ha ragione: «Ti odio!»
Lui ride e le dà un pizzicotto sulla guancia: «Bugia, mi adori!»
Esme si fa sfuggire una risatina e si avvicina a lui, poggiando la testa sul suo braccio ma che poi viene messo sulla spalla di Esme che è tanto piccina rispetto lui: «Sei un ottimo comodino».
«Lo vedi che ti odio?» gli dà un pizzico sul fianco ma lui ride ancora una volta, per poi darne uno a lei.
«Hey, solo io posso pizzicare, comodino!» esclama prendendola in giro e avvicinandola poi a sé per un polso, ma lei si stacca e trattiene una risata facendo la finta offesa.
«Eh no, non mi chiamare comodino» sbuffa e gli dà le spalle mettendo le braccia incrociate.
Ma a Draco fa tanta tenerezza quando fa così, e si avvicina prendendola di nuovo per un polso per avvicinarla: «Però rimani una fatina».
Esme si fa tirare e si fa scappare una risatina, abbassando appena il volto e trattenendola con il dorso della mano.
«Ah, ti ho fatta sorridere.»
«Bugia!»
Lui le prende il viso con una mano e lo alza verso il proprio, schiacciando giocosamente le sue guance morbide: «Lo sai anche tu che ti faccio sorridere, fatina».
Quelle gote si stanno colorando appena di rosso a quella frase e Draco lo nota, ma accenna un sorriso e non le dice nulla, sentendosi internamente soddisfatto. Sa benissimo che lei ha un debole per lui, ma non come le ragazzine che gli vanno dietro, ma perché è davvero affezionata nella maniera più sincera possibile.
«Sei solo un cretino» mormora arricciando il naso e staccandosi piano da lui ma tenendo un'espressione divertita.

Si mettono di nuovo seduti e continuano la loro lettura. 
Esatto, i due sono ancora una volta insieme a passare il tempo e trascorrere ore ed ore in quell'aula.
Ma ormai sono più legati e sembrano un duo inseparabile, non nella maniera più romantica come si possa pensare.
Sono complici, estremamente complici come Huckleberry Finn e Tom Sawyer.

Esme ha ascoltato tanto Draco durante quelle sere e gli ha anche parlato di sé il giusto per non far trapelare informazioni ma cercando di sentirsi a suo agio e farsi conoscere il più possibile.
Draco sembra ogni giorno più interessato nell'ascoltare cosa ha da dire e spesso rimangono anche seduti a terra a guardare il cielo e le stelle, facendo riferimenti a quello che hanno letto sulle costellazioni in alcune pagine dei libri.
Lei nota il profilo del biondo illuminato dalla luna e questa cosa la fa stranamente sorridere, anche se non dà mai importanza a questo suo gesto. Lui, invece, adora un po' giocare con i morbidi capelli scuri di Esme, che le contornano il viso delicato che ogni tanto si ritrova ad osservare mentre sono presi dalle letture.
Nonostante Draco non sappia del fardello di Esme, riesce involontariamente a farla stare più spensierata e a rendere le sue giornate incredibilmente migliori.
Stessa cosa fa la giovane Serpeverde, che sta aiutando indirettamente il biondo a crescere e a sentirsi veramente apprezzato da qualcuno.

Eppure in quella scuola si parlotta e si spettegola su di loro, notando che ogni sera spariscono chissà dove.
Pansy Parkinson è infuriata per questo, vorrebbe Draco tutto per sé ma lo vede solamente allontanarsi.
Fino al terzo anno lei e lui stavano sempre insieme, Draco si faceva accarezzare, le dava corda e Pansy poteva fargli da cagnolino ovunque.
Adesso per via di Esme la ignora, sembra non gradire più la sua presenza e questo la fa imbestialire.
Anzi, addirittura le altre ragazze Serpeverde ormai si prendono il lusso di fare quello che vogliono per via della "protezione" che sentono grazie a quella paladina.

«Pansy, non facciamo più quello che dici!» borbottò una di secondo anno della loro casa.
«Che succede qui?» domandò Esme mentre entrava nella sala comune intenta a studiare con Draco.
«Da ore ci vuole costringere a fare ciò che ci dice!»
«Pansy, quante volte devo dirtelo? Non comandi qui» si avvicinò e le tirò bruscamente i capelli facendola mugolare e facendo ridacchiare invece il biondo «Sembra che non vuoi proprio ascoltarmi.»
«Lasciami stare!» piagnucolò sentendo del dolore mentre la strattonava dalle ciocche dei capelli «Draco, dille qualcosa!»
«Che è proprio una serpe!» rispose quel bastardo ridendo e dandole manforte chiaramente.
In questi brutti gesti lui è sempre di supporto. Esme ad un certo punto la lasciò andare e sospirò «Non farmi più sentire che sei venuta a rompere il cazzo a queste ragazze.»

PROPHECY || He deserves betterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora