𝐋𝐗𝐗𝐕𝐈

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«Draco, i-io-» la ragazza inizia a balbettare, con le lacrime che spuntano agli angoli dei suoi occhi, incredula da quanto affermato dal giovane.
Tutto per colpa di quella parola: traditore.
«Non mi interessa quello che pensi, quello che vuoi, Esme» la voce è dura, non vuole essere contraddetto e soprattutto necessita di essere ascoltato «Sono stanco di fare come dici tu, sono stanco di questa situazione, sono stanco di queste decisioni difficili.»
Lei si passa una mano tra i capelli e continua a scuotere energicamente la testa, non riuscendo a realizzare tutto quello che le ha detto, ciò che le sta quasi ordinando.

«Ti prego, Esme, devi andare via» le stringe le mani e la guarda dritto negli occhi con serietà «Sospettano del mio tradimento e questo ti metterebbe in pericolo.»
«Non ti voglio lasciare qui da solo, Draco» continua a scuotere la testa e lo guarda supplicante ma lui immediatamente afferra il suo viso e la bacia, sentendosi dispiaciuto per ciò che le ha detto.
Non vuole allontanarla, ma quella parola gli ha fatto capire che sospettano di loro.
Sì, Draco sa benissimo di essere un traditore e non è stato questo a scuoterlo, bensì la consapevolezza che ad Hogwarts hanno gli occhi e le orecchie di chiunque puntati addosso.
«Sa-sarai solo, qui...» balbetta ancora una volta e inizia ad agitarsi, scuotendo le mani per darsi aria e iniziando a camminare davanti al camino di quella stanza segreta.

«Io posso cavarmela, Esme, io sono il figlio di Lucius e mi comporterò da tale, ma se continui a stare qui diventerà tutto più difficile» la blocca per le spalle e la fissa negli occhi per trasmetterle coraggio e cercare di non farla andare in panico

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«Io posso cavarmela, Esme, io sono il figlio di Lucius e mi comporterò da tale, ma se continui a stare qui diventerà tutto più difficile» la blocca per le spalle e la fissa negli occhi per trasmetterle coraggio e cercare di non farla andare in panico.
«Io non posso lasciarti solo, Draco, non posso rischiare di perderti» scoppia a piangere e posa le mani gracili e tremolanti sul volto del ragazzo, guardandolo affranta e spaventata «Non posso sapere che sarai qui tutte le notti senza di me, non posso farti vivere tutto questo da solo.»
Afferra quelle dita tremanti e le bacia, sospirando e rivolgendole uno sguardo mortificato ma allo stesso tempo premuroso: «Io non posso permettere che tu sia in pericolo».
«Ma io posso farcela, Draco, poss-» viene interrotta dalla sua voce cupa e soprattutto irremovibile: «Ho detto di no, non voglio essere contraddetto questa volta».
Deglutisce e continua a piangere, non volendo lasciarlo lì tutto solo.
Lo abbraccia con forza e poggia la testa contro il suo petto, singhiozzando e mugolando per il dolore che prova sentendosi incapace di aiutarlo.

Esme pensa di poter fare tutto da sola, ma non riesce a capire che anche gli altri si preoccupano per lei, che è in pericolo e deve accettare l'idea di aver bisogno di aiuto.
Certo, la loro distanza sarà solo momentanea, di qualche mese, ma lei sembra non volerlo lasciare un attimo sentendosi responsabile della sua stessa vita.
«Ti ho promesso che ti avrei protetto e sto fallendo» continua a piangere con forza e nasconde il viso contro di lui, facendo cadere le braccia lungo il corpo per la disperazione.
«Smettila, Esme, smettila» le alza il viso con due dita e la osserva con serietà «Ci aiutiamo a vicenda. Anche io ho promesso di proteggerti, di aiutarti, e lo farò. Non gira tutto attorno al mio di problema e tu, Esme, hai bisogno di allontanarti da qui.»

PROPHECY || He deserves betterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora