PROPHECY || He deserves better

𝐗𝐋𝐈𝐗

Prima lezione di Pozioni con Horace Lumacorno.

«Ho preparato delle misture stamattina, qualcuno ha idea di cosa potrebbe trattarsi?»  domanda cordiale l'insegnante rivolgendosi agli studenti davanti a sé, e subito sia Hermione che Esme alzano la mano guardandosi con un sorriso divertito.
Essendo amiche non sono in competizione e possono rispondere assieme.
«Sì? Signorine?» con un cenno della mano e un leggero sorriso invita le due a presentarsi e anche a parlare.
«Granger, signore.»
«Smith, Esme Smith.»
Le due si avvicinano ai calderoni posti sulla cattedra del professore e con uno sguardo d'intesa la Grifondoro dà modo all'amica di iniziare a parlare.
«Questa è la Veritaserum, professore, capace di strappare dalla bocca di una persona la verità» punta uno dei due pentoloni e poi con uno sguardo permette ad Hermione di introdurre l'altra pozione «Quest'altra è l'Amortentia, il filtro d'amore più potente del mondo. Dovrebbe avere un odore diverso per ciascuno di noi a seconda di ciò che ci attrae.»
Dopo quella breve spiegazione avvicina il naso all'intruglio: «Per esempio, io sento aroma di erba tagliata, pergamena nuova e pasta dentifricia alla menta. Esme, tu cosa senti invece?»
La ragazza si avvicina a sua volta e annusa leggermente la pozione, aggrottando la fronte e iniziando a descriverne gli odori: «Inchiostro, poi penso sia bergamotto e, infine, mela verde.»
Blaise si dà uno schiaffo in piena fronte e Draco spalanca appena gli occhi notando come avesse descritto minuziosamente il proprio profumo.
La Smith sgrana la voce e fa qualche passo indietro, rimanendo in un religioso e imbarazzato silenzio.

'Perché diavolo ho detto la verità?!' si rimprovera, nervosa con se stessa in quanto gli odori elencati hanno urlato il nome di Draco.

Per fortuna il professore riprende a parlare, spiegando che l'Amortentia è una pozione altrettanto pericolosa e chiudendo immediatamente il calderone per non mostrarla più agli studenti.
Nel frattempo Hermione lancia uno sguardo d'intesa ad Esme, corrucciando la fronte e notando i suoi occhi rammaricati.
«Questa è una pozioncina assai curiosa chiamata Felix Felicis, ma è comunemente nota come» il professore viene interrotto: «Fortuna liquida!»
«Sì signorina, Granger» sorride l'uomo e continua a spiegare lo scopo di quella pozione, facendo poi alzare lo sguardo a Draco non appena sente pronunciare una particolare frase: «Un sorso e scoprirete che tutte le vostre imprese hanno successo!»
A quel punto Lumacorno promette di donare quella piccola fiala allo studente che riuscirà a preparare un'accettabile Distillato di Morte Vivente.
Quel nome fa ridacchiare appena Esme, visto che le basterebbe toccare qualsiasi qualcosa per farla morire, ma si limita ad annuire.

I ragazzi si mettono ai loro tavoli e iniziano a preparare attentamente la pozione seguendo le istruzioni del libro.
Esme si trova a svolgere quel compito con Blaise e Draco e cade un imbarazzante silenzio.
Solitamente quei tre si scambiavano occhiate complici, soprattutto Esme e Draco che sono stati compagni di banco affiatati per due anni interi.
La ragazza guarda spesso il biondo che a quanto pare non alza mai gli occhi verso di lei, non la saluta, non la prende in giro, non le tira qualche pizzico.
Sbuffa sentendosi arrabbiata, soprattutto per via di quell'odore che ha sentito dall'Amortentia.
Trema con il coltellino tra le mani non riuscendo a tagliuzzare le erbette giuste, e con un gemito di nervosismo sbatte i pugni contro il tavolo di legno: «Dannazione!»
I due ragazzi sussultano e così anche il professore: «Tutto bene, Smith?»
«Posso andare in bagno? Mi sento poco bene» accenna un cordiale sorriso e lui, gentile come è, annuisce e con un gesto della mano la invita ad andare via.
Draco segue l'esile figura con lo sguardo e sospira amaramente, non volendo vederla così.
«Perché quell'Amortentia mi sapeva di serate a leggere libri con Draco Malfoy?»
«Smettila, Blaise. Sono sicuramente cazzate quelle.»
«Anche se sono cazzate, lei ha comunque descritto il tuo profumo ed è palesemente a disagio quando non le parli.»
«Passerà» si limita a dire, sentendosi mortalmente in colpa.